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il procedimento di condono edilizio dopo la corte costituzionale n ...

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Secondo <strong>la</strong> tesi che è sembrata finora prevalere, per <strong>il</strong> formarsi del provve<strong>di</strong>mento tacito è imposto solo<br />

<strong>il</strong> rispetto delle con<strong>di</strong>zioni formali, ma non anche <strong>il</strong> rispetto <strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina normativa sul <strong>condono</strong> 16 .<br />

Sicché è possib<strong>il</strong>e che <strong>la</strong> concessione tacita si formi, nel rispetto dell’art. 35, comma 12, L. n. 47 del 1985<br />

ovvero dell’art. 39, comma 4, L. n. 724 del 1994, ovvero dell’art. 32, comma 37, D.L. n. 269 del 2003, ma sia<br />

<strong>il</strong>legittima per contrasto con le altre norme che <strong>di</strong>sciplinano <strong>il</strong> <strong>condono</strong>.<br />

Essendo <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio protratto per 24 mesi equiparato al provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> accoglimento, su tale<br />

provve<strong>di</strong>mento l’amministrazione può intervenire in via <strong>di</strong> autotute<strong>la</strong>, costituendo quest’ultima un principio<br />

generale.<br />

In giurisprudenza si è infatti osservato che “in forza del principio generale dell’autotute<strong>la</strong>,<br />

l’amministrazione conserva <strong>il</strong> potere <strong>di</strong> provvedere all’annul<strong>la</strong>mento d’ufficio del s<strong>il</strong>enzio-accoglimento formatosi<br />

ex art. 35 L. n. 47 del 1985, sul<strong>la</strong> domanda <strong>di</strong> concessione ed<strong>il</strong>izia in sanatoria” 17 .<br />

L’autotute<strong>la</strong> nei confronti dei provve<strong>di</strong>menti taciti, formatisi me<strong>di</strong>ante meccanismo <strong>di</strong> s<strong>il</strong>enzio – assenso,<br />

ha ora un fondamento normativo nell’art. 20, comma 1, L. n. 241 del 1990, a tenore del quale quando <strong>la</strong> legge<br />

consente meccanismi <strong>di</strong> s<strong>il</strong>enzio - assenso, “sussistendone le ragioni <strong>di</strong> pubblico interesse, l'amministrazione<br />

competente può annul<strong>la</strong>re l'atto <strong>di</strong> assenso <strong>il</strong>legittimamente formato, salvo che, ove ciò sia possib<strong>il</strong>e, l'interessato<br />

provveda a sanare i vizi entro <strong>il</strong> termine prefissatogli dall'amministrazione stessa”.<br />

L’autotute<strong>la</strong> si concreta nell’annul<strong>la</strong>mento del titolo ab<strong>il</strong>itativo tacito, sul presupposto del suo contrasto<br />

con <strong>la</strong> normativa urbanistica.<br />

Tale autotute<strong>la</strong> si atteggia in maniera peculiare.<br />

Bisogna infatti <strong>di</strong>stinguere <strong>il</strong> caso in cui non sussistono i presupposti legali, per <strong>la</strong> formazione del s<strong>il</strong>enzio<br />

– assenso: per es., non sono decorsi 24 mesi, si rientra in uno dei casi dell’art. 33 L. n. 47 del 1985, non sono<br />

state pagate tutte le somme dovute, non è stata presentata <strong>la</strong> documentazione necessaria all’accatastamento.<br />

In tale ipotesi l’amministrazione, in sostanza, contesta al privato <strong>la</strong> mancanza dei presupposti per <strong>il</strong><br />

venire ad esistenza del provve<strong>di</strong>mento tacito, e non avrebbe neppure bisogno <strong>di</strong> adottare un atto <strong>di</strong><br />

annul<strong>la</strong>mento.<br />

Se invece vengono rispettati dal privato i presupposti formali, si forma <strong>il</strong> provve<strong>di</strong>mento tacito.<br />

Ma tale provve<strong>di</strong>mento tacito potrebbe essere viziato per contrasto con <strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina del <strong>condono</strong>: p. es.,<br />

per mancata ultimazione dei <strong>la</strong>vori nei termini <strong>di</strong> legge, per superamento del<strong>la</strong> volumetria massima condonab<strong>il</strong>e, e<br />

sim<strong>il</strong>i.<br />

In tali ipotesi, l’amministrazione ha <strong>il</strong> potere <strong>di</strong> intervenire in via <strong>di</strong> autotute<strong>la</strong>, perché <strong>il</strong> titolo ab<strong>il</strong>itativo<br />

tacito, ancorché formatosi nel rispetto delle con<strong>di</strong>zioni legali, è affetto da vizi <strong>di</strong> legittimità.<br />

