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Vita Con n.4 Anno 2011.pdf - Congregazione dei Figli dell ...

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Poste Italiane SpA - sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46 ) art. 1 comma 3 NE/TN<br />

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />

Periodico trimestrale | <strong>Anno</strong> 19 - n. 4 | ottobre-dicembre 2011<br />

TENSIONI E SPERANZE<br />

C’È LUCE<br />

NEL BUIO<br />

Essere al centro di uno tsunami mediatico ci ha<br />

insegnato a sperare, a credere di più in ciò che siamo.<br />

E con più umiltà.<br />

DI RUGGERO VALENTINI<br />

Quando tu, lettore, leggerai questo editoriale l’anno nuovo sarà<br />

iniziato. Sto scrivendo nei giorni che precedono il Natale. Sono<br />

i giorni più bui <strong>dell</strong>’anno, quando nel pomeriggio inizia già la<br />

notte. Gesù è luce in questo buio e la festa natalizia ci proietta<br />

verso il suo ritorno che verrà. E chiede pure un ritorno a noi stessi.<br />

Noi non dimenticheremo quest’autunno di buio, anno 2011. Nel quale è<br />

stato scritto e detto di noi, religiosi di Padre Monti, non per raccontare il<br />

nostro lavoro in venti Paesi del mondo, soprattutto in quelli più poveri.<br />

O di una storia ultracentenaria che ci ha consegnato opere come l’IDI di<br />

Roma. Questo non fa notizia; nessuno è venuto a chiederci qualcosa.<br />

Invece scatta un ululato mediatico, benché circoscritto, ma dirompente.<br />

Roba da far contenti gli sciacalli.<br />

segue a pagina 3


7<br />

20<br />

PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE<br />

DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE<br />

Amministrazione: Via <strong>dell</strong>a Luce, 46 00153 ROMA<br />

L’orfanello <strong>dell</strong>’Immacolata 1902 - 1940<br />

<strong>Vita</strong> concezionista 1941 - 1992<br />

<strong>Vita</strong> con anno 19 n° 4<br />

Hanno collaborato:<br />

Franco Baggia, Saverio Clementi,<br />

Davide Fant, Sergio Ianeselli,<br />

Leandro Romàn Lobato,<br />

Aleandro Paritanti, Natalino Poggi,<br />

Gioacchino Santoro, Sergio Slavazza,<br />

Ruggero Valentini, Hèctor Varela,<br />

Omar Viganò<br />

REDAZIONE<br />

Via Legnani, 4<br />

21047 Saronno (VA)<br />

tel. 02 96708107<br />

fax 02 96703437<br />

info@editricemonti.it<br />

Editoriale<br />

3 C’è luce nel buio<br />

Brevi<br />

4 Notizie e altro<br />

12<br />

Camerun, Arturo Paoli, Montefiascone,<br />

Oristano, Editrice Monti, Croazia<br />

Spiritualità e memoria<br />

7 La Croce <strong>dell</strong>a Montina<br />

in pellegrinaggio nel nuovo mondo<br />

America Latina<br />

Anziani<br />

10 La dimensione sociale <strong>dell</strong>a carità<br />

Il Pigneto<br />

12 Tutti per l’Africa<br />

14<br />

Educazione<br />

14 Una missione secolare tra i ragazzi<br />

Padre Monti in Trentino<br />

Vite parallele<br />

17 Monti e Guanella:<br />

stima e amicizia tra due uomini di Dio<br />

Como<br />

Memoria<br />

18 Emilio Maroni, un padre senza barriere<br />

In libreria<br />

Spiritualità<br />

20 Oasi di pace tra le querce <strong>dell</strong>a Sardegna<br />

Cuglieri<br />

Sanità<br />

21<br />

21 Il Poliambulatorio e la Farmacia <strong>dell</strong>a rinascita<br />

Tirana (Albania)<br />

Pedagogia<br />

22 Un laboratorio per ripensare la scuola<br />

Saronno<br />

AUTORIZZAZIONE DEL<br />

TRIBUNALE DI ROMA<br />

n. 214 del 26-5-1993<br />

Associato USPI<br />

ABBONAMENTO<br />

La rivista è come una lettera agli amici.<br />

Coloro che desiderano contribuire al<br />

costo <strong>dell</strong>a stampa possono farlo tramite<br />

c/c postale n° 15260003 intestato a<br />

VITA CON.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Giannino Cazzaniga<br />

Stampa presso Publistampa Arti grafiche<br />

Via Dolomiti 36 - Pergine Valsugana (TN)<br />

CHI SIAMO<br />

“<strong>Vita</strong> con” è voce <strong>dell</strong>a comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi Maria<br />

Monti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano di<br />

sequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza <strong>dei</strong> malati,<br />

l’educazione e la formazione <strong>dei</strong> ragazzi e <strong>dei</strong> giovani, soprattutto quelli più<br />

bisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate<br />

(<strong>Figli</strong>e <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione <strong>dell</strong>a carità), da operatori professionali che<br />

collaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipano<br />

alla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo.<br />

Il 2012 sarà per la CFIC un anno di particolare attenzione<br />

alle opere presenti in Africa. La raccolta fondi<br />

servirà infatti a sostenere alcune micro-realizzazioni<br />

mediante la creazione di “gemellaggi” tra varie realtà<br />

italiane e africane. I grandi bisogni di questa terra<br />

e le sue potenzialità chiedono l’impegno di religiosi,<br />

collaboratori e amici che vivono nelle diverse comunità<br />

italiane. Saranno in tutto 12 i progetti gestiti in<br />

stretta collaborazione con l’Associazione Dokita.


[segue dalla prima pagina]<br />

E giù con l’annuncio di fallimento <strong>dei</strong> nostri ospedali romani<br />

e con gli attacchi a qualche frate colpendo la <strong>Con</strong>gregazione<br />

nel suo insieme. Anche su queste “eclatanti”<br />

news nessuno è venuto a chiederci qualcosa. Chi ha<br />

confezionato certi polpettoni giornalistici esplosivi è così<br />

(in)cosciente da mettere a repentaglio 1500 persone<br />

che lavorano nei nostri ospedali? Basta indebolirli, e il<br />

gioco è fatto. Certo, oggi negli ospedali c’è aria di crisi:<br />

il quadro generale è problematico e i tagli sono imposti.<br />

Basta guardarsi intorno. Ma qualcuno, con asprezza, facendosi<br />

forte per aver avuto troppo, denuncia ai quattro<br />

venti che si sia osato senza<br />

criterio, come se un ospedale,<br />

nel nostro caso anche istituto<br />

scientifico, si potesse “curare”<br />

a pannicelli caldi. Una corretta<br />

rivendicazione per taluni si è<br />

trasformata in lotta di potere.<br />

Di fronte all’informazione-spettacolo,<br />

ti tocca subire i colpi.<br />

Crudele, ma è così. Non puoi<br />

reagire, parti già con l’immagine<br />

<strong>dell</strong>o sconfitto. Non puoi<br />

discutere, incalzato dai sospetti.<br />

Informare e denunciare<br />

è un’azione sacrosanta, ma<br />

spesso conta solo che lo spettacolo<br />

sia compiuto. E che una<br />

verità sia imposta all’opinione<br />

pubblica, ormai assuefatta a<br />

questi metodi, con la plausibilità<br />

<strong>dell</strong>e insinuazioni e <strong>dell</strong>e<br />

affermazioni al condizionale.<br />

Ciò basta per allarmare banche<br />

e fornitori, di questi tempi<br />

già tanto preoccupati per conto<br />

loro.<br />

Intorno la situazione generale<br />

è tesissima. È nato un nuovo<br />

governo di solidarietà; l’euro è<br />

sul punto di schiantarsi e con<br />

esso l’Unione Europea, il nostro<br />

grande sogno dopo un secolo<br />

di guerre fratricide. Viene<br />

introdotta una pesante manovra<br />

economica per “la crescita”.<br />

Termine magico, questa<br />

benedetta crescita. Nel frattempo impazzano le polemiche<br />

sull’ICI, solo in riferimento alla Chiesa cattolica,<br />

ovviamente: ci sono argomenti che devono essere presentati<br />

a senso unico, se no non fanno effetto. Faccio<br />

controllare per quanto ci riguarda: tutto regolare.<br />

Sembra di affrontare una battaglia senza fine, tra sussurri<br />

e grida. Dopo un anno che giro per il mondo e che<br />

vedo quanto si fa per il bene di tanti, a stare in Italia mi<br />

viene nostalgia <strong>dei</strong> villaggi africani o peruviani. Non mi<br />

meraviglio che i nostri giovani cerchino “il posto” altrove.<br />

Anche i faccioni <strong>dell</strong>a tv quando parlano <strong>dell</strong>’Italia dicono<br />

sempre “questo paese”, invece che “il nostro Paese”.<br />

Stiamo vivendo una sorta di delirio, un rifiuto <strong>dei</strong> nostri<br />

valori che sa di decadenza e di odio verso di essi.<br />

«Sentinella, quanto resta <strong>dell</strong>a notte?», leggiamo in una<br />

profezia del libro di Isaia. Questa domanda la poniamo<br />

anche noi, semmai ci fosse qualcuno capace di cogliere<br />

nell’enigma di questo tempo una via di speranza. Quanto<br />

resta per venire fuori dalla notte? In giorni difficili come<br />

questi (e non solo all’interno <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione)<br />

anche la speranza diventa una fatica enorme, sebbene<br />

proprio la Bibbia attesti che le<br />

congiunture storiche più oscure<br />

e difficili hanno costituito<br />

l’alveo di incubazione di speranze<br />

audaci.<br />

Guardo avanti. Provo a immaginare<br />

come dovremmo essere<br />

noi religiosi: già da domani<br />

mattina. Il mondo è cambiato,<br />

e noi con esso. È finita la poesia.<br />

Chiedo ai miei confratelli<br />

uno scatto di coraggio e di<br />

conversione. Lo chiedo anche<br />

ai nostri collaboratori. La prosa<br />

è già cominciata, per tutti.<br />

Dobbiamo svegliarci e inventare<br />

qualcosa di nuovo, perché<br />

non basta cullarsi <strong>dei</strong> centenari.<br />

Non basta ammirare i grandi<br />

del passato e noi restare indolenti<br />

e pigri di fronte al presente.<br />

Qual è la nostra cultura<br />

civica e sociale per un futuro<br />

diverso? Come vogliamo “immaginare”<br />

i nostri ospedali, già<br />

da questo 2012?<br />

Amici lettori, siete stati trascinati<br />

in un vortice di considerazioni.<br />

Ma vi voglio solo chiedere<br />

più stima per la vostra e<br />

nostra tradizione cristiana, purché<br />

resti umile e non cerchi di<br />

imporsi ad alcuno. Alziamoci in<br />

piedi per reagire, a partire dalla<br />

testa, cominciando da un’informazione<br />

vera.<br />

L’Italia è uno straordinario laboratorio di iniziative cristianamente<br />

ispirate: centri culturali, giornali di informazione,<br />

riviste missionarie e di cultura, un quotidiano<br />

cattolico nazionale e decine di settimanali, radio e tv,<br />

case editrici, senza trascurare la galassia <strong>dell</strong>e forme<br />

associative… Abbiamo risorse che fuori ci invidiano e le<br />

stiamo trascurando. E così finiamo col dimenticarci di<br />

noi stessi. ■<br />

fratel Ruggero Valentini<br />

IV - 2011 3<br />

EDITORIALE


BREVI<br />

CAMERUN<br />

Due convitti per studenti a Soa<br />

Un sogno sta diventando realtà<br />

Padre Sergio Ianeselli ha avviato un interessante progetto a Soa, a circa 30 chilometri da Yaoundé, la capitale<br />

del Camerun. Sono in costruzione due case convitto di 60 camere l’una. I due edifici sono situati su<br />

un terreno di due ettari e qui è prevista la costruzione di altri due convitti, uno <strong>dei</strong> quali è dotato di ristorante,<br />

una grande sala di conferenze, uno stadio con palestra e gli alloggi <strong>dell</strong>a comunità <strong>dei</strong> religiosi <strong>dell</strong>a<br />

CFIC.<br />

L’ultima opera in programma, e forse la più importante, dovrebbe essere una scuola media superiore oppure<br />

la sede di una Facoltà di Medicina.<br />

Quest’ultimo progetto è molto incoraggiato dall’Arcivescovo di Yaoundé, mons. Victor Tonye Bakot.<br />

«La costruzione di una università – dice padre Sergio – sarebbe la realizzazione di un sogno che coltivo da molto<br />

tempo, anche perché qui non è facile entrare nel ristretto cerchio degli studenti di medicina. Sarebbe poi<br />

un’iniziativa che si collocherebbe bene nel solco missionario <strong>dei</strong> figli di Padre Monti». Il terreno si trova nelle vicinanze<br />

