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progetto consultori familiari per sito aziendale.rtf - Azienda ULSS 21

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DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI SOCIALI<br />

SCHEDA PROGETTO SPERIMENTALE<br />

“PIANO DI RIORGANIZZAZIONE DEI CONSULTORI FAMILIARI PER POTENZIARE GLI INTERVENTI<br />

SOCIALI A FAVORE DELLE FAMIGLIE”<br />

INFORMAZIONI DI RIEPILOGO<br />

1. DATI GENERALI DEL PROGETTO “CONNESSIONI <strong>21</strong>”<br />

SOGGETTO ATTUATORE<br />

A<strong>ULSS</strong> n. <strong>21</strong><br />

indirizzo: Via Gianella 1<br />

comune LEGNAGO cap 37045 prov. (Verona)<br />

n. tel 0442 632975 e fax 0442 632683/63<strong>21</strong>41<br />

indirizzo E-mail : aulss<strong>21</strong>mi @aulsslegnago.it<br />

Il RESPONSABILE OPERATIVO DEL PROGETTO è:<br />

Nome e Cognome:<br />

Paganella Alessandra<br />

qualifica: Psicologo – Responsabile U.O.s. Tutela Famiglia/Consultori Familiari<br />

n. tel 045 6068251 fax: 045 6068194<br />

indirizzo E-mail :<br />

tutelafamiglia@aulsslegnago.it<br />

Costo complessivo del <strong>progetto</strong><br />

150.000,53 (Euro)<br />

Finanziamento a carico della regione<br />

120.000 (Euro)<br />

Cofinanziamento a carico della <strong>Azienda</strong> Ulss<br />

30.000,53 (Euro)<br />

REGIONE DEL VENETO<br />

DIREZIONE REGIONALE SERVIZI<br />

SOCIALI<br />

SERVIZIO FAMIGLIA<br />

DORSODURO, 3493<br />

30123 VENEZIA


2. SEZIONE PROGETTUALE<br />

MACRO AREA N.1 (come da DGR)<br />

Il sostegno alla neogenitorialità ed alla genitorialità –potenziamento di attività<br />

specifiche sulla presa in carico globale della donna che richiede la certificazione<br />

IVG;<br />

Breve descrizione del <strong>progetto</strong><br />

L’importanza di un sostegno alla genitorialità, in un momento di grande fragilità della famiglia<br />

dovuto a mutamenti socio-culturali e ad una fase di incertezza e preoccupazione <strong>per</strong> l’attuale crisi<br />

economico finanziaria internazionale, impone ai servizi socio sanitari di prendersi carico del<br />

problema non solo migliorando alcuni <strong>per</strong>corsi di aiuto già in atto, ma, se possibile, trasformando<br />

un approccio basato su una risposta diretta in un’azione che stimoli il più possibile le capacità dei<br />

servizi di mettersi in relazione tra loro e le capacità delle famiglie stesse di diventare protagoniste<br />

del benessere proprio ed altrui. Per far questo, si ritiene importante potenziare le azioni di tipo<br />

preventivo nonché stimolare la riorganizzazione, l’implementazione e la messa in rete delle risorse<br />

esistenti sul territorio. Nell’ambito dell’A<strong>ULSS</strong> <strong>21</strong>, alcune attività (ad es. Preparazione alla nascita)<br />

sono state già oggetto di un’azione di cambiamento e possono quindi facilmente passare ad una<br />

fase migliorativa mentre altre, in particolare il raccordo con l’Ospedale <strong>per</strong> le procedure relative<br />

all’IVG o al non riconoscimento di maternità, necessitano di una condivisione e di un’integrazione<br />

tutta da impostare. E’ attualmente molto bassa la <strong>per</strong>centuale delle donne che si rivolgono al<br />

nostro Consultorio <strong>per</strong> l’IVG (nel 2007 il 13,5% rispetto alle IVG eseguite in Ospedale), con<br />

l’impossibilità <strong>per</strong> noi di offrire gli aiuti necessari. Con questo <strong>progetto</strong> si desidera <strong>per</strong>tanto creare<br />

collegamenti e porre le basi <strong>per</strong> formalizzare procedure tra i vari Servizi pubblici e del privato<br />

sociale che a vario titolo si occupano di genitorialità (dalla prevenzione dell’IVG agli interventi <strong>per</strong> i<br />

genitori), stimolare la messa in rete e l’implementazione delle risorse utilizzabili, sollecitare il<br />

territorio alla solidarietà ed al reciproco sostegno. Si ritiene che tali obbiettivi (meglio esplicitati nel<br />

successivo riquadro) siano fondamentali <strong>per</strong> tutti i progetti e gli interventi a favore delle famiglie.<br />

