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Lo spagnolo come lingua accademica - Contrastiva

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anea, poiché nell’immediatezza della discussione l’errore passa quasi inos-<br />

servato, o comunque è possibile per l’emittente autocorreggersi nella conti-<br />

nuazione del discorso. Si è molto meno inclini, invece, a giustificare un errore<br />

in un testo scritto. Questo non solo perché, <strong>come</strong> già detto, la scrittura per-<br />

mette una programmazione previa più lunga, ma anche e soprattutto perché<br />

generalmente durante la lettura di un testo scritto non si condivide la deissi,<br />

ossia le coordinate spazio-temporali della produzione del testo stesso: non si<br />

potranno chiedere chiarimenti riguardanti le ambiguità semantiche né tanto-<br />

meno potrà esserci l’interazione tra emittente e destinatario, non sarà possibi-<br />

le ricorrere alle soluzioni della paralinguistica, ossia all’intonazione, che nella<br />

<strong>lingua</strong> parlata può addirittura risolvere malintesi; da questo deriva<br />

l’importanza assoluta della programmazione nella scrittura.<br />

Uno schema così rigidamente strutturato non esclude l’incursione di un cam-<br />

po nell’altro: per quanto i testi scritti siano perlopiù destinati alla lettura e te-<br />

sti orali all’ascolto, nel campo della comunicazione si assiste alla crescente<br />

creazione di testi orali programmati <strong>come</strong> testi scritti che presenteranno,<br />

quindi, una struttura gerarchica nell’esposizione, una ricerca/scelta lessicale<br />

previa che non potrebbe essere frutto della spontaneità e dell’immediatezza<br />

del parlato (es.: conferenze), nonché alla proliferazione di testi in forma scrit-<br />

ta che racchiudono le caratteristiche dell’oralità: a tal proposito, nuovo ogget-<br />

to di studio è il talky writing, un <strong>lingua</strong>ggio ibrido che perde il carattere for-<br />

male proprio della scrittura e dà vita a «varietà substandard» che sono larga-<br />

mente impiegate nella comunicazione personale in rete (Orletti, 2004: 14).<br />

Quest’ultimo fenomeno è reso possibile grazie alla riformulazione che le co-<br />

ordinate deittiche subiscono nella realtà virtuale. Ѐ doveroso ricordare, a que-<br />

sto punto, che oralità e scrittura rappresentano i due canali comunicativi tradi-<br />

zionali, mentre oggi è riconosciuta a livello di studi specialistici del settore<br />

linguistico l’esistenza di una terza realtà, la CMC, ossia la comunicazione<br />

mediata dal computer (Orletti, 2004); si tratta di un ibrido linguistico, espres-<br />

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