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Quello che mi ha stupito è stato altro: la<br />
maggior parte di loro non sapeva trovare sul<br />
Vangelo il brano. “Capitolo” e “versetto” erano<br />
riferimenti sconosciuti.<br />
Dopo lo stupore iniziale, e la rinnovata<br />
consapevolezza che non si può dare nulla per<br />
scontato, mi sono messa a pensare a cosa potesse<br />
dirmi questo episodio.<br />
Mi accorgo sempre più che non solo la<br />
fede, ma anche la cultura cristiana, sta scomparendo<br />
dall’educazione delle giovani generazioni,<br />
in nome di un rispetto della libertà<br />
di scelta, che però trova il più grande limite<br />
nel non avere alcun punto di riferimento di<br />
base. Se Gesù e il Vangelo non trovano spazio<br />
nella vita delle bambine e delle ragazze, non<br />
lo troveranno di certo nelle Scolte e nelle<br />
Capo quando si tratterà di fare delle scelte di<br />
vita e di servizio.<br />
La “buona abitudine” a parlare di Gesù e<br />
della nostra fede deve far parte della nostra<br />
proposta educativa, oggi più di ieri. Se tutto<br />
questo è spesso fuori dalle famiglie di provenienza,<br />
non può essere fuori dalle nostre riu-<br />
Giocare il gioco<br />
nioni e dalle nostre uscite. E soprattutto non<br />
possiamo permetterci che di questo si occupi<br />
solo l’Assistente, perché sarebbe come relegare<br />
la scelta di fede ad un gruppo di pochi e<br />
strani eroi, e non viverla come qualcosa che<br />
entra nella vita di tutti i giorni, portando<br />
gioia e conforto, a noi e a loro. Credo che abbiamo<br />
non solo il dovere di educare alla<br />
fede... dobbiamo essere orgogliosi e grati di<br />
poterlo fare in piena libertà e gioia, considerato<br />
che le famiglie iscrivono i loro figli ad<br />
una associazione cattolica, e non ad un’altra.<br />
Quando qualche anno fa, cominciando a lavorare<br />
e parlando della mia vita, dicevo che facevo<br />
servizio nel Gruppo <strong>Scout</strong>, i colleghi che<br />
da ragazzi avevano vissuto l’esperienza dei Lupetti<br />
o degli Esploratori ricordavano con nostalgia<br />
le emozioni del fuoco di bivacco o le<br />
avventure con la squadriglia, ammettendo<br />
che, pur non avendo proseguito il cammino,<br />
quel tratto di vita era stato per loro significativo.<br />
Sono i frutti di una semina che i Capi non<br />
vedono, ma che fioriscono comunque.<br />
Ecco, ora mi trovo a sperare non solo che<br />
un giorno le Guide di oggi ricordino con nostalgia<br />
i canti gioiosi, lo stupore del saper riconoscere<br />
un fiore o la conquista della Fiamma<br />
da parte della squadriglia, ma che conservino<br />
nel loro cuore anche il ricordo di Gesù come<br />
di un compagno fedele del loro cammino, perennemente<br />
disponibile all’ascolto, solida roccia<br />
su cui si poggiava la loro Capo e che potrà<br />
sempre sorreggere anche loro.<br />
<strong>AZIMUTH</strong> • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2013</strong> 17