<strong>dell</strong>a seconda più grande Università di Yaoundé e il campus che si vuole costruire servirebbe anche ad<br />

aiutare socialmente e spiritualmente tutti gli studenti<br />

che frequentano la vicina Università statale. La sala di<br />

conferenze, infatti, dovrebbe servire non solo per riunioni<br />

scientifiche e sociali, ma anche per incontri teologici<br />

e di catechismo. Molti giovani del posto non sono<br />

neppure battezzati pur professandosi cattolici.<br />

È inutile aggiungere che la realizzazione del progetto<br />

richiede un grosso sforzo economico e i lavori<br />

procederanno perciò un po’ alla volta secondo le<br />

possibilità e la generosità <strong>dei</strong> benefattori. ■<br />

L’INCONTRO<br />

Arturo Paoli alla soglie del secolo di vita<br />

testimone di grandi maestri <strong>dell</strong>a fede<br />

Il giorno 26 ottobre il direttore <strong>dell</strong>’Editrice Monti, Sergio<br />

Slavazza, e Giorgio Vecchio, docente di Storia <strong>Con</strong>temporanea<br />

presso l’Università di Parma, si sono recati a<br />

San Martino in Vignale, nei pressi di Lucca, per incontrare<br />

padre Arturo Paoli. Nato nel 1912, Paoli si laurea in Lettere<br />

nel 1936; entrato in seminario l’anno successivo viene<br />

ordinato sacerdote nel giugno 1940. Partecipa tra il 1943<br />

e il 1944 alla Resistenza e svolge la sua missione sacerdotale<br />

a Lucca fino al 1949, quando viene chiamato a Roma<br />

come viceassistente <strong>dell</strong>a Gioventù di Azione Cattoli-<br />

Nella foto, da sinistra, Arturo Paoli e Giorgio Vecchio.<br />

ca. Qui si scontra con Luigi Gedda, presidente generale<br />

<strong>dell</strong>’AC e all’inizio del 1954 riceve l’ordine di lasciare Roma.<br />

Diventa in seguito un Piccolo fratello <strong>dell</strong>a congregazione religiosa ispirata a Charles de Foucauld.<br />

Motivo <strong>dell</strong>’incontro è stata la prossima pubblicazione per l’Editrice Monti del libro Cristiani nel deserto, a firma<br />

proprio del professor Vecchio. Si tratta di un saggio molto interessante, basato anche su documenti inediti,<br />

in cui si scoprono i fili (diretti e indiretti) che legano tra loro tre <strong>dei</strong> personaggi più significativi e profetici<br />

<strong>dell</strong>a Chiesa: il beato Charles de Foucauld, don Primo Mazzolari e Arturo Paoli. Il libro sarà una perla preziosa,<br />

non solo per gli storici, ma per tutti coloro che ancora oggi trovano ispirazione e sostegno dal pensiero, dalle<br />

opere e dalle parole di questi maestri di vita cristiana. ■<br />

4 IV - 2011


MONTEFIASCONE<br />

Inaugurato a Villa Santa Margherita<br />

un monumento a Padre Monti<br />

Un nuovo monumento dedicato a Padre Monti è stato inaugurato il<br />

22 settembre 2011 a Montefiascone, all’ingresso di Villa Santa Margherita<br />

(nella foto). L’opera è stata realizzata dallo scultore Mario<br />

Vinci e rappresenta il fondatore <strong>dell</strong>a CFIC insieme con un bambino<br />

diversamente abile e un’anziana, il tutto contenuto in una struttura<br />

(realizzata dallo studio d’architettura Pagliaccia) che sembra voler<br />

sottolineare con la sua modernità l’attualità di una presenza che risale<br />

al 1947. Alla cerimonia hanno partecipato il vescovo Lino Fumagalli,<br />

il sindaco Luciano Cimarello e altre autorità locali. A fare gli<br />

onori di casa padre Terenzio D’Ortenzio e il dottor Attilio Mancini.<br />

Mons. Fumagalli ha sottolineato la specificità <strong>dell</strong>a missione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong><br />

<strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione che a Villa Margherita si traduce nell’assistenza<br />

ai diversamente abili. La struttura è attualmente dotata di attrezzature d’avanguardia e conta<br />

120 posti letto come residenza sanitaria assistenziale e altrettanti come centro di riabilitazione. ■<br />

ORISTANO<br />

La lista di nozze di…<br />

padre Giovanni<br />

La comunità “Il Gabbiano” è nota in Sardegna come centro diurno che accoglie i ragazzi disabili, li impegna<br />

in laboratori e attività di ambito educativo, culturale, sportivo, ricreativo e li aiuta a sviluppare<br />

le loro abilità e l’autonomia.<br />

Ora, però, è nata anche La Casa di Ivan, un appartamento (che prende il nome da un confratello croato)<br />

dove persone con disabilità, rimaste sole e senza qualcuno che si possa prendere cura di loro, troveranno<br />

l’assistenza e il calore necessari per vivere.<br />

L’appartamento ospiterà sei disabili e un educatore, è composto da quattro camere da letto, dotate di<br />

bagno a norma, una cucina con sala<br />

da pranzo e una zona soggiorno.<br />

Ci sono i mobili, ma mancano tutte le<br />

altre cose, dalle pa<strong>dell</strong>e alle lenzuola,<br />

dall’aspirapolvere agli spazzolini da<br />

denti. Per ovviare a ciò padre Giovanni<br />

Petrelli ha proposto due liste in<br />

due negozi di Oristano, dove gli amici<br />

e sostenitori potranno comprare<br />

quanto serve per rendere vivibile la<br />

casa. E così inaugurarla al più presto<br />

per aprirla a chi sta già aspettando.<br />

Il Centro, opera <strong>dei</strong> religiosi di Padre<br />

Monti, riceve un supporto dalla diocesi<br />

locale e dalla <strong>Con</strong>ferenza episcopale<br />

italiana con le risorse <strong>dell</strong>’8x1000.<br />

Per contatti con padre Giovanni:<br />

pe3lli@virgilio.it - tel. 0783 210091 ■<br />

IV - 2011 5<br />

BREVI


BREVI<br />

ROMA<br />

L’Editrice Monti presente alla fiera <strong>dell</strong>’EUR<br />

Piùlibripiùliberi<br />

Come di consueto l’Editrice<br />

Monti è stata presente<br />

alla fiera Piùlibripiùliberi di<br />

Roma, giunta quest’anno<br />

alla sua decima edizione.<br />

56.000 sono stati i visitatori<br />

che si sono aggirati curiosi<br />

tra gli stand <strong>dei</strong> 411 editori<br />

presenti. Da segnalare<br />

la bella collaborazione, ormai<br />

pluriennale, con Effatà<br />

Editrice di Cantalupa (TO),<br />

fondata e animata dalla famiglia<br />

Pellegrino.<br />

L’evento romano è stato<br />

l’occasione per distribuire<br />

in anteprima il nuovo Catalogo<br />

2012 che può essere<br />

richiesto e/o scaricato dal<br />

sito www.editricemonti.it ■<br />

CROAZIA<br />

Uno show “dissacrante” per presentare<br />

la figura di fratel Bonifacio Pavletić<br />

Dall’1 al 6 novembre 2011 due giovani italiani, Andrea Tuvè e Luca Gurrieri (nella foto a sinistra), sollecitati<br />

da padre Mariano Passerini e da padre Alphonse Mevoh, da una suora croata, suor Mirijam, e da un famoso<br />

giornalista ed editore croato, Pasaric, rischiando di “dissacrare” la figura di fratel Bonifacio Pavletić, hanno voluto<br />

offrire a tantissimi bambini, ragazzi e giovani studenti del territorio di Kutina e di Sisak una immagine “giocosa”<br />

del santo fratello croato. Nel corso <strong>dell</strong>e giornate di show che hanno coinvolto le scuole di Kutina, Luca<br />

e Andrea si sono divertiti a giocare con i bambini <strong>dell</strong>a cittadina presentando un fratel Bonifacio Pavletić<br />

assolutamente originale. Gli episodi rappresentati hanno riguardato la nascita di Ivan Pavletić, la sua vocazione,<br />

il lavoro di calzolaio, il suo incontro con padre Luigi Monti e la sua morte. Sono stati coinvolti centinaia di<br />

bambini e di giovani riscuotendo ovunque un grande successo. ■<br />

6 IV - 2011


AMERICA LATINA<br />

LA CROCE DELLA MONTINA<br />

IN PELLEGRINAGGIO<br />

NEL NUOVO MONDO<br />

«P<br />

er ciò che riguarda la<br />

formazione di case in<br />

America, se il Signore<br />

non dà segni evidenti,<br />

andrei piano». Queste sono le parole<br />

con cui padre Angelo Taglioretti,<br />

missionario di Rho, rispose il 6 ottobre<br />

1879 alla richiesta di un consiglio<br />

da parte di Padre Luigi Maria Monti<br />

circa l’opportunità o meno d’inviare<br />

alcuni suoi religiosi in Sudamerica.<br />

Questo invito ad agire con grande<br />

prudenza, da parte di chi nella sua<br />

giovinezza era stato colui che l’aveva<br />

incoraggiato a intraprendere l’apostolato<br />

tra i suoi coetanei, fu preso<br />

dal Beato come una divina segnalazione:<br />

ancora ci voleva del tempo<br />

perché il suo grande anelito missionario<br />

potesse essere esaudito.<br />

Questo accadrà esattamente 42 anni<br />

dopo, il 6 ottobre 1921, quando i<br />

primi quattro religiosi montiani approdarono<br />

nel grande porto di Buenos<br />

Aires, la capitale <strong>dell</strong>’Argentina,<br />

luogo scelto dalla Divina Provvidenza<br />

per dare inizio alla prima presenza<br />

duratura <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />

<strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />

(CFIC) fuori <strong>dei</strong> confini geografici<br />

e culturali del Vecchio Mondo.<br />

Novant’anni sono trascorsi da questo<br />

primo incontro tra il carisma di carità<br />

del Beato Luigi Maria e la terra<br />

americana. Novant’anni di una storia<br />

feconda, ricca d’umanità e di grazia,<br />

frutto del dialogo sempre più sereno<br />

e profondo tra i valori culturali<br />

latinoamericani e quelli portanti <strong>dell</strong>a<br />

“montianità”. Novant’anni che<br />

oggi costituiscono le fondamenta<br />

solide e salde da cui ripartire nella<br />

costruzione di una nuova sintesi tra<br />

fede e vita che la odierna realtà <strong>dell</strong>e<br />

complesse strutture educative e<br />

assistenziali, animate dai rami ma-<br />

<strong>Con</strong> una originale e partecipata iniziativa è stato<br />

celebrato il 90° anniversario <strong>dell</strong>a presenza del carisma<br />

di Padre Monti in Sud America. Coinvolti quattro Paesi.<br />

schile e femminile <strong>dell</strong>a CFIC, propone<br />

e richiede.<br />

Perciò, non solo la CFIC, bensì l’intera<br />

Famiglia Montiana al gran completo<br />

(religiosi, religiose, laici e giovani)<br />

ha voluto celebrare questa importantissima<br />

ricorrenza facendo grata memoria<br />

e proiettandosi, nello stesso<br />

tempo, con sentimenti di speranza<br />

verso il futuro.<br />

“Della Croce ha fatto strada fino<br />

ad arrivare a noi” è stato il motto<br />

scelto per dare un comune indirizzo<br />

alla riflessione e all’impostazione di<br />

tutte le molteplici attività e iniziative<br />

appositamente organizzate. In queste<br />

parole risuona ben chiaro l’eco<br />

del passo evangelico: «Se qualcuno<br />

vuol venire dietro a me, rinneghi se<br />

stesso, prenda la sua croce ogni<br />

giorno e mi segua. Chi vorrà salvare<br />

la propria vita, la perderà, ma chi perderà<br />

la propria vita per me, la salverà»<br />

(Lc 9, 23-24). Il programma di vita<br />

che questo brano delinea non è<br />

altro che quello abbracciato da Luigi<br />

Monti fin dalla sua giovinezza; lo<br />

stesso che propose ai giovani amici<br />

<strong>dell</strong>a Compagnia <strong>dei</strong> Frati a Bovisio<br />

Masciago, il suo paese natio,<br />

quando una domenica salirono tutti<br />

insieme su una collinetta da tutti conosciuta<br />

come “la Montina” per appendere<br />

sulla parte più alta del fabbricato<br />

una croce fatta in legno dallo<br />

stesso Beato, a ricordo del loro desiderio<br />

di vivere cristianamente impegnati.<br />

Questo stesso ideale, portato nel<br />

Nuovo Mondo da quei primi quattro<br />

frati “azzurri” arrivati nel 1921, continua<br />

a essere oggi proposto e riproposto<br />

a migliaia di uomini e donne,<br />

adulti, giovani e bambini che in diverse<br />

località di Argentina, Bolivia,<br />

Brasile, Ecuador, Paraguay e Perù<br />

entrano in contatto con il carisma<br />

montiano tramite opere quali scuole,<br />

centri diurni e mense per bambini disagiati,<br />

ospedali e ricoveri per anziani,<br />

parrocchie e attività missionaria,<br />

gruppi giovanili e comunità di vita e<br />

di fede. Per tutti loro la “Croce <strong>dell</strong>a<br />

Montina” è anche il segno che riassume<br />

questa proposta di vita, concretizzatasi<br />

in una copia fatta costruire<br />

alcuni anni fa quale croce<br />

IV - 2011 7<br />

SPIRITUALITÀ E MEMORIA


SPIRITUALITÀ E MEMORIA<br />

pellegrina montiana per l’America<br />

Latina.<br />

Questo segno ha accompagnato la<br />

reliquia del corpo del Beato Luigi<br />

Maria Monti che, arrivata dall’Italia<br />

per questa particolare ricorrenza, ha<br />

percorso migliaia di chilometri in aereo,<br />

autobus e macchina per visitare<br />

le diverse realtà che costituiscono le<br />

presenze montiane in Sudamerica.<br />

Così, dall’8 settembre al 2 novembre<br />

2011, accompagnate da padre Héctor<br />

Varela, croce e reliquia hanno<br />

fatto visita alle diverse opere gestite<br />

dalla CFIC, offrendo l’opportunità di<br />

rendere grazie al Dio <strong>dell</strong>a vita e <strong>dell</strong>a<br />

storia, suscitando calorose manifestazioni<br />

di accoglienza, gioia e lacrime<br />

di emozione, tradotte in un<br />

numero senza fine di iniziative che<br />

hanno radunato e coinvolto l’intera<br />

Famiglia Montiana nelle sue diver-<br />

Nelle fotografie vari momenti <strong>dell</strong>e cerimonie e manifestazioni che hanno caratterizzato<br />

il pellegrinaggio <strong>dell</strong>a Croce Montiana attraverso quattro stati del Sud America.<br />

