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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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Introduzione XVII<br />

o quasi 14 . Da un’iniziativa come <strong>la</strong> nostra penso che possa prendere le mosse<br />

un “Rinascimento” di questi studi su base meno locale o almeno non solo<br />

locale in vista di confronti sempre più estesi fino ad essere di raggio<br />

europeo 15 .<br />

I confronti possono riguardare tanto le politiche dei consumi come le diverse<br />

situazioni delle arti o <strong>la</strong> configurazione dei ceti cittadini, ma anche gli<br />

usi locali: quali fogge, quali segnaletiche distintive o come si denominavano<br />

le cose. A quest’ultimo riguardo si è giudicato utile offrire un glossario dei<br />

termini meno comprensibili con indicazione del luogo e del<strong>la</strong> data del loro<br />

impiego. Si sa che l’agonia e <strong>la</strong> morte delle cose comincia con l’oblio del nome<br />

che le designa 16 , basti pensare che <strong>la</strong> denominazione stessa leggi suntuarie<br />

ai più oggi non evoca alcunché e ciò in quanto, superato il fenomeno del<br />

disciplinamento dei lussi, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> è diventata muta o quasi. Parole oggi dissolte<br />

o malvive compaiono frequentemente nelle nostre fonti e interrogarci<br />

su di esse porta a individuare corrispondenza con cose note ma magari dimenticate,<br />

con oggetti o fenomeni niente affatto conosciuti oppure con<br />

comportamenti dei quali in alcuni casi cogliamo le scaturigini. Da questo<br />

materiale si possono dunque ricavare informazioni per <strong>la</strong> storia tanto dei<br />

comportamenti come delle cose ma anche delle definizioni.<br />

Quali documenti inserire e quali scarti compiere? La linea di displuvio è<br />

costituita dal carattere direttamente o indirettamente normativo dei documenti:<br />

norme o atti derivanti da leggi o prodromici a provvedimenti legis<strong>la</strong>tivi<br />

e quindi provvisioni cittadine, statuti, bandi, denunce, multe. Nei fondi<br />

appropriati le ricerche sono state esaustive, in altri casi si è proceduto per<br />

14 Fa eccezione Rosita Levi Pisetzky, autrice di numerosi studi fra i quali segnalo: Storia<br />

del costume in Italia, Mi<strong>la</strong>no 1964-1969, voll. 5 (Istituto editoriale italiano Fondazione G.<br />

Treccani); Il costume e <strong>la</strong> moda nel<strong>la</strong> società italiana, Torino 1978; Moda e costume, in Storia<br />

d’Italia, V/1, I documenti, Torino 1973, pp. 937-979.<br />

15 Per paesi diversi dall’Italia vedere: F.E. BALDWIN, Sumptuary Legis<strong>la</strong>tion and personal<br />

Regu<strong>la</strong>tion in Eng<strong>la</strong>nd, Baltimore 1926; L.C. EISENBART, Kleiderordnungen der deutschen<br />

Städte zwischen 1350 und 1700. Ein Beitrag zur Kulturgeschichte des deutschen Bürgertums,<br />

Göttingen-Berlin-Frankfurt 1962; N. BULST, Zum Problem städtischer und territorialer Kleider-,<br />

Aufwands- und Luxusgesetzgebung in Deutsch<strong>la</strong>nd (13.-Mitte 16. Jahrhundert), in Reaissance<br />

du pouvoir légis<strong>la</strong>tif et genèse de l’Etat, par A. GOURON et A. RIGAUDIERE, Montpellier<br />

1988, pp. 29-57; N.B. HARTE, Silk and Sumptuary Legis<strong>la</strong>tion in Eng<strong>la</strong>nd, in La seta in Europa.<br />

Secc. XIII-XX, a cura di S. CAVACIOCCHI, Firenze 1993, pp. 801-816 (Atti del<strong>la</strong> 24a settimana dell’Istituto internazionale di storia economica «F. Datini»); N. BULST, Les ordinnances<br />

somptuaires en Allemagne: expression de l’ordre social urbain (XIV-XVI siècles), in Académie<br />

des Inscriptions et Belles Letteres. Comptes rendus des séances de l’anné 1993, Paris 1993,<br />

pp. 771-783.<br />

16 G.L. BECCARIA, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Torino<br />

2000.

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