La giurisprudenza formatasi nel vigore dei precedenti condoni ha infatti osservato che <strong>il</strong> compimento<br />

delle opere abusive entro <strong>la</strong> data ultima prevista dal<strong>la</strong> legge, pur essendo un requisito necessario ai fini del r<strong>il</strong>ascio<br />

del provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> concessione in sanatoria ai sensi dell'art. 31 L. n. 47 del 1985, non lo è ai fini del verificarsi<br />

del s<strong>il</strong>enzio-accoglimento, non essendovi alcuna in<strong>di</strong>cazione al riguardo nel do<strong>di</strong>cesimo comma dell'art. 35 del<strong>la</strong><br />

legge citata 18 .<br />

Sicché, in una ipotesi come questa, <strong>di</strong> formazione del s<strong>il</strong>enzio accoglimento su una domanda <strong>di</strong> <strong>condono</strong><br />

per opere ultimate oltre i termini <strong>di</strong> legge, l’amministrazione può rimuovere <strong>il</strong> provve<strong>di</strong>mento formatosi per<br />

s<strong>il</strong>enzio-accoglimento me<strong>di</strong>ante l’esercizio del potere <strong>di</strong> annul<strong>la</strong>mento d’ufficio 19 .<br />

L’annul<strong>la</strong>mento d’ufficio del titolo tacito in sanatoria è ancorato ai medesimi presupposti dell’or<strong>di</strong>nario<br />

annul<strong>la</strong>mento <strong>di</strong> ufficio, vale a <strong>di</strong>re <strong>la</strong> sussistenza <strong>di</strong> un interesse pubblico concreto e attuale, <strong>la</strong> congrua<br />

motivazione, <strong>il</strong> rispetto delle regole proce<strong>di</strong>mentali: in giurisprudenza si è affermato che “allorché sia intervenuto<br />

<strong>il</strong> <strong>condono</strong> ed<strong>il</strong>izio me<strong>di</strong>ante s<strong>il</strong>enzio-assenso ex art. 35 L. n. 47 del 1985, resta fermo l’onere del comune <strong>di</strong><br />

esercitare, ove ne riscontri i presupposti, <strong>il</strong> proprio potere <strong>di</strong> autotute<strong>la</strong>, annul<strong>la</strong>ndo <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio-accoglimento così<br />

16 Cass. pen., sez. III, 18 gennaio 2001, Vitrani, in Mass.: “In tema <strong>di</strong> <strong>condono</strong> ed<strong>il</strong>izio ai sensi dell’art. 39 l. 23 <strong>di</strong>cembre 1994 n. 724, i<br />

presupposti per <strong>la</strong> formazione del s<strong>il</strong>enzio assenso comprendono non solo <strong>la</strong> presentazione del<strong>la</strong> istanza <strong>di</strong> sanatoria ed <strong>il</strong> decorso del<br />

termine <strong>di</strong> un anno, ma anche <strong>il</strong> pagamento integrale dell’ob<strong>la</strong>zione dovuta come determinata dal comune), <strong>la</strong> presentazione del<strong>la</strong><br />

documentazione tecnica e fotografica e <strong>la</strong> denuncia tempestiva al catasto”.<br />

17 Cons. St., sez. V, 26 novembre 1994 n. 1385, in Cons. Stato 1994, I, p. 1592.<br />

18 Cons. St., sez. VI, 14 apr<strong>il</strong>e 1993, n. 496, in Cons. Stato 1993, I, p. 544; Giur. it. 1993, III, 1, p. 838; Giust. civ. 1993, I, p. 2549; Riv. giur.<br />

ed<strong>il</strong>izia 1993, I, p. 872; ID., sez. V, 7 <strong>di</strong>cembre 1995 n. 1672, in Ammin. it. 1996, p. 1470; App. urb. ed<strong>il</strong>. 1996, p. 868; Riv. giur. ed<strong>il</strong>izia 1996,<br />

I, p. 129; ID., sez. V, 24 marzo 1997, n. 286, in Foro amm. 1997, p. 794; Riv. giur. ed<strong>il</strong>izia 1997, I, p. 769; ID, sez. IV, 20 maggio 1999, n.<br />

858, in Cons. Stato 1999, I, p. 804; Riv. giur. ed<strong>il</strong>izia 1999, I, p. 1041.<br />

19 In tal senso T.A.R. Napoli 17 marzo 1998, n. 883, in Trib. amm. reg. 1998, I, p. 2013; Cons. St., sez. V, 24 marzo 1997 n. 286, in Foro<br />

amm. 1997, p. 794; Riv. giur. ed<strong>il</strong>izia 1997, I, p. 769; ID., sez. VI, 14 apr<strong>il</strong>e 1993 n. 496, cit.a nt. 18, che precede; T.A.R. Toscana, sez. I, 16<br />

gennaio 1990 n. 17, in Foro amm. 1990, p. 1810; Trib. amm. reg. 1990, I, p. 1105; Cons. St., sez. VI, 21 settembre 1999 n. 1243, in Foro it.<br />

2000, III, p. 17.<br />

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