8<br />

se realtà. Balli e canti tradizionali e<br />

moderni, coreografie, pupazzi giganti,<br />

rappresentazioni teatrali, celebrazioni<br />

eucaristiche, incontri di preghiera<br />

e riflessione, benedizioni <strong>dei</strong><br />

malati e pellegrinaggi mariani, uniti a<br />

innumerevoli raduni fraterni di condivisione:<br />

tutto ciò ha caratterizzato<br />

ovunque i giorni <strong>dell</strong>a visita di queste<br />

sacre insegne.<br />

Córdoba (Argentina), Santa Eulalia<br />

(Perù), Santa Cruz de la Sierra (Bolivia),<br />

Salta, Tucumán, Santa Fe<br />

(Argentina) e Foz do Iguaçu (Brasile)<br />

sono state le diverse tappe di un<br />

pellegrinaggio assai particolare e segnato<br />

da una partecipazione di fedeli<br />

davvero massiccia. A Córdoba, per<br />

esempio, più di 8mila persone hanno<br />

affollato l’evento con cui si è dato il<br />

via ai circa 60 giorni di visite; a Santa<br />

Fe circa 400 giovani hanno partecipato<br />

al primo pellegrinaggio giovanile<br />

montiano al santuario-basilica di<br />

Nostra Signora di Guadalupe.<br />

Questa immensa gioia non la si è<br />

voluta circoscrivere soltanto nell’ambito<br />

<strong>dell</strong>a Famiglia Montiana: è stato<br />

un desiderio pienamente condiviso<br />

il coinvolgere, sul territorio, realtà<br />

in vario modo vicine alle opere <strong>dell</strong>a<br />

CFIC. Terminato il calendario <strong>dell</strong>e<br />

celebrazioni, la croce pellegrina<br />

montiana è tornata a Córdoba da<br />

dove ripartirà nel gennaio 2012 per<br />

Arcadia (Tucumán). Accompagnerà<br />

un gruppo di più di 50 missionari<br />

montiani che per il sesto anno consecutivo<br />

porteranno un messaggio di<br />

fede e di speranza alle più di 300 famiglie<br />

<strong>dell</strong>e località rurali di “La Falda”<br />

e “Los Cochamolles”, nel disagiato<br />

sud del territorio tucumano.<br />

Da lì la croce tornerà a Córdoba do-<br />

IV - 2011


Testimonianza<br />

LA CROCE<br />

DEL DISCEPOLO<br />

«Sul petto porto la Croce e nel mio cuore quel che<br />

dice Gesù»: così cantavano i giovani di Foz do Iguaçu<br />

(Brasile) quando fece il suo ingresso la Croce <strong>dell</strong>a<br />

Montina. Questa frase riassume ciò che significa<br />

per noi la Croce che ci ha redenti. Tanti uomini e donne<br />

santi si sono inginocchiati di fronte ad essa per<br />

cercare forza ed essere in grado di svolgere la missione<br />

affidata dal Signore. Luigi Monti non è stato da<br />

meno.<br />

La Croce pellegrina <strong>dell</strong>a Montina, nei suoi viaggi<br />

attraverso le nostre varie opere in America Latina, ha<br />

benedetto ognuna <strong>dell</strong>e persone che ha incontrato e<br />

al tempo stesso ha ricevuto la benedizione da ciascuna<br />

di loro: questa Croce montiana non è più la<br />

stessa, ora il suo legno è carico di benedizioni e di<br />

grazie ricevute lungo i suoi passi dall’interno argentino<br />

alle Ande peruviane, dal corso del Parana di Santa<br />

Fe risalendo fino alle cascate di Foz do Iguaçu o<br />

alla pianura di Santa Cruz de la Sierra boliviana.<br />

Un pellegrino davanti alla Croce pellegrina <strong>dell</strong>a<br />

Montina ha detto questa preghiera: «Gesù, quanto è<br />

difficile seguire il tuo cammino, quanto è difficile da<br />

portare la tua Croce, quanto è difficile essere fedeli<br />

ogni giorno <strong>dell</strong>a nostra vita o credere nel tuo Vangelo<br />

e convertirsi. Ma il tuo amore folle, che ti condusse<br />

alla Croce, insieme con il beato Luigi Monti, ci può<br />

aiutare a trovare la strada, perché possiamo accogliere<br />

con amore quella Croce che ci ha redenti».<br />

ve attenderà il prossimo appuntamento<br />

previsto nei locali del Collegio<br />

“José Peña” in programma nel<br />

mese di ottobre 2012. Sarà la settima<br />

edizione <strong>dell</strong>a “Montina”, un<br />

evento che radunerà tutti i montiani<br />

desiderosi di ritrovarsi come “comunità<br />

azzurra” e di condividere quanto<br />

IV - 2011<br />

ogni singola realtà ha vissuto nell’anno<br />

di grazia che è stato per tutti<br />

quanti il 90º <strong>dell</strong>’incontro tra il carisma<br />

di carità del Beato Luigi Maria e<br />

l’America Latina.<br />

È in questo contesto che per i montiani<br />

latinoamericani risultano ancora<br />

oggi essere di grande attualità le<br />

Un altro pellegrino, in una preghiera di ringraziamento,<br />

diceva: «Grazie, Signore, per averci invitato a<br />

partecipare a questo incontro con la Croce pellegrina<br />

<strong>dell</strong>a Montina; grazie per averci invitato tutti a venire<br />

con Te, senza distinzione, senza tempo, senza ritmi<br />

marcati. Soltanto Ci chiedi di avere il coraggio di portare<br />

la nostra croce, come fece il beato Luigi Monti,<br />

perché Tu sia la cosa più importante nella nostra vita,<br />

per vivere nella speranza che il cammino non è così<br />

difficile se siamo con Te».<br />

Il passaggio <strong>dell</strong>a Croce pellegrina ci ha dato un<br />

nuovo stimolo a seguire più da vicino il Signore e, rimanendo<br />

in Lui, poter dare frutti buoni e abbondanti.<br />

Questi frutti non saranno raccolti subito, giacché, con<br />

l’aiuto del Signore, il seme dovrà crescere continuamente<br />

per dare il raccolto a suo tempo. ■<br />

Héctor Varela<br />

parole che il Fondatore scrisse all’amico<br />

don Giglio nel 1877: «Ecco<br />

qui il nuovo campo che Maria Santissima<br />

presenta ai suoi figli per lavorarci.<br />

Preghiamo perché tutto risulti<br />

bene, per la sola gloria di Dio». ■<br />

Leandro Romàn Lobato<br />

9<br />

SPIRITUALITÀ E MEMORIA


ANZIANI<br />

IL PIGNETO<br />

LA DIMENSIONE<br />

SOCIALE<br />

DELLA CARITÀ<br />

Èsempre solenne l’ingresso di<br />

via Cori n. 18,aVelletri, che<br />

immette alla grande struttura<br />

che ha aperto i suoi spazi ad<br />

accogliere persone in una Residenza<br />

Sanitaria Assistenziale (RSA). Il tunnel<br />

di pini romani scende leggermente<br />

per impattare con l’ottagonale chiesa<br />

e le vetrate di collegamento che<br />

nella luce assorbita danno vivacità e<br />

serenità all’ambiente. Arrivati sotto la<br />

grande magnolia tutto diventa chiaro e<br />

alcuni anziani siedono sereni, quasi<br />

sentinelle alla curiosità di quanti arrivano<br />

e partono, si fermano e chiacchierano.<br />

Il direttore, dottor Luigi Proietti, saluta<br />

e accompagna orgoglioso quel<br />

flusso di miglioramento che ogni gior-<br />

Dopo anni di chiusura ha riaperto i battenti la casa<br />

di riposo per anziani di Velletri. Qui tutto respira<br />

il comandamento evangelico <strong>dell</strong>’attenzione all’altro.<br />

no dà forma alla struttura con ogni<br />

ospite che si aggiunge. Al suo fianco il<br />

direttore sanitario, dottor Umberto<br />

Solis. E sì, dopo anni di chiusura, riaprire<br />

è una fatica e una conquista quotidiana.<br />

Un crescere in un equilibrio tra<br />

servizi, persone ed economia. Tempi<br />

duri per pensare in positivo. Eppure la<br />

serenità degli anziani ospiti è contagiosa<br />

e fa sperare.<br />

Tre suore – Rosetta, Lina e Selva –<br />

lavorano a tempo pieno e guidano i<br />

passi del personale e degli ospiti, dando<br />

senso all’agire a favore di chi è in<br />

difficoltà motoria e psichica, accusando<br />

gli acciacchi <strong>dell</strong>a vita. Personale<br />

specializzato e preparato all’apposito<br />

servizio corona quell’alone che rende<br />

il clima degno di una persona, anche<br />

se limitata in tante funzioni.<br />

Sorridere alla malattia<br />

Tutto respira il comandamento evangelico<br />

<strong>dell</strong>’attenzione all’altro fino a diventare<br />

carità, compassione, sollievo<br />

e sogno di una vita che si spera eterna,<br />

senza lutto e pianto. Si può sorridere<br />

anche nella malattia, pensando<br />

Sopra, alcuni momenti <strong>dell</strong>a cerimonia svoltasi domenica 18 dicembre. In alto, l’ingresso <strong>dell</strong>a residenza per anziani.<br />