Obiettivi :<br />

1- Creazione all’interno del Consultorio di un gruppo di riferimento <strong>per</strong> la neo genitorialità;


2- Sviluppo di maggiori conoscenze nei giovani relativamente alla sfera dell’educazione<br />

sessuale ed affettiva ed ai servizi del territorio;<br />

3- Collaborazione con la Medicina e Pediatria di base e promozione dell’utilizzo dei Percorsi<br />

Nascita;<br />

4- Miglioramento attività dei Percorsi Nascita;<br />

5- Sostegno alle neo mamme <strong>per</strong> situazioni di difficoltà e/o disagio dopo il parto;<br />

6- Miglioramento delle conoscenze relative alla primissima infanzia (in collaborazione con la<br />

Neuropsichiatria Infantile);<br />

7- Miglioramento delle conoscenze relative all’età pre-scolare (in collaborazione con il Servizio<br />

Età Evolutiva);<br />

8- Aumento del ricorso al Consultorio Familiare <strong>per</strong> richieste di I.V.G.;<br />

9- Creazione di una rete di offerte e servizi pubblici e del privato sociale a favore della<br />

genitorialità;<br />

10- Porre le basi <strong>per</strong> la sensibilizzazione verso politiche di sostegno alla maternità e paternità e<br />

verso la costituzione di un “fondo di solidarietà” ;<br />

11- Sensibilizzazione del territorio verso forme di accoglienza Madre-bambino prima e dopo la<br />

nascita;<br />

12- Miglioramento presa in carico da parte del Consultorio <strong>per</strong> le richieste di certificazione IVG;<br />

13- Formalizzazione del rapporto di collaborazione, già esistente, con i C.A.V. del territorio;<br />

14- Porre le basi <strong>per</strong> un’ accoglienza condivisa delle donne che richiedono una IVG (in<br />

collaborazione con Ostetricia/ginecologia);<br />

15- Porre le basi <strong>per</strong> il raccordo dei diversi Servizi, ospedalieri e territoriali, nelle situazioni di<br />

non riconoscimento di maternità;<br />

16- Miglioramento delle conoscenze dei servizi da parte delle donne immigrate<br />

Azioni riconducibili alla Macro Area n. 1 :<br />

1- Individuazione degli o<strong>per</strong>atori che formeranno un gruppo di riferimento <strong>per</strong> l’area della neo<br />

genitorialità;<br />

2- Raccordo col gruppo di lavoro del <strong>progetto</strong> Sexteen <strong>per</strong> ampliamento di alcune tematiche<br />

ed informazioni sui servizi;<br />

3- Informazioni ai MMG e PLS sui Servizi del Materno infantile, sui Percorsi nascita e loro<br />

calendarizzazione (in collaborazione con tutti i Servizi dell’area Materno infantile);<br />

4- Approfondimento ed aggiustamento dei “contenuti” dei singoli incontri del Percorso Nascita;<br />

5- Offerta attiva di visite domiciliari alla puer<strong>per</strong>a e al neonato, con particolare riferimento al<br />

caso di dimissioni precoci e/o di situazioni di difficoltà e/o disagio;<br />

6- Incontri di informazione e discussione su argomenti legati alla primissima infanzia (in<br />

collaborazione con Neuropsichiatria Infantile);<br />

7- Incontri di informazione e discussione su argomenti legati all’età pre-scolare (in<br />

collaborazione con Età Evolutiva);<br />

8- Riproposizione campagna informativa e promozione delle attività offerte dal Consultorio;<br />

9- Incontri con i Consultori privati ed eventuali altre associazioni del privato sociale che si<br />

occupano di genitorialità, al fine di trovare le forme e le modalità più opportune <strong>per</strong> la<br />

messa in rete delle offerte;<br />

10- Incontri con il Coordinamento Assessori della Conferenza dei Sindaci;<br />

11- Supporto di <strong>per</strong>sonale <strong>per</strong> un aumento delle attività di sensibilizzazione del Centro Affidi;<br />

