qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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può trattarsi di comprendere Lui o qualcosa di Lui.<br />
Supponiamo che la tua meditazione ti porti al punto in cui ti senti come respinto dalla<br />
nube che circonda Dio, il Quale fa delle tenebre il Suo ricetto. Lungi dal comprender-<br />
Lo tu cominci soltanto a comprendere la tua impotenza a conoscerLo, e cominci a<br />
pensare che la meditazione è qualcosa di disperato e di impossibile. Eppure più sei<br />
impotente, più sembri desiderare di vederLo e conoscerLo, e la contraddizione del tuo<br />
desiderio e del tuo insuccesso genera in te una penosa brama di Dio, che nulla sembra<br />
in grado di soddisfare.<br />
Credi che la tua meditazione sia fallita? Al contrario: questa sconfitta, questa tenebra,<br />
questa angoscia di un desiderio impotente è il vero termine della meditazione. Perché<br />
se la meditazione mira soprattutto a stabilire nella tua anima un contatto vitale<br />
d’amore con il Dio vivente, fino a tanto che ciò produce soltanto immagini, idee ed<br />
affetti che tu puoi comprendere e sentire ed apprezzare, l’opera non è ancora completa.<br />
Ma quando supera il livello della tua capacità intellettiva e della tua immaginazione,<br />
essa ti porta realmente vicino a Dio, perché ti introduce nella tenebra dove non<br />
puoi più pensare a Lui, e di conseguenza tu sei forzato a cercarLo con cieca fede, speranza<br />
e amore.<br />
È allora che tu devi rafforzarti contro la tentazione di smettere la preghiera mentale;<br />
devi ritornare ad essa ogni giorno nel tempo stabilito, malgrado la difficoltà, l’aridità e<br />
il dolore che provi. La sofferenza e il segreto lavorio della grazia ti insegneranno che<br />
cosa devi fare.<br />
Può darsi che tu sia portato a una forma assolutamente semplice di preghiera affettiva,<br />
in cui la tua volontà, con pochissime parole o senza parole addirittura, raggiungerà la<br />
tenebra in cui Dio si nasconde, con una specie di desiderio muto, quasi disperato, eppure<br />
soprannaturalmente fiducioso, di conoscerLo e di amarLo.<br />
O forse, sapendo per fede che Egli è presente in te e rendendoti conto dell’assoluta<br />
inutilità di tentar di applicare la tua intelligenza intorno a questa immensa realtà e a<br />
tutto ciò che essa significa, ti abbandonerai a un semplice sguardo contemplativo che<br />
terrà la tua attenzione pacificamente conscia di Lui, nascosto in qualche parte di quella<br />
profonda nube in cui anche tu ti senti attratto a penetrare.<br />
Da allora devi rendere la tua preghiera più semplice possibile.<br />
Quando diventa possibile meditare di nuovo, medita. Quando hai un’idea, sviluppala,<br />
ma senza eccitarti. Alimenta la tua mente con letture e con la liturgia, e se la tenebra<br />
della tua semplice preghiera diventa troppo simile a una tensione — o degenera in<br />
torpore o sonno — scuotila con qualche preghiera vocale o con semplici affetti, ma<br />
non costringerti a trovare idee o a provare fervore, non sconvolgerti con inutili sforzi<br />
per realizzare i grandiosi proponimenti offerti da questo o quel libro di meditazioni.<br />
30. Distrazioni<br />
Preghiera ed amore si apprendono nell’ora in cui la preghiera diviene impossibile e il<br />
tuo cuore si tramuta in pietra.<br />
Se non hai mai avuto distrazioni non sai come pregare. Perché il segreto della preghiera<br />
è una fame di Dio e della visione di Dio, una fame profonda che né il linguaggio né<br />
l’affetto sanno esprimere. E colui che è perseguitato dalla memoria e<br />
dall’immaginazione con una folla di pensieri e di immagini inutili o anche cattivi può<br />
qualche volta, nella profondità del suo cuore tormentato, essere costretto a pregare<br />
meglio di coloro che hanno la mente piena di concetti chiari, di brillanti propositi e di