10 IV - 2011


alla vita vissuta e ormai distaccata<br />

dalle cose consumate per mordere<br />

sprazzi di speranza effettiva, piccole<br />

gocce di rugiada per foglie avvizzite<br />

nell’autunno in fase avanzata.<br />

In questi colori vivaci che scendono<br />

dalle falde del monte Artemisio e aggrediscono<br />

la casa del Pigneto fino a<br />

perdersi nella pianura pontina, ripercorro<br />

il passaggio avvenuto in questi<br />

mesi che segnano l’abbandono e la<br />

rinascita <strong>dell</strong>a struttura. E poi il mare,<br />

linea luminosa orizzontale, fa da sfondo<br />

e fa godere il frizzante respiro di<br />

una bellezza che riempie l’animo.<br />

In questa meravigliosa sceneggiatura<br />

si è avviata l’apertura di questa RSA,<br />

pur ancora in fase di completamento<br />

nella totalità <strong>dell</strong>a sua capienza. Altri<br />

servizi e ospitalità sono in programma,<br />

ma per ora il percorso segue direttive<br />

provvidenziali e di accoglienza<br />

<strong>dei</strong> tanti bisogni che le persone manifestano<br />

e chiedono con sollievo.<br />

Sospirare una salvezza<br />

Nella chiesa si raccoglie l’umanità<br />

sofferente e invoca l’Immacolata,<br />

statua lignea colorata, che racconta<br />

una storia di liberazione dal male e<br />

insegue l’uomo fin dall’origini <strong>dell</strong>a<br />

sua storia. Ognuno può sospirare una<br />

salvezza, dopo avere consumato tutto<br />

lo scibile <strong>dell</strong>a scienza per guarire,<br />

non soffrire e cercare di stare bene.<br />

Quella Madonna pone una mano sul<br />

cuore come per dire “giuro che sarò<br />

con te” e dall’altro versante il giglio<br />

candido lancia messaggi di semplicità,<br />

come lo è Dio quando si veste di<br />

misericordia e di compassione. Come<br />

non si può recuperare la salute interiore<br />

e aumentare il capitale <strong>dell</strong>a<br />

speranza?<br />

Il vescovo di Velletri, mons. Vincenzo<br />

Apicella, nel pomeriggio di domenica<br />

18 dicembre, ha visitato e benedetto<br />

questo complesso, celebrando l’eucaristia<br />

e augurando a ogni ospite<br />

una buona salute nel nome del Dio<br />

che nasce e, nel farsi uomo, si affianca<br />

al cammino <strong>dell</strong>’uomo, soprattutto<br />

nei momenti più difficili e contorti<br />

<strong>dell</strong>a vita.<br />

Alla cerimonia hanno partecipato le<br />

autorità locali che hanno già espresso<br />

compiacimento e l’orgoglio di un territorio<br />

che può vantare un servizio<br />

moderno e rispondente alla dimensione<br />

<strong>dell</strong>a persona malata. L’avvio<br />

<strong>dei</strong> servizi assistenziali sono pream-<br />

IV - 2011<br />

Padre Aleandro Paritanti (in prima fila) con la comunità di religiose e religiosi<br />

che operano all’interno <strong>dell</strong>a struttura.<br />

bolo di progetti e prospettive future,<br />

dando senso al prossimo cammino e<br />

sviluppo.<br />

Pionieri di un nuovo corso<br />

I primi ad arrivare hanno il nome di<br />

Anna Maria, Luisa, Maria Loreta, Fernanda,<br />

Ernesto, Pierina, Giorgio…, e<br />

sono i pionieri di un nuovo corso in<br />

cui la familiarità e la relazione corta,<br />

affettuosa e nello stesso istante professionale,<br />

caratterizza le ore del giorno<br />

e <strong>dell</strong>a notte, la visita parentale e<br />

degli amici, attenti osservatori <strong>dell</strong>’andamento<br />

<strong>dell</strong>a salute.<br />

Nella discrezione, tipica di ogni sacerdote,<br />

si muovono i religiosi di Pa-<br />

dre Monti – Domenico e Giuseppe<br />

– per fare memoria ogni giorno di<br />

quel calore divino che l’eucaristia e i<br />

sacramenti emanano nel loro agire<br />

nella vita <strong>dell</strong>e persone. Nella complessità<br />

<strong>dell</strong>’assistenza e <strong>dell</strong>e problematiche<br />

sull’invecchiamento, la<br />

<strong>Con</strong>gregazione risponde così con<br />

servizi illuminati dal suo carisma che<br />

traduce la dimensione sociale <strong>dell</strong>a<br />

carità, la quale «porta ad incarnare il<br />

progetto di Dio sull’uomo nella solidarietà<br />

e nella condivisione, in un<br />

cammino di liberazione e di promozione<br />

umana e spirituale». ■<br />

Una veduta del complesso che ospita la residenza sanitaria assistenziale<br />

“Il Pigneto” di Velletri.<br />

11<br />

PAP<br />

VELLETRI


Roma<br />

Casa Generale<br />

Formazione<br />

Sostegno a favore <strong>dell</strong>a formazione<br />

professionale di giovani religiosi<br />

in campo sanitario ed educativo<br />

(Africa).<br />

€ 15.000<br />

Saronno<br />

Istituto Padre Monti<br />

Alloggio per studenti<br />

universitari<br />

Realizzazione di un convitto<br />

presso la nuova Università<br />

statale, molto decentrata<br />

e priva di strutture per<br />

l’accoglienza <strong>dei</strong> giovani<br />

(Yaoundé - Camerun).<br />

€ 20.000<br />

Milano<br />

Parrocchia Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />

Laboratorio di scrittura Braille<br />

Aggiornare e sviluppare, presso<br />

Promhandicam, il laboratorio<br />

esistente per la produzione di libri<br />

e sussidi destinati ai nonvedenti<br />

e ipovedenti.<br />

€ 20.000<br />

3<br />

5<br />

1<br />

Arco<br />

Istituto Padre Monti<br />

Dokita<br />

Trentino Alto Adige/Südtirol<br />

Gardascuola<br />

Azienda agricola Padre Monti<br />

Plateau <strong>dei</strong> Bateké<br />

Sviluppo di un’impresa sociale<br />

nel settore agricolo, finalizzata<br />

al sostegno economico di una<br />

comunità per i bambini di strada<br />

(RD <strong>Con</strong>go).<br />

€ 10.000<br />

2<br />

Roma<br />

Ospedali<br />

IDI-San Carlo<br />

Attrezzature sanitarie<br />

Ospedale Ngondo Maria<br />

Un presidio sanitario<br />

di riferimento, nel popoloso<br />

e poverissimo quartiere di<br />

Makala, situato nella periferia<br />

<strong>dell</strong>a capitale Kinshasa<br />

(RD <strong>Con</strong>go).<br />

€ 130.000<br />

Montefiascone<br />

Villa Santa Margherita<br />

Centro Padre Monti<br />

<strong>Con</strong>vitto e scuola per cento<br />

bambini sordomuti, da<br />

sostenere nella formazione<br />

degli operatori e per l’acquisto<br />

di attrezzature<br />

(Ebolowa - Camerun).<br />

€ 15.000<br />

Tutti per<br />

Abbiamo deciso di dedicare la raccolta-fonti <strong>dell</strong>’anno<br />

2011-12 all’Africa, un grande continente che<br />

è una riserva spirituale per l’umanità. I grandi bisogni<br />

di questa terra e le sue potenzialità ci inducono<br />

a chiedere l’impegno di religiosi, collaboratori e<br />

amici che vivono in diverse comunità del nostro<br />

Paese.<br />

A tutti voi proponiamo le seguenti micro-realizzazioni<br />

che costituiscono l’avvio di successive attività<br />

e vengono assegnate<br />

a un’Opera<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />

solo per facilitare<br />

la sensibilizzazione<br />

sul proprio<br />

territorio.<br />

Reparto maternità <strong>dell</strong>’Ospedale di Mak<br />

12 IV - 2011<br />

4<br />

6<br />

Per questa iniziativa,<br />

con la <strong>Con</strong>gregazione,<br />

collabora


l’Africa<br />

la sede centrale <strong>dell</strong>’Associazione “Dokita”<br />

(www.dokita.org), che si impegna a seguire la realizzazione<br />

<strong>dei</strong> diversi progetti e a trasmettere i fondi<br />

raccolti. Le offerte possono essere versate su:<br />

• <strong>Con</strong>to corrente Postale, IBAN: IT 69 S 07601<br />

03200 000022445001<br />

• Banca Prossima, IBAN: IT 36 Q 03359 01600<br />

100000001058<br />

Indicare la causale del versamento con il numero di<br />

uno <strong>dei</strong> progetti.<br />

Per maggiori informazioni è possibile contattare il<br />

numero di telefono 06 66155158 o inviare una mail<br />

a dokita@dokita.org. Ringraziamo tutti coloro che<br />

vorranno mettersi a disposizione per il raggiungimento<br />

di questi obiettivi, <strong>dei</strong> quali renderemo conto<br />

sulla rivista “<strong>Vita</strong> con”.<br />

fratel Ruggero Valentini, sup. gen. CFIC<br />

ala, Repubblica Democratica del <strong>Con</strong>go<br />

Capranica<br />

Villa Paola<br />

Foyer Padre Monti<br />

Accoglienza di bambini e bambine<br />

abbandonati nella enorme capitale<br />

Kinshasa (RD <strong>Con</strong>go).<br />

€ 15.000<br />

Erba Cantù<br />

Istituto Immacolata<br />

Villa Padre Monti<br />

Centro Formazione<br />

Professionale<br />

Sviluppare iniziative<br />

di formazione <strong>dei</strong> giovani<br />

e creazione di opportunità<br />

lavorative<br />

Añizok (Guinea Equatoriale).<br />

€ 15.000<br />

Lourdes (Francia)<br />

Villa Sacro Cuore<br />

Santuario di Sangmelima<br />

(Camerun)<br />

Da erigersi nell’area<br />

<strong>dell</strong>’ex lebbrosario che è stata<br />

la prima missione <strong>dei</strong> religiosi<br />

di Padre Monti. La collina, nella<br />

foresta equatoriale, è già un luogo<br />

di culto da alcuni decenni.<br />

€ 10.000<br />

Padre Monti Sud<br />

Polistena, Siracusa,<br />

Palazzolo Acreide, Oristano<br />

Dispensario Clemente Maino<br />

Sviluppo <strong>dell</strong>a prima attività<br />

sanitaria in Africa <strong>dell</strong>a<br />

<strong>Con</strong>gregazione di Padre Monti<br />

Sangmelima (Camerun).<br />

€ 15.000<br />

IDI<br />

Farmaceutici<br />

Pomezia (Roma)<br />

Centro di medicina scolastica<br />

A servizio degli studenti e <strong>dell</strong>e<br />

famiglie presso un complesso<br />

scolastico in grande espansione<br />

Bata (Guinea Equatoriale).<br />

€ 15.000<br />

Elea<br />

Società di formazione<br />

Roma<br />

e sedi regionali<br />

Centro Formazione<br />

Professionale<br />

Sviluppare iniziative<br />

di formazione e di lavoro<br />

Añizok (Guinea Equatoriale).<br />

€ 15.000<br />

IV - 2011 13<br />

9<br />

11<br />

7<br />

8<br />

10<br />

12


EDUCAZIONE<br />

PADRE MONTI IN TRENTINO<br />

UNA MISSIONE<br />

SECOLARE<br />

TRA I RAGAZZI<br />

Da “Sant’Ilario” a “Gardascuola”: la comunità montiana, con i suoi 50 religiosi che<br />

hanno abbracciato gli ideali del Fondatore, costituisce un tassello prezioso <strong>dell</strong>a Chiesa<br />

tridentina e un patrimonio sociale <strong>dell</strong>a Provincia autonoma.<br />

Il 26 febbraio del 1912, quasi<br />

cento anni fa, con decisione <strong>dell</strong>a<br />

Dieta di Innsbruck, i primi religiosi<br />

di Padre Monti arrivarono<br />

a Rovereto perché a loro era stata affidata<br />

la gestione del nuovo Istituto<br />

educativo provinciale “Sant’Ilario”.<br />

Era l’inizio di un’epopea di assistenza<br />

e formazione professionale <strong>dei</strong> ragazzi<br />

trentini che si concluderà nel<br />

1975, quando la Provincia di Trento<br />

prenderà la decisione di chiudere la<br />

storica attività <strong>dell</strong>’Istituto per destinarlo<br />

a uso scolastico. Piera Graifenberg,<br />

nel suo bel libro L’Istituto educativo<br />

provinciale di S. Ilario (Editrice<br />

Egon, Rovereto, 2008), racconta fin<br />

nei dettagli questa iniziativa che costituisce<br />

un tassello prezioso <strong>dell</strong>a vita<br />

sociale, civile e religiosa trentina.<br />

Nel 1910 il giovane Emanuele Stablum,<br />

di Terzolas, era già entrato nella<br />

comunità di Saronno per seguire<br />

gli ideali di consacrazione di Luigi<br />

Monti. Ne divenne un interprete di alto<br />

profilo, fino a conseguire la laurea<br />

in medicina e a dedicare la propria<br />

intera vita ai malati. La fervida attività<br />

di “Sant’Ilario” farà conoscere la<br />

<strong>Con</strong>gregazione montiana ai parroci e<br />

ai fedeli <strong>dell</strong>a diocesi, così che lungo<br />

gli anni decine di giovani entreranno<br />

tra i <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione,<br />

divenendo religiosi dedicati alle<br />

più svariate attività, quasi sempre<br />

agendo in ambiti delicati <strong>dell</strong>a condizione<br />

umana come infermieri, farmacisti,<br />

sacerdoti, medici, educatori,<br />

insegnanti… in Italia e nel mondo.<br />

L’Istituto Sant’Ilario di Rovereto in una cartolina risalente agli anni Sessanta.<br />

L’intervento del Superiore Generale, fratel Ruggero Valentini, in occasione <strong>dell</strong>a<br />

cerimonia inaugurale <strong>dell</strong>’edificio che ospita la nuova scuola elementare.<br />

14 IV - 2011


Una mega torta è stata preparata in occasione <strong>dei</strong> festeggiamenti per i vent’anni<br />