12- Offerta attiva di colloqui di supporto psicologico e sociale, con presa in carico globale della<br />

donna che richiede la certificazione IVG;<br />

13- Incontri con i C.A.V. <strong>per</strong> stabilire <strong>per</strong>corsi congiunti;<br />

14- Iniziare una semplificazione delle procedure necessarie <strong>per</strong> l’IVG in collaborazione con il<br />

reparto di Ostetricia e ginecologia;<br />

15- Iniziare una semplificazione delle procedure necessarie <strong>per</strong> il non riconoscimento di<br />

maternità, in collaborazione con i reparti di ostetricia/ginecologia e Pediatria e l’U.O. Tutela<br />

Minori;<br />

16 a- Collegamento col Progetto <strong>ULSS</strong> “Protagonisti del processo di integrazione”<br />

16 b- Incontri con gruppi di donne immigrate


16 c- Inizio predisposizione di depliant informativi in più lingue<br />

Risultati attesi :<br />

Indicatori<br />

Miglioramento rapporto di fiducia tra donne richiedenti IVG e Servizi;<br />

Ampliamento della conoscenza delle attività offerte dal Consultorio Familiare nel campo<br />

della neo genitorialità da parte di figure significative del territorio ed utenti;<br />

Inizio di una sensibilizzazione del territorio verso politiche di sostegno alla maternità e<br />

paternità in un’ottica di integrazione e sussidiarietà.<br />

1 - N. incontri del gruppo di riferimento<br />

2a- N. scuole su<strong>per</strong>iori da coinvolgere (ipotesi 6)<br />

2b- N. classi con corsi di educazione alla sessualità, relazionalità, previste (ipotesi 24)<br />

3 - N. medici informati<br />

4a- N. donne partecipanti <strong>per</strong>corsi nascita (ipotesi:550)<br />

4b- Schema riassuntivo dei vari contenuti<br />

5- N. Visite domiciliari previste (ipotesi 30)<br />

6a- N. incontri <strong>per</strong> genitori da attivare (ipotesi:3)<br />

6b- N. partecipanti agli incontri previsti<br />

7a- N. incontri <strong>per</strong> genitori da attivare (ipotesi:3)<br />

7b- N. partecipanti agli incontri previsti<br />

8- N. depliant consegnati/inviati<br />

9- Bozza protocollo formalizzato di collaborazione<br />

10- N: incontri<br />

11-N. ore aggiuntive <strong>per</strong> attività di sensibilizzazione<br />

12a- Colloqui IVG (di cui straniere), previsti con ginecologa<br />

n. colloqui IVG donne italiane (Ipotesi 22)__ n.colloqui IVG donne straniere_(Ipotesi 13)<br />

12b-N. prese in carico psicologiche e/o sociali previste<br />

13- Bozza protocollo formalizzato di collaborazione con C.A.V.<br />

14- individuazione delle semplificazioni “possibili” <strong>per</strong> IVG<br />

15- individuazione delle semplificazioni “possibili” <strong>per</strong> non riconoscimento di maternità<br />

16a- N. incontri Tavolo di lavoro Progetto “Protagonisti del processo di integrazione”<br />

16b- N. incontri con donne immigrate<br />

16c- Testo <strong>per</strong> dèpliant informativo<br />

IL PROGETTO E’ CONTINUAZIONE DI UN’ALTRA ESPERIENZA?<br />

q SI q NO<br />

Se SI indicare da quando (data) _________________________________<br />

NOTE N.B.: PER L’EFFETTUAZIONE DEL PROGETTO SONO NECESSARI NUMEROSI CONTATTI CON ALTRI SERVIZI,<br />

ENTI ED ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO, SEGNALATI NELL’AREA RELATIVA ALLE AZIONI TRASVERSALI.


