qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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Una porta si apre nel centro del nostro essere, e ci sembra di cadere attraverso ad essa<br />
in profondità immense che, sebbene infinite, ci sono tutte accessibili; tutta l’eternità<br />
sembra essere diventata nostra in questo unico contatto tran<strong>qui</strong>llo e immoto.<br />
Dio ci tocca con un tocco che è vuoto e ci svuota. Egli ci muove con una semplicità<br />
che ci semplifica. Ogni varietà, ogni complessità, ogni paradosso, ogni molteplicità<br />
cessano. La nostra mente vaga nell’atmosfera di una comprensione, di una realtà che è<br />
oscura e serena e comprende in sé ogni cosa. Non si desidera più nulla. Non v’è più<br />
desiderio. Il nostro solo dolore, se dolore è possibile, è nella consapevolezza che viviamo<br />
ancora fuori di Dio.<br />
Perché già un istinto soprannaturale ci insegna che la funzione di questo abisso di libertà<br />
che si è aperto in noi è quella di attirarci fuori dal nostro egoismo nella sua immensità<br />
di libertà e di gioia.<br />
Sembri essere la stessa persona e sei la stessa persona che sei sempre stata; in realtà<br />
sei più te stesso di quanto non lo sia mai stato. Hai appena cominciato ad esistere. Hai<br />
l’impressione di essere finalmente nato davvero. Tutto quello che è avvenuto prima<br />
era un inganno, una incerta preparazione alla nascita. Ora sei venuto alla luce nel tuo<br />
elemento. Eppure ora sei divenuto un nulla. Sei sprofondato nel centro della tua povertà,<br />
e <strong>qui</strong> hai sentito le porte aprirsi su una libertà infinita, su una ricchezza che è<br />
perfetta perché di essa niente ti appartiene, eppure essa ti appartiene tutta.<br />
Ed ora sei libero di entrare e di uscire dall’infinito.<br />
Inutile pensare di scandagliare le profondità dell’abisso di tenebra aperta che ti ha inghiottito,<br />
pieno di libertà e di esultanza.<br />
Esso non è un luogo, non è un’estensione, è una attività immensa e tran<strong>qui</strong>lla. Questo<br />
abisso è Amore. E nel centro di te forma una cittadella.<br />
Nulla pub penetrare nel cuore di questa pace. Nulla dall’esterno la può raggiungere.<br />
C’è anche tutta una sfera della tua attività che è esclusa da questa splendida eterea<br />
notte. I cinque sensi, l’immaginazione, il ragionamento, la fame del desiderio non appartengono<br />
a questo cielo senza stelle.<br />
Mentre sei libero di andare e venire, non appena cerchi di mettere tutto ciò in parole o<br />
in pensieri, ne vieni escluso: il bisogno di parlare ti riporta nella tua esteriorità.<br />
Pure senti di poter riposare in questa tenebra, in questa pace insondabile senza turbamento<br />
e senza ansietà, anche quando mente ed immaginazione rimangono in certo<br />
modo attive, al di là dei battenti.<br />
Esse rimangono a chiacchierare nel portico, fino a che dura il loro ozio, in attesa che<br />
ritorni la volontà loro regina, dai cui ordini dipendono.<br />
Ma è meglio per loro restare in silenzio. Tuttavia ora tu sai che questo non dipende da<br />
te. È un dono che viene a te dal seno di quella tenebra serena e dipende interamente<br />
dalla decisione dell’Amore.<br />
Nella semplicità di questa pace interiore, armata, circondata da mura e indivisa, c’è<br />
un’unzione infinita che, appena viene afferrata, perde il suo sapore. Non devi cercare<br />
di raggiungerla e di possederla. Non devi toccarla, o cercare di impadronirtene. Non<br />
devi tentare di renderla più dolce o di impedire che essa si disperda...<br />
Lo stato dell’anima in contemplazione è qualcosa di simile a quello di Adamo ed Eva<br />
in Paradiso. Tutto è tuo, ma a una condizione infinitamente importante: che sia tutto<br />
dato.<br />
Non vi è nulla che tu possa reclamare, nulla che tu possa chiedere, nulla che tu possa<br />
prendere. E appena cerchi di prendere qualcosa come se fosse tua, perdi il tuo Eden.<br />
L’Angelo con la spada di fuoco sta lì, armato contro ogni egoismo meschino e partico-