<strong>dell</strong>a Cooperativa Gardascuola.<br />

Negli anni Trenta il successo del<br />

“mo<strong>dell</strong>o Sant’Ilario” fa scuola e la<br />

Fondazione Provvidenza di Arco, nel<br />

1936, chiamerà i religiosi montiani<br />

nella cittadina gardesana per gestire<br />

il locale orfanotrofio per 35 anni. Nel<br />

1941, sarà aperta una nuova comunità<br />

educativa anche in via Capitelli.<br />

25 novembre 2011<br />

SCUOLA ELEMENTARE:<br />

INAUGURATA<br />

LA NUOVA SEDE<br />

La scuola di Arco<br />

Nel secondo dopoguerra la presenza<br />

ad Arco viene definita dall’importante<br />

acquisto (1946) <strong>dell</strong>a proprietà<br />

di via 24 Maggio (ex “Bellavista”), due<br />

ettari di terra oggi divenuti centro città<br />

con la crescente urbanizzazione. Il<br />

complesso, di epoca asburgica, sarà<br />

utilizzato dapprima come centro di<br />

prevenzione e cura per bambini affetti<br />

da “Tbc” e, successivamente, a<br />

partire dal 1960, come scuola di<br />

orientamento vocazionale per giovani<br />

desiderosi di consacrarsi nella<br />

<strong>Con</strong>gregazione. Dal 1966 centinaia di<br />

ragazzi frequenteranno la Scuola media<br />

<strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti – divenuta<br />

succursale <strong>dell</strong>a scuola statale – in<br />

anni ancora difficili per la società trentina.<br />

Per quarant’anni questa scuola<br />

svolgerà un prezioso servizio alle famiglie,<br />

soprattutto grazie al doposcuola<br />

gestito direttamente dai religiosi.<br />

Si è trattato di un’interessante<br />

collaborazione tra privato e pubblico,<br />

conclusa nel 2005.<br />

Il nuovo millennio si è caratterizzato<br />

per la crescente disponibilità <strong>dell</strong>’Istituto<br />

Padre Monti a favorire l’aggregazione<br />

sociale: nel 2005 sono<br />

nate due associazioni, “Dokita Trentino<br />

Alto Adige-Südtirol” (per la solidarietà<br />

internazionale) e “Strada facendo”<br />

(per interventi a favore <strong>dei</strong><br />

bambini in difficoltà di apprendimento).<br />

La diocesi, inoltre, ha chiesto<br />

alla comunità religiosa di parte-<br />

Nel corso <strong>dell</strong>a festa per l’inaugurazione <strong>dell</strong>a<br />

struttura che ad Arco accoglie la nuova Scuola<br />

elementare (nella foto), il Superiore generale fratel<br />

Ruggero Valentini si è rivolto ai genitori <strong>dell</strong>a cooperativa<br />

“Gardascuola” con queste parole:<br />

«Voglio dire ai genitori presenti di raccontare ai loro<br />

figli come è nata questa realtà da loro frequentata,<br />

di essere attivi protagonisti <strong>dell</strong>a cooperativa di<br />

cui sono soci, di fare tesoro del nostro patrimonio umano e culturale di ispirazione cristiana. Nell’ultimo anno<br />

ho girato il mondo, ho visitato venti Paesi, molte realtà umane anche in aree dove il messaggio di Cristo<br />

rappresenta una realtà di minoranza: ho visto e capito che il nostro deficit qui in occidente – e il Trentino ne è<br />

espressione in modo particolare – non è riducibile alla crisi economica e finanziaria. Abbiamo un deficit di fede,<br />

un deficit di speranza! Che si riflette nella nostra vita civile e associata: stiamo riducendo infatti l’impegno per<br />

il bene comune e abbandonando lo spirito di sacrificio per obiettivi alti che sono patrimonio etico e spirituale<br />

<strong>dell</strong>a nostra terra. Ciò non vuol dire che siamo all’anno zero, perché tra noi vi sono persone, famiglie e realtà<br />

associate di grande valore. Tuttavia si respira ampiamente in Europa un’aria di decadenza e non possiamo<br />

affermare che qui, in Trentino, stiamo valorizzando al meglio le risorse morali e spirituali che ci hanno costruito.<br />

Le stiamo trascurando, forse senza che ce ne accorgiamo (...)<br />

Cari genitori, attraverso questa esperienza nata qui dobbiamo scegliere di compiere uno scatto di consapevolezza,<br />

anche per rispetto <strong>dell</strong>e generazioni future, alle quali dobbiamo assicurare, oltre a un pezzo di pane e<br />

due vestiti, i valori che illuminano la vita. Un proverbio africano dice che per far crescere un bambino ci vuole<br />

un intero villaggio. Ebbene, io credo che qui abbiamo in mano questa possibilità ed è nostro compito renderla<br />

esemplare». ■<br />

IV - 2011 15<br />

EDUCAZIONE


EDUCAZIONE<br />

cipare, secondo il suo carisma, alla<br />

pastorale sanitaria nelle strutture<br />

ospedaliere di Arco.<br />

Nel 2003 l’Istituto aveva accolto anche<br />

una cooperativa scolastica di<br />

genitori, “Gardascuola”, che cercava<br />

uno spazio adeguato per il suo<br />

Istituto tecnico per il turismo.<br />

Un nuovo capitolo<br />

La <strong>Con</strong>gregazione, nello stipulare<br />

l’accordo con la cooperativa, voleva<br />

promuovere una nuova Scuola media<br />

paritaria per dare continuità al lavoro<br />

svolto in tanti anni. L’iniziativa<br />

partiva così col piede giusto e già<br />

nel 2007 venne inaugurata la nuova<br />

sede su via San Sisto, per dare più<br />

spazio non solo alle medie, ma anche<br />

alle Scuole elementari che nel<br />

frattempo erano state avviate. Si trattava<br />

ora di ampliare l’offerta formativa<br />

con un diverso corso di Scuola superiore;<br />

il progetto fu realizzato nel<br />

2008 con il Liceo scientifico a indirizzo<br />

sanitario, un settore che ben<br />

interpreta il carisma <strong>dell</strong>’infermiere e<br />

fondatore Padre Monti.<br />

Nel frattempo, l’Istituto tecnico per<br />

il turismo, storica attività di “Garda-<br />

scuola”, si è consolidato anche grazie<br />

al <strong>Con</strong>vitto per gli studenti aperto<br />

nel 2003 dalla <strong>Con</strong>gregazione di<br />

Padre Monti e da quest’anno affidato<br />

alla Cooperativa “Terre comuni”. Gli<br />

studenti <strong>dell</strong>’Istituto, in questi anni,<br />

hanno visitato le missioni montiane in<br />

India, Argentina, Camerun, Messico,<br />

Corea del Sud e, prossimamente,<br />

Il campo da calcio con, sullo sfondo, lo storico edificio sede <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong><br />

<strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione sovrastato dalla rocca di Arco. Sotto,<br />

da sinistra, lo splendido laboratorio di chimica e fisica inaugurato da<br />

“Gardascuola” il 14 dicembre e alcuni particolari <strong>dell</strong>e sedi scolastiche.<br />

L’Istituto Padre Monti di Arco è una comunità religiosa internazionale.<br />

Brasile attraverso un progetto appositamente<br />

promosso.<br />

<strong>Con</strong> l’esperienza cooperativistica di<br />

“Gardascuola” per la Comunità montiana<br />

si è aperto un nuovo capitolo,<br />

dove il collegamento con la società civile<br />

è divenuto più intenso. Infatti, tra<br />

una cooperativa espressione <strong>dell</strong>a tradizione<br />

sociale cattolica del Trentino e<br />

una <strong>Con</strong>gregazione religiosa, che in<br />

questa terra è fortemente radicata, si<br />

è sviluppata una sorprendente potenzialità.<br />

Oggi le famiglie associate<br />

da 80 sono divenute 450 e altrettanti<br />

gli studenti nei diversi corsi. Nuove sfide<br />

stanno davanti: dare anima all’attività<br />

scolastica ed educativa, sostenere<br />

le famiglie in difficoltà, resistere<br />

nella crisi generale. È sempre vero<br />

quanto afferma lo slogan cooperativo:<br />

insieme si può. ■<br />

Natalino Poggi<br />

16 IV - 2011


COMO<br />

MONTI E GUANELLA:<br />

STIMA E AMICIZIA<br />

TRA DUE UOMINI DI DIO<br />

Due uomini di Dio, ma non<br />

solo. È noto il legame di stima<br />

e collaborazione che unì<br />

Luigi Guanella e Luigi Maria<br />

Monti. Entrambi figli <strong>dell</strong>a laboriosa<br />

terra lombarda (valtellinese il primo,<br />

brianzolo il secondo), vissero in un<br />

contesto storico segnato da un’impressionante<br />

rinascita <strong>dell</strong>’impegno<br />

<strong>dei</strong> cattolici in ambito sociale. A loro si<br />

deve non solo la fondazione di due<br />

<strong>Con</strong>gregazioni religiose, ma soprattutto<br />

la capacità di aver saputo leggere<br />

e coniugare in opere di assistenza il<br />

messaggio del Vangelo con l’attenzione<br />

ai bisogni degli ultimi.<br />

La memoria e il carisma di questi due<br />

giganti <strong>dell</strong>a carità saliti alla gloria degli<br />

altari sono oggi patrimonio <strong>dell</strong>’intera<br />

Chiesa universale. Le <strong>Con</strong>gregazioni<br />

da loro fondate provvedono poi a<br />

valorizzarne il ricordo attraverso molteplici<br />

iniziative, anche culturali. È il<br />

caso del museo dedicato a don Luigi<br />

Guanella inaugurato a Como nel 2008<br />

che nel tempo è diventato un polo spirituale<br />

e culturale per la città e per il<br />

territorio. «L’idea di realizzare un museo<br />

accanto al Santuario del Sacro<br />

Cuore viene da lontano – spiega don<br />

Remigio Oprandi, padre provinciale<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> Servi <strong>dell</strong>a<br />

Carità – . Già negli anni ‘80 furono allestite<br />

alcune stanze al piano terra e al<br />

secondo piano <strong>dell</strong>a “Casa Divina<br />

Provvidenza” adiacenti ai locali in cui<br />

visse e morì il Guanella, per raccogliere<br />

alcuni oggetti e reliquie appartenuti<br />

a lui o a personaggi a lui vicini». Una<br />

struttura del tutto simile a quella voluta<br />

dai <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />

a Saronno dove sono stati raccolti<br />

oggetti e scritti del Fondatore.<br />

ll museo di Como dedica una sezione<br />

ai rapporti tra don Guanella e altri<br />

grandi personaggi suoi contempora-<br />

Testimonianze del rapporto<br />

che unì i due giganti <strong>dell</strong>a<br />

carità sono conservati nel<br />

museo che raccoglie scritti<br />

e oggetti del sacerdote<br />

valtellinese.<br />

nei, come appunto padre Monti, don<br />

Bosco, don Orione, mons. Ferrari,<br />

Bartolo Longo, padre Agostino Gemelli,<br />

don Alberione, nonché i Papi<br />

del tempo, in particolare Pio X.<br />

Il piano terra, con reception e sala<br />

multimediale, tratta invece <strong>dell</strong>’uomo<br />

don Luigi inserito nel suo contesto<br />

Il fatto<br />

QUELL’INCONTRO<br />

ALLA STAZIONE DI LECCO<br />

storico, <strong>dell</strong>a sua relazione con Dio e<br />

<strong>dell</strong>a carità operosa verso i più poveri<br />

e abbandonati, che lo portò nel 1886<br />

a fondare la Casa Divina Provvidenza<br />

di Como, primo <strong>dei</strong> suoi istituti.<br />

Nell’insieme è un centro di richiamo<br />

religioso e culturale che non solo<br />

raccoglie, conserva e ordina le testimonianze<br />

che si riferiscono a don<br />

Luigi Guanella, ma ne diffonde il carisma,<br />

la spiritualità, l’azione e nello<br />

stesso tempo promuove e divulga<br />

studi e ricerche sulla sua figura, sui<br />

suoi rapporti con il tempo storico e il<br />

territorio. ■<br />

I rapporti di conoscenza e di stima reciproca tra don Guanella (nella<br />

foto) e padre Monti sono documentati da un testo, che riportiamo integralmente,<br />

in cui si descrive un loro singolare incontro.<br />

«Alla stazione ferroviaria di Lecco, Don Guanella incontrò un sacerdote<br />

che camminava perplesso davanti alla biglietteria. Riconobbe il Padre<br />

Luigi Monti, fondatore <strong>dell</strong>’ordine religioso detto <strong>dei</strong> <strong>Con</strong>cettini o <strong>Con</strong>cezionisti.<br />