MACRO AREA N.2 (come da DGR)<br />

La promozione di azioni di accompagnamento alla relazionalità e ai <strong>per</strong>corsi di<br />

scelta di vita degli adolescenti e dei giovani – Prosecuzione spazi<br />

adolescenti/giovani DGR <strong>21</strong>04/05<br />

L’adolescenza è considerata da sempre una fase particolarmente “difficile” nella crescita dei<br />

ragazzi, ma negli ultimi anni si è registrata, nel mondo degli adulti, una difficoltà sempre più<br />

accentuata nel rapportarsi e comunicare con i giovani, considerati di volta in volta<br />

vuoti/su<strong>per</strong>ficiali/<strong>per</strong>icolosi/violenti o comunque “sbagliati”. E’ difficile, spesso, trovare una<br />

possibilità di dialogo, confronto ed aiuto tra due mondi che si guardano con sospetto. Genitori ed<br />

educatori da un lato, ragazzi e giovani dall’altro sono alla ricerca di qualcuno che li aiuti; sembra<br />

esserci la necessità di un terreno neutro su cui incontrarsi e di un “traduttore” che trasformi il<br />

disagio sentito (da tutti) in qualcosa di comprensibile ed affrontabile. I Servizi, pubblici e privati,<br />

offrono spesso segmenti di risposta, ma tuttora risulta difficile coniugare la trasversalità delle<br />

problematiche giovanili con l’opportunità di équipes specialistiche. Si ritiene <strong>per</strong>tanto importante<br />

o<strong>per</strong>are su più fronti, anche tenendo conto delle priorità individuate nel Piano di Zona: 1) Costituire<br />

un “Tavolo Adolescenti e Giovani (T.A.G.)” tra i diversi Servizi ed Associazioni, con l’obbiettivo di<br />

riunire le conoscenze settoriali, trovare i collegamenti necessari, predisporre <strong>per</strong>corsi di aiuto<br />

integrati; 2) Favorire una coordinata azione di educazione alla salute; 3) Migliorare le possibilità di<br />

conoscenza ed accesso al Consultorio (oltreché agli altri Servizi ed associazioni del privato sociale<br />

che si occupano di giovani), attraverso tutti i canali già esistenti; 4) Lavorare con i giovani stessi, a<br />

livello di gruppo e/o individuale, accogliendo le richieste di aiuto e fornendo interventi di ascolto e<br />

consulenza; 5) Cercare con le Scuole una modalità di collaborazione che non si esaurisca in un<br />

rapporto di segnalazione/risposta, ma che sia orientata ad un coinvolgimento diretto e, ove<br />

possibile, all’assunzione di quel compito di “traduzione” di cui si parlava poc’anzi.<br />

Obiettivi :<br />

1- Creazione di un gruppo preciso di o<strong>per</strong>atori <strong>consultori</strong>ali che si occupano di giovani,


facendolo diventare “gruppo di riferimento” nella materia;<br />

2- Riunire le diverse conoscenze/interventi <strong>per</strong> i giovani in un “luogo” di approfondimento<br />

trasversale;<br />

3- Miglioramento dell’integrazione tra Servizi pubblici e del privato sociale <strong>per</strong> il raccordo delle<br />

offerte nel campo dell’educazione alla salute e delle attività a favore dei giovani;<br />

4- Miglioramento delle conoscenze relative alle possibilità di accesso ai diversi Servizi pubblici<br />

e del privato sociale <strong>per</strong> i giovani;<br />

5- Potenziamento delle attività di consulenza e sostegno <strong>per</strong> giovani e/o genitori e/o educatori;<br />

6- Collaborazione con le Scuole medie di 2° grado orientata ad un loro coinvolgimento diretto;<br />

7- Aiutare gli “educatori” (allenatori, animatori, ecc.) a meglio comprendere i meccanismi delle<br />

relazioni inter<strong>per</strong>sonali tra giovani.<br />

Azioni riconducibili alla Macro Area n. 2:<br />

1- Individuazione degli o<strong>per</strong>atori che all’interno del Consultorio formeranno il gruppo di<br />

“riferimento”;<br />

2- a: Costituire un Tavolo Adolescenti e Giovani (T.A.G.) composto da rappresentanti dei<br />

diversi Servizi intra-extra A<strong>ULSS</strong> che si occupano di essi, in collegamento col Tavolo Minori<br />

e Famiglie istituito <strong>per</strong> l’elaborazione ed il monitoraggio del Piano di Zona;<br />

b: Individuazione di un sistema di raccolta dati sulle richieste;<br />

3- Incontri tra i servizi dell’Ulss e del privato sociale <strong>per</strong> favorire l’ integrazione delle offerte<br />

4- Campagna informativa nelle Scuole (anche in collaborazione con i CIC) e attraverso organi<br />

locali di stampa;<br />

5- a: Offerta di consulenze individuali<br />

b: Offerta di consulenza a genitori/educatori<br />

c: Presa in carico breve <strong>per</strong> giovani e/o genitori<br />

d: Organizzazione di un gruppo di sostegno <strong>per</strong> adolescenti.<br />

