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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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La questione pratica più importante che si presenta a questo punto è: quali sono i segni<br />

che consigliano con sicurezza di abbandonare la meditazione formale e di restare<br />

in questa attesa più o meno passiva?<br />

In primo luogo, se la meditazione e la preghiera affettiva sono facili, spontanee e fruttuose,<br />

non debbono essere abbandonate. Ma quando sono divenute praticamente impossibili,<br />

o se semplicemente mortificano e inaridiscono mente e volontà e le riempiono<br />

di disgusto o le coinvolgono in mille distrazioni, sarebbe dannoso costringere la<br />

mente a formulare pensieri particolari e la volontà ad emettere la solita routine di atti<br />

specifici. Quando l’immaginazione, pur potendo ancora rimanere attiva, non procura<br />

più né piacere né frutto, ma vi stanca e vi disturba, anche quando si ferma sull’oggetto<br />

naturale più attraente o anche su cose spirituali, è segno che dovete rinunciare alla<br />

meditazione attiva. Se nello stesso tempo gustate positivamente un senso di pace e<br />

trovate fruttuoso tenervi in una semplice e fiduciosa attesa di aiuto da parte di Dio, è<br />

meglio che assecondiate questa inclinazione piuttosto che stillarvi il cervello e tendere<br />

la volontà nel vano sforzo di spremere alcuni pochi pensieri ed affetti. Perché se riflettete<br />

sul vostro stato, vedrete con facilità che la vostra mente è assorta in un vasto,<br />

oscuro pensiero di Dio e che la vostra volontà è presa, se non perseguitata, da un cieco,<br />

brancolante, indefinito desiderio di Dio. Questi due fatti si intrecciano e producono<br />

in voi l’ansia, l’oscurità e la desolazione che rendono al tempo stesso così difficili<br />

e così vani certi atti definiti e precisi. E se rimarrai nel silenzio e nel vuoto troverai<br />

che questa sete, questa fame che cercano Dio nella cecità e nella tenebra cresceranno<br />

in te, e contemporaneamente, benché ti sembri di non trovare nulla di tangibile, la pace<br />

si stabilirà nella tua anima.<br />

D’altra parte, se l’abbandonare la meditazione significa semplicemente lasciar addormentare<br />

intelletto e volontà, se significa appoggiarti al muro e passare la tua mezz’ora<br />

di meditazione a chiederti che cosa ci sarà per cena, meglio allora che tu ti occupi di<br />

qualcosa. Dopo tutto, c’è sempre la possibilità che l’ozio si travesta da «preghiera di<br />

<strong>qui</strong>ete» o da «preghiera di semplicità» e degeneri in torpore e sonno. La semplice<br />

mancanza di attività non ti tramuta ipso facto in un contemplativo.<br />

È normale servirsi della Bibbia o di qualche altro libro spirituale per «incominciare»<br />

anche per quelle preghiere dove non devi «pensare» attivamente. Se trovi qualche paragrafo<br />

qualche frase che ti interessa, smetti di leggere e meditala, assorbila, contemplala<br />

e riposa nella considerazione generale, serena, facile del pensiero, non nei suoi<br />

particolari ma nel suo insieme, come qualcosa che tu prenda ed assapori nel suo complesso.<br />

E passa in tal modo, da questo riposo, alla tran<strong>qui</strong>lla aspettazione di Dio. Se ti<br />

accorgi di distrarti torna al libro alla stessa frase o a un’altra. Puoi fare ciò con la<br />

Scrittura, o con dei quadri, o con qualche preghiera vocale, meglio se in presenza del<br />

Santissimo Sacramento, ma anche fuori, nei boschi o sotto gli alberi. L’ampiezza e la<br />

serenità di un paesaggio, i campi e le colline sono sufficienti ad un contemplativo per<br />

dominare per ore ed ore la tran<strong>qui</strong>lla onda interiore della sua pace e del suo desiderio.<br />

L’assenza di attività nella preghiera contemplativa è solo apparente. Sotto la superficie,<br />

mente e volontà sono attratte nell’orbita di un’attività profonda, intensa e soprannaturale,<br />

che trabocca nel nostro intero essere e produce frutti incalcolabili.<br />

Non esiste una specie di preghiera in cui tu non faccia assolutamente nulla. Se non fai<br />

nulla, non stai pregando. D’altra parte, se Dio è la fonte della tua attività interiore, il<br />

lavoro delle tue facoltà può svolgersi al di là di ogni valutazione cosciente, ed i suoi<br />

risultati possono non essere visti o compresi.<br />

La preghiera contemplativa è un’attività spirituale profonda e semplificata, in cui

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