Da persona esperta di certe situazioni, Don Guanella comprese<br />

che l’amico aveva tutta l’intenzione di partire, ma non aveva neanche un<br />

soldo per pagare il biglietto. S’avvicino, lo salutò, gli disse che anche lui<br />

doveva partire e senza preamboli, lasciando Padre Luigi sbalordito, gli<br />

accennò che aveva capito completamente la sua penosa situazione. Poi,<br />

senza lasciarlo parlare, tirò fuori dalla tasca il proprio borsellino e lo vuotò<br />

fino all’ultimo spicciolo nelle mani di Padre Luigi Monti, avviandolo alla<br />

biglietteria, perché non perdesse il treno ormai in partenza.<br />

Una volta salito, s’affacciò al finestrino e vide Don Guanella che lo<br />

salutava. Nella mente di Padre Monti allora sorse il dubbio che il suo problema<br />

fosse diventato quello del suo benefattore; e, mentre il treno si allontava,<br />

gli gridò: “E ora voi come farete?”. Don Guanella sorrise senza<br />

rispondere. Padre Monti, quando commentava il fatto, diceva: “Non sono<br />

mai riuscito a sapere come fece a prendere il treno, ma sono sicuro<br />

che ‘quello’ la Provvidenza se la portava in tasca!”». ■<br />

IV - 2011 17<br />

S.Cl.<br />

VITE PARALLELE


MEMORIA<br />

IN LIBRERIA<br />

EMILIO MARONI,<br />

UN PADRE<br />

SENZA BARRIERE<br />

L’Editrice Monti ha dato alle stampe una biografia del religioso trentino. Un uomo<br />

dall’inventiva gioiosa e creativa che lo portava a comporre stornelli, a suonare chitarra<br />

e fisarmonica, a realizzare presepi e diorami. La passione per l’educazione.<br />

Secondo l’aforisma di uno<br />

storico e scrittore scozzese,<br />

Thomas Carlyle, la storia del<br />

mondo non è altro che la biografia<br />

di grandi uomini. E di certo non<br />

si può non dare ragione: basta accordarsi<br />

però sul significato <strong>dell</strong>e parole.<br />

Se per grandi si intendono coloro<br />

che tengono le redini di eserciti,<br />

che guidano imperi, che governano<br />

nazioni o che compiono opere e scoperte<br />

eccezionali, allora dovremmo<br />

constatare che la vita di un piccolo<br />

frate nato in una frazione <strong>dell</strong>a Val di<br />

Ledro alla vigilia <strong>dell</strong>a grande guerra,<br />

costretto all’esilio in Boemia con la<br />

propria famiglia mentre il padre moriva<br />

sulle Dolomiti, rientrato nella miseria<br />

<strong>dell</strong>a sua terra nel frattempo divenuta<br />

italiana, accolto a Roma da<br />

una <strong>Con</strong>gregazione che lo formò e lo<br />

fece suo religioso, maestro di orfanelli<br />

in scuole <strong>dell</strong>a Lombardia e del<br />

Trentino, di nuovo alle prese con la<br />

desolazione e la disperazione lasciata<br />

dal secondo conflitto mondiale,<br />

fattosi sacerdote a 43 anni, tornato<br />

in terra di Brianza per vivere fianco a<br />

fianco con <strong>dei</strong> disabili, e infine promotore<br />

di una cooperativa sociale<br />

poco prima <strong>dell</strong>a morte, non potrebbe<br />

formare il racconto di un’esistenza<br />

che ha aggiunto valore alla storia<br />

come la si legge nei manuali e nei<br />

compendi, ma al massimo provocherebbe<br />

una spolverata ai ricordi di<br />

pochi che hanno incontrato e conosciuto<br />

quell’umile frate.<br />

Un piacere privato più che un fatto<br />

pubblico, e forse dedicare un libro a<br />

questa causa è anche troppo.<br />

Ma se prendessimo l’aggettivo<br />

di grande sotto<br />

un senso differente, legato<br />

non tanto al numero<br />

e alla vastità <strong>dell</strong>e imprese<br />

compiute, quanto<br />

alla forza degli ideali<br />

che muovono una vita,<br />

alle lotte interne ed<br />

esterne combattute per<br />

rendere quelle aspirazioni<br />

concrete, alla capacità<br />

di percepire come<br />

andranno le cose al<br />

di là del muro del presente, e al vantaggio<br />

che quelle visioni hanno recato<br />

a molti, allora la biografia di padre<br />

Emilio Maroni è di quelle che hanno<br />

fatto la storia e che tutt’oggi conti-<br />

nuano a muoverla. Il<br />

libro diventa così non<br />

solo la testimonianza di<br />

vicende particolari, limitate<br />

nel tempo e nello<br />

spazio, che si possono<br />

ben dire locali: ma porta<br />

l’esempio di un’anima<br />

che anche attraverso<br />

travagli interiori, soste,<br />

slanci e stanchezze ha<br />

avuto per filo maestro un<br />

ideale, quello <strong>dell</strong>a libertà,<br />

per la quale spendersi<br />

affinché chi ne fosse al momento<br />

privato da paure, pregiudizi, impedimenti,<br />

potesse al più presto trovare il<br />

modo di esperirla e goderla. In questo<br />

quella di padre Emilio può dirsi<br />

Prima Santa Messa di Emilio Maroni a Pré di Ledro, 25 luglio 1956.<br />

18 IV - 2011


una biografia universale, capace di<br />

parlare anche a chi non ha mai conosciuto<br />

quest’uomo, a chi coltiva interessi<br />

e pensieri differenti, a chi vive situazioni<br />

e tempi totalmente altri.<br />

A rendere bene l’intreccio tra il piccolo<br />

e il grande nella vita di padre Emilio<br />

è l’evento del sole nascosto: nel<br />

suo paese natale, Pré di Ledro, per i<br />

mesi d’inverno il disco solare resta<br />

coperto dalle montagne che incombono,<br />

e solo verso febbraio inizia il<br />

suo lento ritorno alla vista prima sui<br />

tetti <strong>dell</strong>e case poi sui volti <strong>dell</strong>e persone<br />

che risentono il calore e rivedono<br />

la pienezza <strong>dell</strong>a luce. Questo<br />

fenomeno naturale, del quale ebbe<br />

poche esperienze il nostro protagonista<br />

per via del peregrinare <strong>dei</strong> suoi<br />

giovani anni, si è tuttavia fatto in lui<br />

fenomeno spirituale: dapprima nella<br />

lenta e difficile ricerca del sole nascosto<br />

<strong>dell</strong>a sua anima. Non bastava<br />

infatti essere diventato un religioso<br />

concezionista e un maestro, e neppure<br />

l’essere consacrato sacerdote, per<br />

sentirsi un uomo compiuto: imparò<br />

nel tempo che vivere l’amore per il<br />

prossimo rendeva liberi anche tra<br />

affanni, stanchezze e malattie; e lo<br />

splendore <strong>dell</strong>a carità essere una tensione<br />

più che un risultato. Allo stesso<br />

modo intuì che poteva farsi strumento<br />

per coloro che vivevano in un buio<br />

che sembrava perenne, e insegnare<br />

con l’esempio e le opere che la luce,<br />

anche se obliata, non è mai cancellata:<br />

non ebbe la presunzione di redimere<br />

vite, di sostituirsi a famiglie e a<br />

Emilio Maroni con un gruppo di confratelli concezionisti.<br />

istituzioni sociali e non, sebbene alcune<br />

sue iniziative anticipassero di<br />

qualche anno la sistemazione di norme<br />

e leggi; ma quella di preparare al<br />

riscatto, di infondere la convinzione<br />

che oltre gli ostacoli il sole prima o poi<br />

rispunta col suo tepore e bagliore se<br />

solo si ha la forza di guardare in alto.<br />

Non a caso la Cooperativa sociale<br />

per disabili che aprì a Cantù, nei locali<br />

<strong>dell</strong>’istituto <strong>dei</strong> <strong>Con</strong>cettini in viale<br />

<strong>dell</strong>a Madonna nei primi anni ‘80, prese<br />

il nome di Gabbiano, a rimarcare<br />

nel rimando al racconto di Richard<br />

Bach come ciò che conta non è una<br />

meta, una destinazione, ma il volo.<br />

Dalla sua padre Emilio aveva la fede<br />

nella mano provvidente <strong>dell</strong>a Madonna,<br />

instillata sin da piccolo dalla<br />

mamma Irene e rafforzata quando, a<br />

partire dagli anni ‘60, prese ad accompagnare<br />

disabili e malati a Lourdes<br />

con i treni bianchi; un’inventiva<br />

gioiosa e creativa che lo portava a<br />

comporre stornelli, a suonare chitarra<br />

e fisarmonica, a realizzare presepi e<br />

diorami; la passione per l’educazione,<br />

spesa negli anni a cavallo <strong>dell</strong>a seconda<br />

guerra mondiale negli Istituti<br />

che la <strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione gestiva a<br />

