Lo spagnolo come lingua accademica - Contrastiva

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10.06.2013 Views

La natura di testo critico rende anche più difficile l’applicazione dei criteri ri- guardanti il lessico, che risulta prettamente letterario: non ci sono tecnicismi insostituibili per la salvaguardia della chiara comprensione. Tuttavia, anche il linguaggio letterario può essere fonte d’ispirazione per la creazione di neolo- gismi, come ad esempio “chisciottizzazione”: è un termine di evidente prove- nienza letteraria e può essere considerato una sorta di tecnicismo sempre però all’interno del testo stesso, perché è in questo che ha quel determinato signifi- cato; si riprende così il processo che caratterizza i tecnicismi specifici dei lin- guaggi specialistici, termini che all’interno di un determinato contesto assu- mono un altrettanto determinato significato. Nel caso del termine citato si può proporre anche il paragone con il processo della nominalizzazione, tramite il quale si prosegue alla creazione di sintagmi nominali da voci verbali. È pro- prio lo stile nominale che caratterizza alcuni passaggi del testo, che restano comunque numericamente inferiori a quelli verbali. Vengono meno, invece, le altre strategie tipiche della scrittura accademica italiana, come ad esempio l’ellissi. I periodi del saggio sono effettivamente molto brevi e lasciano poco spazio a subordinazioni articolate con le quali mettere in atto questa strategia. Questo, oltre a concorrere alla ripetizione costante del nome del personaggio preso come oggetto d’indagine, all’interno dell’economia del testo gioca sicu- ramente a favore di una comprensione più pronta e immediata. Altra caratteristica del linguaggio accademico cui il testo risponde è la densità d’informazioni rapportata alla sinteticità. Volendo considerare il saggio come un testo indipendente e non integrato in un discorso ben più ampio, si registra un alto apporto informativo in uno spazio relativamente ristretto: è il frutto di sequenze argomentative che si avvicendano l’un l’altra e che creano allo stes- so tempo una struttura abbastanza articolata. Nonostante l’impronta non eccessivamente formale, il saggio rispetta, almeno nel passaggio preso in esame, il requisito dell’impersonalità: l’autore non pa- lesa mai la propria presenza, sebbene lo stile risulti complessivamente dialo- 50

gico e discorsivo. In realtà poi, se si procede alla lettura integrale dell’introduzione all’opera, questo non corrisponde a verità e si ritroverà la voce dell’autore che si esprime con la prima persona plurale. 3.2.3 RAPPORTO CON LE FONTI Il testo di Segre sostiene un rapporto di collaborazione con le fonti che si po- trebbe definire silenzioso. Lo studio e il confronto con altri testi di critica ap- pare evidente sin dalle prime battute di questo saggio, nelle quali le fonti sono introdotte da due connettivi garanti - secondo alcuni, secondo altri - deputati proprio a questo tipo di funzione (l’introduzione delle fonti): il paragone con altri studi è messo in evidenza dal fatto che le due fonti introdotte sono porta- trici di due argomentazioni differenti; non è quindi un semplice menzionare l’esistenza di altre indagini relative al tema, ma è un vero e proprio confron- tarsi e perorare l’una o l’altra causa. Un altro passaggio del testo che mette in rilievo lo studio fatto a monte e il confronto con altri testi si ritrova nella parte finale del saggio. Qui le fonti non si limitano solo al campo letterario, né tantomeno il confronto è ristretto all’opera di riferimento: non solo i collegamenti sono stabiliti con altri testi che contemplano la conoscenza dell’ampia tradizione letteraria spagnola, ma addirittura si ha un rapporto interdisciplinare tra la letteratura e il teatro. Vero è, però, che le fonti non sono esplicitate: non solo non sono disponibili i riferimenti bibliografici, ma nemmeno i titoli delle opere che sono state og- getto di studio. In effetti, la bibliografia non è proprio presente. Non ci sono citazioni di altre opere di critica letteraria, in nessuno dei metodi possibili. L’unica fonte di citazioni dirette è l’opera letteraria che il saggio va ad intro- durre: Don Chisciotte della Mancha. Il testo è continuamente intervallato da passaggi ripresi direttamente dall’opera: vengono introdotti tra i caporali 51

La natura di testo critico rende anche più difficile l’applicazione dei criteri ri-<br />

guardanti il lessico, che risulta prettamente letterario: non ci sono tecnicismi<br />

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<strong>lingua</strong>ggio letterario può essere fonte d’ispirazione per la creazione di neolo-<br />

gismi, <strong>come</strong> ad esempio “chisciottizzazione”: è un termine di evidente prove-<br />

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all’interno del testo stesso, perché è in questo che ha quel determinato signifi-<br />

cato; si riprende così il processo che caratterizza i tecnicismi specifici dei lin-<br />

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mono un altrettanto determinato significato. Nel caso del termine citato si può<br />

proporre anche il paragone con il processo della nominalizzazione, tramite il<br />

quale si prosegue alla creazione di sintagmi nominali da voci verbali. È pro-<br />

prio lo stile nominale che caratterizza alcuni passaggi del testo, che restano<br />

comunque numericamente inferiori a quelli verbali. Vengono meno, invece, le<br />

altre strategie tipiche della scrittura <strong>accademica</strong> italiana, <strong>come</strong> ad esempio<br />

l’ellissi. I periodi del saggio sono effettivamente molto brevi e lasciano poco<br />

spazio a subordinazioni articolate con le quali mettere in atto questa strategia.<br />

Questo, oltre a concorrere alla ripetizione costante del nome del personaggio<br />

preso <strong>come</strong> oggetto d’indagine, all’interno dell’economia del testo gioca sicu-<br />

ramente a favore di una comprensione più pronta e immediata.<br />

Altra caratteristica del <strong>lingua</strong>ggio accademico cui il testo risponde è la densità<br />

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un testo indipendente e non integrato in un discorso ben più ampio, si registra<br />

un alto apporto informativo in uno spazio relativamente ristretto: è il frutto di<br />

sequenze argomentative che si avvicendano l’un l’altra e che creano allo stes-<br />

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Nonostante l’impronta non eccessivamente formale, il saggio rispetta, almeno<br />

nel passaggio preso in esame, il requisito dell’impersonalità: l’autore non pa-<br />

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