6- Organizzazione di incontri stabili con Referenti delle Scuole medie di 2° grado.<br />

7- Formazione degli educatori/allenatori/animatori di gruppi, relativamente alle tematiche<br />

delle relazioni inter<strong>per</strong>sonali.<br />

Risultati attesi :<br />

Indicatori :<br />

1- N. incontri<br />

Diminuzione della frammentazione esistente relativamente al mondo dei giovani,<br />

attualmente spesso “pensati <strong>per</strong> area di competenza”;<br />

Maggior conoscenza da parte dei giovani e degli adulti di riferimento delle diverse<br />

possibilità di sostegno<br />

2 a: N. Servizi partecipanti al T.A.G.<br />

2 b: N. incontri T.A.G.


3 – N. incontri<br />

4 a: N. Studenti (vedi tabella)<br />

5 a: N. consulenze individuali<br />

5 b: N. consulenze a genitori/educatori<br />

5 c: N. prese in carico<br />

5 d1: N. incontri<br />

5 d2: N. partecipanti<br />

6 a: N. scuole su<strong>per</strong>iori coinvolte<br />

6 b: N. incontri con Referenti scolastici<br />

7- N. incontri con educatori/animatori di gruppi<br />

CLASSE DI ETA’ GENERE MASCHILE GENERE FEMMINILE NUMERO TOTALE DESTINATARI<br />

13/15 ANNI (ipotesi)<br />

16/18 ANNI<br />

19/<strong>21</strong> ANNI<br />

NOTE:<br />

N. 280<br />

N.<br />

N.<br />

N. 220<br />

N.<br />

N.<br />

N 500<br />

N.<br />

N.<br />

COINVOLTI<br />

NEI RAPPORTI CON LE SCUOLE, LE INFORMAZIONI E LE COLLABORAZIONI SARANNO RELATIVE ANCHE AI CONTENUTI<br />

DELL’AREA 1 E DELL’AREA 3<br />

MACRO AREA N.3 (come da DGR)<br />

L’implementazione dei servizi di riconciliazione, mediazione familiare e spazio<br />

neutro all’interno dei servizi <strong>consultori</strong>ali – continuazione attività già avviate con<br />

DGR <strong>21</strong>04/05


“Ti amerò, proteggerò, sosterrò <strong>per</strong> sempre, finché dura”. Probabilmente con questa frase (spesso<br />

detta scherzosamente), potremmo spiegare l’aumento delle separazioni e dei divorzi (che in alcuni<br />

Stati avvengono nel 50% dei matrimoni) a cui stiamo assistendo, e comprendere il suo “altro”<br />

significato: “Quando finirà, non ti amerò, non ti proteggerò e non ti sosterrò più”. E poiché il<br />

Consultorio Familiare ha tra i suoi scopi la consulenza e l’assistenza alla coppia e alla famiglia, è<br />

necessario che continui ad interrogarsi sulle possibilità di aiuto nelle situazioni di “crisi”, soprattutto<br />

in presenza di figli minori e/o di condotte violente. La Regione Veneto si è occupata di queste<br />

problematiche negli anni scorsi, non solo emanando l’atto di indirizzo approvato con DGR 392<br />

dell’11.02.05, ma organizzando un appo<strong>sito</strong> <strong>per</strong>corso formativo su conflittualità di coppia e<br />

Mediazione familiare, conclusosi con le “Linee o<strong>per</strong>ative <strong>per</strong> i Consultori Familiari su Separazione,<br />

Divorzio e Mediazione Familiare”. Partendo da quegli stimoli, il Consultorio Familiare dell’A<strong>ULSS</strong><br />

<strong>21</strong> ha attuato un <strong>per</strong>corso formativo, allargato agli altri colleghi dell’Area Materno Infantile e<br />

conclusosi con un Convegno, giungendo recentemente ad un primo Protocollo s<strong>per</strong>imentale sulla<br />

Mediazione Familiare con alcune altre U.O. aziendali. Tale protocollo è da considerarsi, ora, come<br />

punto di partenza <strong>per</strong> un’implementazione delle attività necessarie affinché il Servizio di<br />