Cantù, Arco e Milano; la serenità di<br />

accogliere chi si affidava a lui, al suo<br />

abito azzurro e al suo mantello nero;<br />

la gioia di avere a sé ragazzi e giovani;<br />

la capacità di entusiasmare e convincere;<br />

la leggerezza di un animo sul<br />

quale avevano scarsi appigli il rimorso,<br />

il rimpianto, l’ira, il rancore.<br />

Padre Emilio riceve dal Sindaco di Cantù<br />

la benemerenza per la Cooperativa<br />

Il Gabbiano.<br />

Un mese prima <strong>dell</strong>a sua scomparsa<br />

il Comune di Cantù gli attribuì un riconoscimento<br />

civile, una benemerenza<br />

nella forma di una medaglia e di<br />

una pergamena per quanto aveva<br />

compiuto nella cittadina brianzola.<br />

Padre Emilio non voleva accettare<br />

quel premio, di certo per via <strong>dell</strong>a sua<br />

indole schiva e riservata, ma anche<br />

perché sapeva di quello ben più importante,<br />

sebbene sofferto, che lo attendeva<br />

di lì a poco: tuttavia si fece<br />

convincere dalle parole di chi gli suggeriva<br />

che quell’onore era rivolto non<br />

a lui, ma all’opera e alla <strong>Con</strong>gregazione<br />

che rappresentava.<br />

Quell’uomo minuto e consunto dalla<br />

malattia, piccolo nelle sembianze, che<br />

alla storia e ai suoi riconoscimenti voleva<br />

sottrarsi, in realtà aveva già scritto<br />

la storia <strong>dell</strong>a comunità che lo festeggiava,<br />

e appariva grande a quanti<br />

erano accorsi quella domenica di fine<br />

febbraio per assistere alla celebrazione.<br />

Gli stessi e molti altri che l’avrebbero<br />

presto salutato.<br />

Grande è rimasto negli occhi di chi<br />

tutt’oggi porta bene impressa la sua<br />

figura e il suo insegnamento, occhi<br />

grati, che ancora si riempiono di lacrime<br />

a ricordi ben vivi che non hanno<br />

bisogno d’essere rispolverati da una<br />

biografia, il cui solo scopo è rinnovare<br />

il messaggio assoluto di padre<br />

Emilio, quello di indicare il sole oltre<br />

le barriere <strong>dell</strong>a vita. ■<br />

IV - 2011 19<br />

Omar Viganò<br />

MEMORIA


SPIRITUALITÀ<br />

CUGLIERI<br />

OASI DI PACE<br />

TRA LE QUERCE<br />

DELLA SARDEGNA<br />

Il logo del Centro Spiritualità<br />

Giovani (CSG) di Cuglieri è una<br />

splendida sintesi <strong>dell</strong>a sensibilità<br />

montiana: sotto il tetto stilizzato di<br />

una casa si trova Maria con il Bambino<br />

Gesù. Immerso in un’incantevole oasi<br />

di verde, nel cuore del Montiferru, a<br />

circa 900 metri sul livello del mare, lungo<br />

la strada ricoperta di boschi che<br />

congiunge Cuglieri a Santulussurgiu,<br />

il CSG “Casa Ss. Annunziata”, fondato<br />

agli inizi degli anni ‘80, continua il<br />

suo percorso tra i giovani <strong>dell</strong>a Sardegna,<br />

ma anche del “continente” e oltre.<br />

Un luogo umile ma fiero come le<br />

antiche querce che lo circondano. Il<br />

CSG è stato per anni una casa di accoglienza<br />

per minori e d’estate ospitava<br />

gruppi di giovani per incontri di<br />

spiritualità. Da qualche anno è stata<br />

avviata un’attività di accoglienza stabile<br />

e diluita nel corso di tutto l’anno.<br />

«Nei suoi quasi 30 anni di vita – spiega<br />

il responsabile padre Giuseppe<br />

Pusceddu – il CSG ha visto passare<br />

migliaia di giovani per incontri di vario<br />

genere: formazione al volontariato,<br />

campi-scuola, catechesi, esercizi<br />

spirituali, vacanze di servizio. Grazie<br />

a loro il CSG è cresciuto, riscoprendo<br />

ogni giorno di più la sua vocazione<br />

ad essere ancora, per ragazzi e giovani<br />

che si avvicinano alla vita e alle<br />

scelte che essa esige, luogo discreto<br />

e amichevole di incontro, di scambio,<br />

di confronto, di crescita».<br />

È frequentata prevalentemente da<br />

giovani provenienti dalla Sardegna.<br />

Arrivano dalle parrocchie e dai movimenti<br />

ecclesiali. Al suo interno si svolgono<br />

anche servizi di formazione per<br />

il mondo del volontariato. Negli ultimi<br />

anni l’attività viene spesso gestita direttamente<br />

dai parroci <strong>dell</strong>a zona. Il<br />

Centro organizza settimane di spiritualità.<br />

Il rapporto di collaborazione<br />

Il CSG “Casa Ss. Annunziata” è diventato un punto<br />

di riferimento per giovani alla ricerca di momenti<br />

di preghiera e riflessione. Attività di accoglienza stabile<br />

e diluita nel corso di tutto l’anno gestita dalla CFIC<br />

in stretto contatto con la Chiesa locale.<br />

con la Chiesa locale è ottimo. L’attuale<br />

vescovo di Alghero-Bosa (diocesi<br />

in cui si trova il CSG) è da un anno<br />

mons. Mauro M. Morfino, un religioso<br />

salesiano molto legato al Centro di<br />

spiritualità. «Dio, si sa, è di casa sui<br />

monti, e molti potrebbero testimoniare<br />

di averlo “incontrato” proprio qui,<br />

intorno a un gruppo di amici sconosciuti<br />

fino al giorno prima, oppure nel<br />

silenzio di una giornata di “deserto”,<br />

lontani da computer, Tv e cellulari<br />

molesti, ma anche nella preghiera silenziosa<br />

e piena di pace <strong>dell</strong>a sera, o<br />

nella passeggiata sotto le stelle».<br />

«Il CSG – aggiunge padre Pusceddu –<br />

è intitolato alla Vergine Maria, donna<br />

giovane che ha saputo rendersi disponibile<br />

al sorprendente disegno di<br />

Nelle foto, alcune vedute del Centro<br />

di Spiritualità Giovanile di Cuglieri.<br />

Dio ponendosi in ascolto attento eppure<br />

gioioso. In sintonia con questo<br />

nome, le iniziative e le esperienze spirituali<br />

del CSG fanno esplicito riferimento<br />

alla Parola di Dio, il cui ascolto<br />

assiduo e costante costituisce il<br />

cuore e il fine <strong>dell</strong>e esperienze stesse.<br />

La casa offre, in un clima di fraternità<br />

e condivisione anche <strong>dei</strong> servizi ordinari,<br />

l’opportunità per lo svolgimento<br />

di una normale vita comune».<br />

Le attività si caratterizzano, in un clima<br />

di spiritualità e d’amicizia, per una intensa<br />

condivisione e partecipazione,<br />

oltre che per l’ascolto e il confronto<br />

amichevole e fraterno fra tutti i partecipanti.<br />

La collaborazione con diversi organismi<br />

(diocesi, istituti religiosi, parrocchie,<br />

agenzie formative, gruppi<br />

e movimenti) è un elemento decisivo<br />

<strong>dell</strong>e esperienze, in quanto favorisce la<br />

conoscenza <strong>dell</strong>e più diverse realtà ecclesiali.<br />

L’incontro di giovani famiglie,<br />

inoltre, in aggiunta all’attività “classica”<br />

del CSG, offre un’ulteriore opportunità<br />

di confronto e di scambio tra coloro<br />

che vivono una simile esperienza e<br />

si pone come concreta occasione di<br />

crescita e di maturazione. ■<br />

20 IV - 2011<br />

S.Cl.


TIRANA (ALBANIA)<br />

IL POLIAMBULATORIO<br />

E LA FARMACIA<br />

DELLA RINASCITA<br />

T<br />

irana è una città ambiziosa.<br />

Sebbene sia la capitale di un<br />

piccolo Paese del sud-est<br />

europeo, ambisce ad essere<br />

un punto di riferimento importante per<br />

tutta l’area. Ormai corre verso il milione<br />

di abitanti, un terzo <strong>dell</strong>’intera Albania.<br />

All’inizio degli anni Novanta<br />

erano meno di duecentomila. Chi visita<br />

Tirana, troverà sempre novità di<br />

rilievo. Ora mette in bella mostra la<br />

rinnovata piazza centrale, teatro <strong>dei</strong><br />

grandi avvenimenti che hanno decretato<br />

la fine del regime di Enver Hohxa.<br />

Il recente cambio del sindaco ha prodotto<br />

anche cambiamenti nel progetto<br />

architettonico: è una prassi da queste<br />

parti. Ma la città non nasconde<br />

nemmeno le sue lacune, ingigantite<br />

dall’inurbamento veloce e massiccio<br />

<strong>dell</strong>a popolazione albanese.<br />

Dalla metà degli anni Novanta opera<br />

nel centro, in Rruga ë Kavajes 120, il<br />

Poliambulatorio Padre Monti, realizzato<br />

dalla Fondazione Nostra Signora<br />

del Buon <strong>Con</strong>siglio, grazie al supporto<br />

<strong>dell</strong>’ospedale romano IDI. Si<br />

trattò di una grande novità per gli abitanti<br />

<strong>dell</strong>a città e <strong>dell</strong>a periferia: le<br />

bianche Sorelle <strong>dell</strong>a Misericordia e i<br />

religiosi di Padre Monti, insieme, manifestavano<br />

un volto nuovo <strong>dell</strong>’amore<br />

di Cristo: non tanto attraverso la<br />

gestione di una parrocchia, quanto<br />

attraverso un’attività sanitaria. E, a<br />

fianco, nasceva una farmacia, creatura<br />

voluta anche da IDI Farmaceutici<br />

di Pomezia.<br />

Col passare degli anni la città migliorava<br />

nelle strade, nei palazzi, nei negozi.<br />

Non ci si poteva più cullare sugli<br />

allori, visto che nascevano anche<br />

altri poliambulatori dal chiaro orientamento<br />

speculativo. La popolazione<br />

continuava a prediligere il “Padre<br />

Monti”, benché struttura e attrezzatu-<br />

A diciott’anni dalla<br />

presenza <strong>dell</strong>a comunità<br />

montiana in Albania le sue<br />

due prime attività sono<br />

state ristrutturate.<br />

Un servizio per tutti<br />

nel cuore <strong>dell</strong>a città.<br />

Ambienti rinnovati per il<br />

Poliambulatorio e la Farmacia a Tirana.<br />

re cominciassero ad essere obsoleti.<br />

Eppure erano trascorsi solo quindici<br />

anni! Il miglioramento del tenore di vita<br />

aveva pian pian reso autosufficiente<br />

l’iniziativa e non c’era più bisogno<br />

del sostegno italiano assicurato per<br />

tanti anni. Era tempo di intervenire.<br />

Nelle due ultime estati, nei brevi tempi<br />

di chiusura <strong>dell</strong>’attività, sono stati<br />

compiuti importanti lavori di ristrutturazione<br />

<strong>dell</strong>e sale di attesa, degli studi<br />

medici, del reparto di radiologia,<br />

<strong>dell</strong>a farmacia. Nuove attrezzature<br />

medicali sono state acquisite, con un<br />

indubbio sforzo economico, ma con<br />

l’orgoglio di mettere a disposizione<br />

<strong>dei</strong> malati quanto viene ottenuto con<br />

il lavoro di tutti i giorni. Padre Jerome,<br />

un religioso del Camerun da due anni<br />

in Albania, ha vigilato<br />

con tenacia e<br />

perizia sui lavori in<br />

corso.<br />

All’inizio di dicembre<br />

gli ambienti sono<br />

stati inaugurati<br />

alla presenza del<br />

personale e <strong>dei</strong> pazienti.<br />

In quella circostanza<br />

sono state<br />

salutate le suore<br />

Giuliana e Antonietta,<br />

che stavano concludendo la presenza<br />

del loro Istituto a Tirana dopo<br />

anni di generoso servizio. Una nota di<br />

sofferenza in tanta gioia. Ma anche un<br />

segno eloquente <strong>dell</strong>a carità cristiana:<br />

il seme posto è cresciuto nell’amore<br />

paziente. Le suore ora possono ripartire,<br />

povere come sono venute. E il<br />

“grazie” di tanti ha svelato una profonda<br />

gratitudine, pur segnata da<br />

qualche lacrima di affettuosa nostalgia.<br />

Il Poliambulatorio e la Farmacia<br />

continuano ad essere un baluardo<br />

nella centrale via <strong>dell</strong>a capitale albanese,<br />

testimoni di un impegno che è<br />

cresciuto nel tempo con la nuova<br />

Università e con gli altri centri sanitari<br />

alle porte <strong>dell</strong>a città, sulla via per<br />

Durazzo. ■<br />

21<br />

SANITÀ


PEDAGOGIA<br />

SARONNO<br />

UN LABORATORIO<br />

PER RIPENSARE<br />

LA SCUOLA<br />

Il CFP Padre Monti ha avviato<br />

un’interessante esperienza<br />

nel campo <strong>dell</strong>e metodologie<br />

didattiche e di apprendimento.<br />

La scuola come luogo di costruzione<br />

di un futuro professionale, ma<br />

anche di desiderio e di crescita<br />

globale <strong>dell</strong>a persona.<br />

Èda molti anni che il CFP Padre<br />

Monti di Saronno è laboratorio<br />

di innovazione nel<br />

campo <strong>dell</strong>e metodologie<br />

didattiche e di apprendimento. Questo<br />

approccio di continua<br />

sperimentazione è un elemento<br />

imprescindibile per<br />

chi, come in questo contesto,<br />

si trova a portare<br />

avanti attività formative<br />

con un’utenza sempre più<br />

spesso caratterizzata da<br />

problematiche personali e<br />

sociali, e per chi non si accontenta<br />

del classico paradigma<br />

in cui la scuola è vista<br />

come luogo di<br />

“travaso” di un sapere depositario,<br />

ma voglia porre<br />

al centro la persona come protagonista<br />

<strong>dell</strong>a costruzione del proprio apprendimento<br />

e quindi del proprio percorso<br />

di vita.<br />

È ugualmente da diversi anni che il<br />

centro di Saronno, grazie al know how<br />

sviluppato e alla mission ereditata dalla<br />

figura del Fondatore, ai corsi storici<br />

legati alla formazione di operatori e<br />

tecnici grafici, affianca servizi specifi-<br />

ci per l’utenza più svantaggiata, e in<br />

generale di promozione del benessere<br />

scolastico e del successo formativo.<br />

Corsi per ragazzi in situazione di<br />

abbandono scolastico, servizi di<br />

orientamento e rimotivazione<br />

per studenti degli<br />

istituti del territorio, sportello<br />

di ascolto, attività<br />

educative pomeridiane ed<br />

estive, azioni di ricerca e<br />

mo<strong>dell</strong>izzazione di buone<br />

prassi sono alcuni esempi<br />

di questa esperienza.<br />

Recentemente l’idea, fortemente<br />

condivisa dalle direzioni<br />

e dagli operatori<br />

coinvolti in questo settore<br />

di attività, era che i tempi<br />

fossero maturi affinché<br />

si potesse e si dovesse fare un salto<br />

in avanti, dedicare una specifica<br />

divisione <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />

Monti a tali progetti, un coordinamento<br />

specifico mirato a organizzare,<br />

e soprattutto ampliare e implementare<br />

quest’area di servizi, questa<br />

ricchezza, al fine di offrire al territorio<br />

una risorsa di eccellenza, un riferimento<br />

formativo per i ragazzi in si-<br />

tuazione di disagio e svantaggio sociale,<br />

ma anche per tutti gli adolescenti<br />

alla ricerca di stimoli inediti per<br />

crescere e apprendere. Nasce così<br />

nel settembre del 2010 il progetto<br />

“Laboratorio FRIDA” (Formazione,<br />

Ricerca, Itinerari Di Apprendimento<br />

- www.fridapadremonti.it).<br />

Uno <strong>dei</strong> primi obiettivi è stato quello di<br />

rafforzare la dimensione <strong>dell</strong>a ricerca<br />

pedagogica, nella volontà che uno <strong>dei</strong><br />

principali punti di forza di FRIDA fosse<br />

proprio il suo porsi come connessione<br />

fra la dimensione <strong>dell</strong>o studio teorico e<br />

quella del lavoro pratico sul campo,<br />

tra l’approfondimento e la riflessione<br />

metodologica e i ragazzi “veri”.<br />

A questo scopo si è attivata una collaborazione<br />

stabile con alcuni ricercatori<br />

e docenti universitari (su tutti,<br />

Piergiorgio Reggio, Università Cattolica,<br />

vice presidente <strong>dell</strong>’Istituto<br />

Paulo Freire Italia) e una partnership<br />

con la Scuola di Apprendimento<br />

Esperienziale <strong>dell</strong>a Società di Formazione<br />

“Metodi”, da sempre all’avanguardia<br />

nella ricerca di nuovi<br />

mo<strong>dell</strong>i di apprendimento.<br />

Attività principale del Laboratorio<br />

FRIDA è sicuramente il corso <strong>Anno</strong><br />

22 IV - 2011


Unico, ereditato dal lavoro storico <strong>dell</strong>’Associazione<br />

Padre Monti e in questo<br />

contesto implementato.<br />

Se al tempo del Beato Monti l’urgenza<br />

era quella di accogliere gli orfani,<br />

ragazzi rimasti senza famiglia<br />

nella necessità di essere accolti e trovare<br />

un lavoro per sostentarsi autonomamente,<br />

forse oggi i nuovi orfani<br />

sono tutti quei minori che, dopo alcuni<br />

insuccessi scolastici, rimangono<br />

“abbandonati a sé stessi” alla ricerca<br />

di una direzione, orfani di una ricerca<br />

di senso, nel doppio valore di costruzione<br />

di significati riguardo alla propria<br />

vita e di direzione, ragazzi che si<br />

trovano a passare lunghe giornate a<br />

casa o in strada, vissuto che, oltre ad<br />

acuire la condizione di crisi personale,<br />

porta in alcuni casi a situazioni di<br />

devianza che hanno come vittime i<br />

ragazzi stessi e la comunità.<br />

Il corso <strong>Anno</strong> Unico nasce per dare<br />

una risposta specifica proprio a<br />

queste situazioni. Si tratta di un percorso<br />

che copre l’intera durata di<br />

un anno scolastico, attraverso il<br />

quale gli allievi hanno modo, in<br />

un clima ospitale, sperimentandosi<br />

in aula, in laboratorio, in<br />

stage, in contesti outdoor, di elaborare<br />

un progetto personale che<br />

li porti a un reinserimento scolastico<br />

o lavorativo.<br />

Competenze trasversali<br />

Una proposta “unica” in quanto alle<br />

normali materie curriculari e al lavoro<br />

pratico, comunque presenti, viene<br />

privilegiata l’attività educativa, di crescita<br />

personale, lo sviluppo <strong>dell</strong>e cosiddette<br />

“competenze trasversali”:<br />

capacità riflessive, di rielaborazione<br />

del momento di crisi, il rafforzamento<br />

<strong>dell</strong>e potenzialità e <strong>dell</strong>e risorse positive,<br />

