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È necessario ripartire da Padre Sevin,<br />
per il quale è in corso il processo di canonizzazione.<br />
Il gesuita francese non voleva<br />
fare dello scautismo un’identità assoluta,<br />
ma vedeva in questa esperienza un percorso<br />
con una forte spiritualità, modulata<br />
sulla Bibbia. Altro riferimento sono i coniugi<br />
Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi,<br />
partecipi anch’essi dell’avvio dello scautismo<br />
cattolico. Quanto al ruolo dello scautismo<br />
nella Chiesa, ci sono tre aspetti da<br />
non dimenticare: il radicamento antropologico<br />
nella Parola di Dio, che rischia di non esserci<br />
se la struttura prevale sullo spazio per la riflessione;<br />
la fedeltà al magistero della Chiesa,<br />
che è caratteristica della santità, e la fedeltà<br />
al metodo scout, perché le tecnologie non<br />
creano percorsi di senso. Nel dibattito è emersa<br />
la necessità di una maggiore preparazione<br />
scout del clero, ma anche quella di attingere<br />
alle scienze dell’educazione; molto apprezzato<br />
in questo senso l’intervento dell’assistente<br />
<strong>FSE</strong> don Zbigniew Formella, salesiano.<br />
La relazione di Riccardo Della Rocca, Presidente<br />
MASCI, è partita dal Concilio Vaticano<br />
II e dal rinnovamento che lo Spirito Santo ha<br />
portato nella Chiesa, con una valorizzazione<br />
del laicato in seguito un po’ contrastata da forme<br />
neo-clericali. C’è necessità oggi di adulti<br />
in grado di fecondare la società e la Chiesa,<br />
nell’accoglienza dell’altro e nella ricerca di<br />
modalità nuove per educare le persone.<br />
Per ultimo è intervenuto Mons. Cyril<br />
Vasil’, Vescovo e Assistente <strong>FSE</strong>, che è partito<br />
dalla testimonianza di padre Ivan Žužek, del<br />
suo incontro con lo scautismo, e di come un<br />
sacerdote come lui si sia dedicato con passione<br />
allo scautismo. Ha richiamato l’attenzione<br />
sul ruolo dei capi, che non hanno<br />
preparazione teologica né eloquenza, eppure<br />
convincono i ragazzi con quello che sono e<br />
quello che fanno. Un’educazione per modelli<br />
fondamentale anche per arrivare alla dimensione<br />
soprannaturale.<br />
NELLE SUE MANI<br />
È importante poi l’osservanza della Legge<br />
<strong>Scout</strong>, anche nelle piccole cose; la volgarità<br />
del linguaggio dovrebbe essere assente dall’ambito<br />
scout, non per perbenismo, ma per<br />
adesione sincera alla Legge.<br />
Un capo scout si contraddistingue poi per<br />
il suo affetto verso la Chiesa, il magistero, la<br />
gerarchia. Esprime il suo “Sentire cum Ecclesia”,<br />
anche nel suo essere sostenitore e collaboratore<br />
del parroco e della parrocchia. Deve<br />
saper difendere la dottrina della Chiesa, anche<br />
con grandi difficoltà, a volte pure di fronte ai<br />
sacerdoti.<br />
Padre Cirillo ricorda poi l’importanza della<br />
preghiera personale del capo, come anche<br />
della Messa quotidiana al campo, da proporre<br />
in modo chiaro e sereno e cercando il giusto<br />
equilibrio tra le preghiere comuni e quelle<br />
spontanee. Questa consuetudine lo aiuterà ad<br />
ascoltare meglio lo Spirito Santo, ad avere la<br />
giusta intelligenza nell’adattare il metodo con<br />
amore verso i ragazzi, ad essere un consigliere<br />
ascoltato, ad avere fortezza per resistere al<br />
male con dolcezza La salvezza eterna è più importante<br />
di ogni bene.<br />
In conclusione, il convegno è stata veramente<br />
un’occasione per condividere il cammino.<br />
Come ha detto Padre Alessandro, l’armonia<br />
di questi giorni è una testimonianza<br />
reciproca di forte appartenenza ecclesiale, un<br />
momento di grazia della storia dello scautismo<br />
italiano, che continua così la ricucitura della<br />
“tunica strappata”.<br />
<strong>AZIMUTH</strong> • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2013</strong> 5