Mediazione familiare dell’<strong>ULSS</strong>, unitamente ad altri eventuali Servizi di Mediazione Familiare del<br />

privato sociale presenti sul territorio, diventi maggiormente utilizzabile ed utilizzato nei casi di<br />

elevata conflittualità ed il Consultorio stesso diventi: 1) conoscitore aggiornato della realtà locale;<br />

2) sensibilizzatore a livello territoriale sulle tematiche relative al tema; 3) attivatore di una rete<br />

territoriale di risorse; 4) organizzatore di servizi diversificati <strong>per</strong> i genitori e <strong>per</strong> i figli.<br />

Obiettivi :<br />

1- Creazione all’interno del Consultorio di un gruppo di riferimento <strong>per</strong> l’area Conflittualità e<br />

Mediazione Familiare;<br />

2- Conoscenza della realtà locale in tema di separazione, divorzio;<br />

3- Conoscenza e collaborazione con altri Servizi di Mediazione familiare del privato sociale,<br />

o<strong>per</strong>anti nel territorio;<br />

4- Sensibilizzazione del territorio sulle problematiche relative al tema separazione/divorzio e<br />

Mediazione Familiare;<br />

5- Approfondimento della tematica relativa alla violenza “domestica” e di genere e sostegno


nei casi di violenza e maltrattamento;<br />

6- Attivazione rete territoriale delle risorse;<br />

7- Implementazione dell’offerta di aiuto nelle situazioni di separazione/divorzio<br />

Azioni riconducibili alla Macro Area n. 3:<br />

1- Individuazione degli o<strong>per</strong>atori che formeranno il gruppo di riferimento;<br />

2- Inizio indagine con la collaborazione dell’Ufficio Piani e Programmi;<br />

3- Ricerca delle modalità più opportune di collaborazione e/o interscambio tra tutti i servizi di<br />

Mediazione Familiare del territorio;<br />

4 a: Incontri con MMG e PLS <strong>per</strong> modalità di collaborazione;<br />

b: Incontri di sensibilizzazione con Scuole;<br />

5 a: Predisposizione Formazione trasversale o<strong>per</strong>atori sul tema della violenza intrafamiliare<br />

b: Mantenimento contatti e collaborazione con Tavolo provinciale <strong>per</strong> la prevenzione e il<br />

contrasto della violenza domestica e di genere<br />

c: Offerta attiva di interventi di ascolto, sostegno, prevenzione, in relazione ai fenomeni di<br />

violenza e maltrattamento in ambito familiare, in particolare contro le donne e i minori, in<br />

collegamento con tutti i servizi e le istituzioni (centro regionale “Il Faro” di VR, autorità<br />

giudiziarie, scuola, terzo settore, ecc) interessati;<br />

6 a: Incontri con servizi intra - extra A<strong>ULSS</strong> ed associazioni <strong>per</strong> stabilire modalità di<br />

collaborazione e/o invio;<br />

b: Individuazione di strategie economiche/logistiche di supporto;<br />

c: attivazione reti solidaristiche <strong>familiari</strong> <strong>per</strong> eventuale accadimento pomeridiano dei figli, in<br />

collaborazione con Centro Affidi;<br />

7 a: Interventi di sostegno psicologico e sociale ai genitori separati o che intendono separarsi<br />

ed ai loro figli;<br />

b: Aumento della disponibilità d’intervento di Mediazione Familiare<br />

c: Organizzazione s<strong>per</strong>imentale di un “gruppo di parola”;<br />

d: Attività di spazio neutro <strong>per</strong> i figli di separati che si trovano in difficoltà a rapportarsi ad<br />

uno dei genitori<br />

e: Gruppo AMA <strong>per</strong> genitori separati<br />

Risultati attesi :<br />

Indicatori :<br />

Maggior consapevolezza da parte della comunità intera delle problematiche connesse alle<br />

situazioni di separazione/divorzio<br />

Maggior condivisione della necessità di un “patto territoriale” a tutela della famiglia e dei<br />

minori<br />

1- N. incontri gruppo di riferimento<br />

2- Dati e statistiche relative all’A<strong>ULSS</strong> <strong>21</strong><br />

3 – Bozza accordi formalizzati tra i diversi servizi di Mediazione Familiare<br />

4 a: N. incontri con MMG e PLS<br />

4 b: N. scuole contattate <strong>per</strong> sensibilizzazione;


5 a: Predisposizione corso formazione <strong>per</strong> il 2010<br />

5 b: N. incontri con Tavolo provinciale contro la violenza “domestica”<br />

5 c: N. richieste relative a fenomeni di violenza e maltrattamento in ambito familiare<br />