in una tensione verso il cambiamento,<br />

la valorizzazione e la cura di<br />

sé in cui il ragazzo stesso sia protagonista.<br />

Se nei primi anni il corso accoglieva<br />

circa 15 ragazzi, ultimamente<br />

il numero è pressoché raddoppiato<br />

ed è in continua crescita, a riprova di<br />

quanto sia forte l’emergenza sociale<br />

su questo fronte, e di quanto un servizio<br />

di questo genere possa esserne<br />

una <strong>dell</strong>e risposte efficaci.<br />

Accanto al corso <strong>Anno</strong> Unico e collegato<br />

ad esso, Laboratorio FRIDA<br />

ha ideato e attivato il percorso WIP<br />

(Work In Progress), una proposta per<br />

ragazzi che hanno terminato la propria<br />

esperienza scolastica prima del compimento<br />

<strong>dell</strong>a maggiore età e per cui<br />

la ricerca del lavoro non ha dato risultati<br />

positivi a causa del fattore anagrafico<br />

e <strong>dell</strong>’attuale riduzione <strong>dell</strong>e<br />

assunzioni. Si tratta di una sorta di<br />

“pre-apprendistato” in cui i ragazzi si<br />

sperimentano in lunghi periodi di stage<br />

intervallati da momenti a scuola di<br />

riflessione individuale e di gruppo, in<br />

un’ottica di “apprendimento esperienziale”,<br />

in cui il vissuto viene rielaborato<br />

per trasformarsi in competenze<br />

personali e consapevolezza di sé.<br />

Oltre a queste proposte, rivolte ad<br />

adolescenti non più inseriti in corsi di<br />

formazione e istruzione, Laboratorio<br />

FRIDA organizza un ampio spettro di<br />

servizi e interventi per ragazzi frequentanti<br />

la scuola: da corsi di rimotivazione<br />

e ri-orientamento all’interno<br />

degli istituti del territorio per alunni a<br />

rischio “cedimento”, allo sportello di<br />

counselling psicologico per adolescenti<br />

(evoluzione <strong>dell</strong>o storico “teen<br />

point”), a corsi pomeridiani in cui, utilizzando<br />

risorse come la musica e il<br />

teatro, artisti e formatori collaborano<br />

per proporre ai ragazzi un’inedita<br />

esperienza di crescita. A fianco al lavoro<br />

diretto con gli adolescenti, la<br />

nuova divisione <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />

Monti promuove servizi per adulti<br />

in diverso modo coinvolti nell’attività<br />

educativa.<br />

Infine, allo scopo di far sì che lo studio,<br />

il know how e l’esperienza accumulata<br />

possano divenire risorsa collettiva,<br />

Laboratorio FRIDA promuove<br />

corsi, interventi di consulenza, momenti<br />

di approfondimento e riflessione<br />

per educatori e formatori, rivolti<br />

sia all’interno <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />

Monti che all’esterno.<br />

Pensare la scuola<br />

Proprio in questo contesto alla fine<br />

del mese di ottobre si è svolto,<br />

presso l’aula magna <strong>dell</strong>’Istituto,<br />

il convegno “Pensare la<br />

scuola, tra passato e futuro,<br />

qui e l’altrove. Dalla scuola di<br />

don Milani alla scuola di Paulo<br />

Freire” a cui hanno partecipato un<br />

centinaio di ragazzi e più di 70 tra insegnanti<br />

ed educatori. È stata una<br />

giornata intensa in cui si sono succeduti<br />

gli interventi di Piergiorgio<br />

Reggio, docente universitario e<br />

formatore, Waldemar Boff, impegnato<br />

in un progetto di educazione<br />

e scolarizzazione nella<br />

periferia di Rio de Janeiro, eLina<br />

Ferrero, fondatrice <strong>dell</strong>a scuola<br />

popolare “La Ghiaia” di Asti. La<br />

scelta di confrontarsi con pedagogisti<br />

che hanno sempre affiancato a un<br />

approfondito studio teorico l’attenzione<br />

alle persone più bisognose, e<br />

alla pratica educativa la ricerca di<br />

giustizia sociale, ha portato importanti<br />

stimoli ai presenti, partecipanti<br />

e organizzatori, che hanno avuto<br />

modo di incontrarsi e riflettere insieme<br />

negli workshop pomeridiani. Si è<br />

condivisa la necessità di una scuola<br />

che guardi ai problemi contingenti<br />

ma anche all’ “oltre”, che sia luogo di<br />

costruzione di un futuro professionale<br />

ma anche di desiderio e di crescita<br />

globale <strong>dell</strong>a persona. Orizzonti verso<br />

i quali, Laboratorio FRIDA, nel suo<br />

piccolo, vuole camminare. ■<br />

IV - 2011 23<br />

Davide Fant<br />

PEDAGOGIA


Piccoli Fratelli Jesus Caritas<br />

A CAUSA DI GESÙ<br />

E DEL VANGELO<br />

Tra contemplazione<br />

e vita concreta<br />

Riflessioni di Gabriele Faraghini<br />

pp. 168 € 12,00<br />

I Piccoli Fratelli Jesus Caritas sono un<br />

ramo <strong>dell</strong>a famiglia religiosa che si rifà alle intuizioni del<br />

beato Charles de Foucauld e sono presenti in Italia e all’estero.<br />

Essi ritmano la loro giornata fra la preghiera liturgica<br />

e l’adorazione eucaristica, tempi di solitudine, spazi di<br />

lavoro e servizio pastorale. Il loro priorato generale è nell’Abbazia<br />

di Sassovivo (sec. XI), a Foligno, in terra umbra.<br />

Il suo chiostro abbaziale costituisce un vero e proprio gioiello<br />

artistico e architettonico. In memoria di antichi contatti<br />

con il monachesimo orientale e, soprattutto, con la Chiesa<br />

maronita, la cripta <strong>dell</strong>’abbazia è dedicata a san Marone,<br />

celebre eremita la cui santità fiorì nel IV-V secolo. A Nazaret<br />

i Piccoli Fratelli sono custodi del minuscolo convento<br />

che ha visto le lunghe ore di orazione di Charles de Foucauld,<br />

e che oggi è luogo di continua preghiera e accoglienza<br />

per la gente del posto e per i pellegrini, sempre più<br />

numerosi, che giungono da ogni parte del mondo.<br />

Gabriele Faraghini, romano, piccolo fratello Jesus Caritas,<br />

presbitero, viene dal mondo scoutistico e parrocchiale.<br />

Anna Accorsi<br />

I PENSIERI DELLA VITA<br />

pp. 72 € 10,00<br />

Una raccolta di scritti “intimi”, costruiti<br />

sull’ascolto attento di cosa<br />

l’amore, e un amore di coppia, l’amore<br />

di una donna per il suo uomo, sussurra<br />

alla mente nel volgere <strong>dell</strong>e stagioni<br />

<strong>dell</strong>a vita. La cura e il rispetto,<br />

quasi pudico, di queste dimensioni interiori impongono al<br />

lettore di addentrarvisi con cautela e circospezione, attenti<br />

a percepire le sfumature più che i colori forti, a cogliere<br />

ogni accento bisbigliato da bocca a orecchio, a fermarsi e<br />

semplicemente contemplare lo spettacolo fragile e grandioso<br />

a un tempo di un cuore che disvela se stesso. Le<br />

poesieeiracconti di Anna Accorsi qui raccolti sono come<br />

il “condensato” <strong>dell</strong>a sua vita matrimoniale. Sono testi<br />

molto personali ma che al contempo hanno la capacità<br />

(la sapienza, appunto, è questo) di toccare le corde fondamentali<br />

<strong>dell</strong>a vita umana trascendendo l’esperienza del<br />

vissuto del singolo e parlando a ogni lettore.<br />

Anna Accorsi neuropsichiatra infantile, ha elaborato un proprio<br />

metodo professionale, innovativo per la sua efficacia e<br />

umanità. Purtroppo è mancata prematuramente nel 2002 lasciando<br />

dietro di sé un grandissimo e commosso ricordo.<br />

È tuttora molto conosciuta nei centri e nei luoghi dove ha<br />

vissuto e operato, in particolare a Legnano e presso il Poliambulatorio<br />

<strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti di Saronno.<br />

Per informazioni e acquisti: Editrice Monti<br />

Adriano Sella<br />

MINIGUIDA DELLE<br />

RELAZIONI UMANE<br />

pp. 96 € 4,50<br />

Un libretto dedicato alla ricchezza che<br />

nessuno potrà mai sottrarre all’umanità:<br />

le relazioni umane. Gli approcci<br />

affrontati sono quattro: quello sociale<br />

(superare la povertà relazionale <strong>dell</strong>a nostra società); quello<br />

antropologico (riscoprire l’uomo in tutte le sue dimensioni,<br />

non solo quelle fisiologiche); quello economico (come<br />

misurare e valorizzare i beni relazionali e la Felicità<br />

Interna Lorda); quello cristiano (vedere gli altri come fratelli).<br />

La Miniguida presenta poi: nuove pratiche per recuperare<br />

e salvaguardare le relazioni umane; metodi concreti<br />

sperimentati per favorire condizioni di ascolto e di<br />

dialogo; un laboratorio, che tutti possono fare, sulle relazioni<br />

interpersonali.<br />

Adriano Sella è un missionario originario di Vicenza. Ha<br />

lavorato per molti anni in Amazzonia coordinando le Pastorali<br />

Sociali <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>ferenza Episcopale del Nord II del<br />

Brasile, e accompagnando le comunità ecclesiali di base<br />

e i movimenti sociali come quello <strong>dei</strong> Sem Terra. Dal 2006<br />

si è inserito nella Diocesi di Padova, dove coordina la<br />

Commissione Diocesana Nuovi Stili di <strong>Vita</strong> e la Rete Interdiocesana<br />

Nuovi Stili di <strong>Vita</strong>.<br />

Istituto Padre Monti<br />

I PRESEPI<br />

DI FRATEL<br />

MATTEO<br />

Foto di Edio Bison<br />

pp. 88 € 10,00<br />

Da diversi anni l’Istituto<br />

Padre Monti di Saronno, nel periodo natalizio, è meta di<br />

numerosissimi visitatori, attratti dai capolavori allestiti in mostra<br />

dall’Associazione Amici di Padre Monti. Tra questi spiccano<br />

i diorami costruiti nel tempo da un religioso montiano:<br />

fratel Matteo Chita, morto nel 1999 all’età di ottantasei anni,<br />

all’IDI di Roma. Aveva sei anni quando ideò e realizzò il<br />

suo primo presepio per la sua parrocchia. Il primo di duemilaseicento<br />

esemplari. La Prima guerra mondiale lo rese<br />

orfano di padre. La madre fu costretta ad affidarlo alle cure<br />

<strong>dell</strong>’Istituto Morabito di Polistena dove incontrò i <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione. Da allora<br />

visse due vite parallele: quella<br />

reale e quella artistica, non<br />

dissociate ma indipendenti, prodotte<br />

però dallo stesso spirito religioso.<br />

<strong>Con</strong> questo libro l’Editrice<br />

Monti vuole dare il giusto<br />

tributo a (come afferma padre<br />

Giovanni Cazzaniga) «un religioso<br />

fedele e laborioso, presepista<br />

di fama internazionale».<br />

Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. 02.9670.8107<br />

info@editricemonti.it • www.editricemonti.it

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