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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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da tutte le loro false speranze e concezioni illusorie, e che Dio li sta preparando per il<br />

loro viaggio nel deserto, viaggio che, dopo molte privazioni, conduce alla Terra Promessa.<br />

Non dimentichiamo mai che la via ordinaria alla contemplazione passa attraverso un<br />

deserto senza alberi, senza bellezza e senza acqua. Lo spirito entra nella solitudine e<br />

cammina alla cieca in direzioni che sembrano condurre lontano dalla visione, lontano<br />

da Dio, lontano da ogni pienezza e da ogni gioia. Può diventare quasi impossibile credere<br />

che questa strada conduca altrove che a una desolazione piena di ossa aride — la<br />

rovina di tutte le nostre speranze e di tutte le nostre buone intenzioni.<br />

La prospettiva di questo deserto è qualcosa che atterrisce molti al punto che essi si rifiutano<br />

di entrare nelle sue sabbie brucianti e di avanzare fra le sue rocce. Essi non<br />

possono credere che la contemplazione e la santità si trovino in una desolazione dove<br />

non vi è cibo, non ricovero, non riposo, non acqua per la loro immaginazione, per il<br />

loro intelletto e per i desideri della loro natura.<br />

Convinti che la perfezione si misuri dalle brillanti intuizioni di Dio e dalle fervide risoluzioni<br />

di una volontà ardente d’amore, persuasi che la santità consista in fervore<br />

sensibile e risultati tangibili, essi non accetteranno una contemplazione che non diletti<br />

la loro ragione e non investa mente e volontà di consolazioni e di gioia sensibile. Essi<br />

vogliono sapere dove vanno e comprendere quel che fanno, e non appena si inoltrano<br />

in una regione in cui la loro attività si paralizza e non dà frutti visibili, essi si volgono<br />

e ritornano ai campi ameni dove possono essere sicuri di fare qualcosa e di dirigersi in<br />

qualche luogo. E se non possono raggiungere i risultati che con tanta ansia desiderano,<br />

si convincono almeno di aver fatto molti progressi se hanno detto molte preghiere,<br />

compiuto molte mortificazioni, fatto molte prediche, letto (e forse anche scritto) molti<br />

libri ed articoli, sfogliato molti libri di meditazione, appreso centinaia di nuove e differenti<br />

devozioni, girato la terra in pellegrinaggio. Non che tutte queste cose non siano<br />

buone in sé; ma vi sono momenti nella vita di un uomo in cui esse possono diventare<br />

un’evasione, un lenitivo, un rifugio per sottrarsi alla responsabilità del soffrire nella<br />

tenebra, nell’oscurità e nell’impotenza, quando Dio ci spoglia del nostro falso io e fa<br />

di noi quegli uomini nuovi che veramente eravamo destinati ad essere.<br />

Quando Dio comincia a infondere il dono dell’intelletto nello spirito di un uomo tratto<br />

alla contemplazione, l’esperienza è spesso non tanto quella di un termine raggiunto<br />

quanto quella di una sconfitta.<br />

La mente si trova ad entrare con disagio nelle ombre di una notte strana e silenziosa.<br />

La notte è abbastanza tran<strong>qui</strong>lla. Ma è molto strana. Il pensiero si fa impastoiato e difficile.<br />

C’è un caratteristico, pesante senso di stanchezza e di disgusto per l’attività<br />

mentale e spirituale, e, al tempo stesso, l’anima è presa dal timore che questa nuova<br />

impotenza sia un peccato, o un segno di imperfezione. Essa tenta di far agire il pensiero<br />

e la volontà. Qualche volta compie un folle sforzo per spremere da sé qualche sentimento<br />

di fervore, il che, sia detto incidentalmente, è la peggior cosa che si possa fare.<br />

Tutte le belle immagini e i bei concetti di Dio che essa una volta prediligeva sono<br />

svaniti o si sono tramutati in qualcosa di spiacevole e terribilmente forzato. Dio non si<br />

trova in nessun luogo. Le parole delle preghiere rimbalzano come in una vuota eco dai<br />

muri di questo cieco sotterraneo.<br />

Se, in questa notte, uno lascia che il proprio spirito sia trasportato dalla paura o<br />

dall’impazienza e dall’ansietà, tutto è perduto. Egli si torcerà, si dibatterà, si torturerà<br />

nel tentativo di vedere qualche luce, di provare qualche calore, di ritrovare le vecchie<br />

consolazioni, che sono irraggiungibili. Alla fine egli fuggirà dalle tenebre, e farà del

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