6 a: N. totale Servizi ed Associazioni<br />

6 b: N. incontri con Coordinamento Assessori Comunali<br />

6 c: N. contatti effettuati<br />

7 a: N. prese in carico previste (vedi tabella)<br />

7 b: N. utenti <strong>per</strong> Mediazione Familiare<br />

7 c: N. incontri “gruppo di parola”<br />

7 d: continuazione spazio neutro SI ________ N. minori __20________<br />

7 e: N. partecipanti gruppo AMA genitori separati (ipotesi 15)<br />

STIMA N. GENITORI CON<br />

FIGLI<br />

STIMA N. COPPIE STIMA COMPLESSIVA<br />

DEI DESTINATARI<br />

110 45 (= 90 PERSONE) 200<br />

NB: SENZA MANDATO<br />

NOTE<br />

______________________________________________________________________________________<br />

______________________________________________________________________________________<br />

______________________________________________________________________________________<br />

AZIONI TRASVERSALI ALLE MACRO AREE (ALL. B)<br />

(Azione 4): Formazione degli o<strong>per</strong>atori sulla necessità di determinare una svolta culturale<br />

all’interno del servizio di <strong>consultori</strong>o familiare, facendolo diventare “Servizio Relazionale”<br />

e quindi molto più adatto e rispondente alla famiglia quale ‘soggetto sociale’ e alle<br />

politiche <strong>familiari</strong> intraprese dalla Regione Veneto.


(Azione 5): Trasversale alle diverse azioni è la realizzazione della massima integrazione e<br />

collaborazione fra i professionisti dei servizi <strong>consultori</strong>ali, nonché fra i diversi servizi<br />

(adozioni, tutela ecc.) afferenti al <strong>consultori</strong>o stesso e dell’integrazione del <strong>consultori</strong>o<br />

con i servizi socio-assistenziali afferenti al distretto socio-sanitario e al territorio, nonché<br />

con i servizi dell’ospedale al fine di garantire <strong>per</strong>corsi assistenziali coerenti, agevoli e<br />

completi, in special modo a chi si trova in condizioni di elevato rischio sociale o<br />

sociosanitario.<br />

Per poter essere di sostegno alle famiglie in modo significativo, non è più possibile pensare di<br />

rispondere ad una “domanda” di aiuto sempre più crescente e <strong>per</strong> bisogni sempre più complessi<br />

attraverso l’offerta di una maggior quantità di “risposte”. Appare quindi necessario che il<br />

Consultorio Familiare, servizio che <strong>per</strong> suo mandato si occupa dei problemi delle famiglie,<br />

modifichi vecchie impostazioni basate su “domanda ed offerta”, diventando un Servizio che sa<br />

leggere e collocare la domanda in un contesto più ampio e stimolando una diffusa assunzione di<br />

responsabilità e capacità di risposta. In pratica si vorrebbe attivare l’<strong>Azienda</strong> ed il Territorio in cui si<br />

o<strong>per</strong>a affinché più soggetti, istituzionali e non, iniziassero a considerarsi una parte significativa e<br />

non isolata della capacità di affrontare i problemi delle famiglie in difficoltà. Per far questo si rende<br />

necessario cominciare a “pensare” in questo modo, ognuno considerando il proprio apporto come<br />

tassello importante e non esaustivo di un intervento che non è fine a se stesso ma si riverbera in<br />

successive azioni sociali. E’ di conseguenza importante che l’incontro e l’integrazione tra o<strong>per</strong>atori<br />

diversi, Servizi, Enti ed Associazioni del privato sociale comincino realmente ad essere considerati<br />

il modo migliore <strong>per</strong> trovare o attivare i <strong>per</strong>corsi di aiuto <strong>per</strong> le famiglie in difficoltà. Particolare<br />

attenzione sarà data alle interconnessioni tra i servizi dell’Area Materno Infantile, i quali al<br />

momento risentono forse di una modalità troppo “rigida” e “difensiva” di funzionamento. Oltre a ciò,<br />

si ritiene importante cominciare realmente a valorizzare le capacità stesse delle famiglie, “vederle”<br />

come attori nella loro e in altrui storie e non come fruitori passivi delle azioni dei Servizi. Sarà <strong>per</strong><br />

questo necessario essere aiutati con uno specifico <strong>per</strong>corso formativo, da attuarsi tra la fine di<br />

questo e l’inizio del prossimo anno, che riattivi le nostre capacità. di stimolare il cambiamento.<br />

Obiettivi (indicare):<br />

1. Porre le basi <strong>per</strong> un cambiamento dell’ottica di intervento, che possa portare verso la<br />

realizzazione di un “Consultorio Relazionale” e la riattivazione del territorio<br />

2. Creazione all’interno del Consultorio di un gruppo di riferimento <strong>per</strong> i rapporti tra servizi e<br />

con l’esterno;<br />

3. Stimolare la conoscenza e l’integrazione tra o<strong>per</strong>atori, Servizi , Enti ed Associazioni del<br />

Privato sociale presenti sul territorio;


Azioni :<br />

1- Organizzazione di una formazione , a<strong>per</strong>ta anche ad Enti ed associazioni del<br />

territorio, calendarizzata con una tempistica non sovrapposta alla formazione<br />

<strong>aziendale</strong> già autorizzata.<br />

2- Individuazione degli o<strong>per</strong>atori che formeranno un gruppo di riferimento <strong>per</strong> i rapporti<br />

tra servizi e con l’esterno<br />

3- 1 - Integrazione e collaborazione tra:<br />

a: i professionisti dei servizi <strong>consultori</strong>ali;<br />

b: le altre U.O. Dell’Area Materno Infantile Territoriale ( Tutela Minori,<br />

Età Evolutiva, Neuropsichiatria Infantile);<br />

c: i Servizi ospedalieri di Ostetricia/Ginecologia e di Pediatria;<br />

d: il SERD;<br />

e: i CC.FF. privati ed il CAV;<br />

f: la Medicina e Pediatria di base;<br />

g: Scuole, Comuni e Associazioni territoriali.<br />

3- 2 -Concordare prassi e procedure di collaborazione tra servizi.<br />

Risultati attesi (indicare):<br />

Indicatori<br />

Inizio assunzione di un modello culturale che consideri la famiglia stessa e la comunità<br />

come protagonisti e responsabili dei cambiamenti;<br />

Miglioramento fattivo di procedure assistenziali, che <strong>per</strong>mettano agli utenti di sentire una<br />

presa in carico “globale” , senza fratture nel <strong>per</strong>corso.<br />

1a - N. incontri di formazione previsti : Si ipotizzano 5 giornate di formazione, a partire da fine<br />

anno e all’inizio del 2010, sulle Politiche <strong>per</strong> la Famiglia e le modalità di approccio alle varie<br />

problematiche che essa presenta.<br />

1b - N. professionisti e partecipanti da coinvolgere nei <strong>per</strong>corsi formativi<br />

1c - N. servizi da coinvolgere: Servizi A<strong>ULSS</strong> dell’Area Materno Infantile, Enti Locali, Consultori<br />

privati ed Associazioni che nel territorio si occupano di famiglie<br />

2 - N. incontri del gruppo di riferimento<br />

3 -1a – Formazione sulla collaborazione in èquipe <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori del Percorso nascita<br />

3 - 1b,c,d,e,f,g – N. Servizi con cui si instaurano rapporti<br />

3 –1 bis – N. Incontri con Altri servizi<br />

3 – 2: N. protocolli di intesa iniziati e/o completati e/o implementati


3. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE<br />

3 AZIONI DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE EFFETTUATE SUL PROGETTO<br />

No<br />

Sì<br />

3.1. Sul <strong>progetto</strong> saranno attivate iniziative di monitoraggio e/o valutazione?<br />

3.1.1. Specificare a chi verranno affidate:<br />

internamente al singolo <strong>progetto</strong> a cura dello staff o<strong>per</strong>ativo<br />

professionista esterno/ consulente/agenzia<br />

3.1.2. Specificare che tipo di informazioni saranno rilevate ((sono possibili più<br />

risposte)<br />

Le attività realizzate<br />

La frequenza dell’utenza<br />

Il gradimento dell’utenza<br />

Il raggiungimento degli obiettivi sull’utenza<br />

Il gradimento dei collaboratori<br />

Il grado di impiego delle risorse umane<br />

Il grado di impiego delle risorse economiche<br />

Altro : Le osservazioni positive e negative degli o<strong>per</strong>atori<br />

Altro (specificare)_____________________________________

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