qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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attaccamento, non è frutto del solo sforzo ascetico dell’uomo. La Notte Oscura, la crisi<br />
di sofferenza, che strappa dal mondo le nostre radici, è puro dono di Dio. Però, è<br />
anche un dono che in certa misura ci dobbiamo preparare a ricevere mediante atti<br />
eroici di rinnegamento di noi stessi. Perché se intendiamo seriamente intraprendere la<br />
rinuncia totale ad ogni attaccamento, lo Spirito Santo non ci condurrà nella vera<br />
oscurità, nel pieno della desolazione mistica, dove Dio stesso ci libera misteriosamente<br />
dalla confusione, dalla molteplicità dei bisogni e dei desideri, per unificarci in Lui e<br />
con Lui.<br />
In poche parole, dobbiamo affrontare con la massima risolutezza il compito di andare<br />
oltre la temperanza ordinaria e di lottare per il vuoto totale, se vogliamo andar oltre i<br />
limiti della virtù umana ed entrare nella perfetta libertà dei figli di Dio, per i quali<br />
ogni cosa è luce e gioia, perché tutto è veduto e gustato in Dio e per Dio. Il mistico<br />
vive nel vuoto, nella libertà, come se non avesse più un «io» limitato ed esclusivo, che<br />
lo distingue da Dio e dagli altri uomini. Egli <strong>qui</strong>ndi è morto con Cristo ed è entrato<br />
nella «vita risorta» promessa ai veri figli di Dio. Anche le gioie dei gradi inferiori della<br />
contemplazione devono essere sacrificate da coloro che vogliono entrare nella Terra<br />
Promessa.<br />
Così la vera vita contemplativa non consiste nel godimento di piaceri interiori e spirituali.<br />
La contemplazione è qualcosa di più di un raffinato e santo estetismo<br />
dell’intelletto e della volontà, nell’amore e nella fede. Riposare nella bellezza di Dio<br />
come puro concetto, senza gli accidenti dell’immagine o della specie sensibile o di<br />
alcun’altra rappresentazione, è un piacere che appartiene ancora all’ordine naturale. È<br />
forse il più alto piacere cui la natura ha accesso, e molti non vi arrivano con i loro soli<br />
poteri naturali — essi hanno bisogno della grazia per poter sperimentare questa soddisfazione<br />
che è di per sé nei limiti della natura. Ciò nonostante, poiché è naturale e può<br />
essere desiderata per natura ed ac<strong>qui</strong>sita con discipline naturali, essa non deve essere<br />
confusa con la contemplazione soprannaturale.<br />
La vera contemplazione è l’opera di un amore che trascende ogni soddisfazione ed<br />
ogni esperienza per riposare nella notte della fede pura e nuda. Questa fede ci porta<br />
così vicini a Dio, che si può dire Lo tocchi e Lo afferri quale Egli è, anche se nelle tenebre.<br />
E l’effetto di questo contatto è spesso una pace profonda che trabocca nelle facoltà<br />
inferiori dell’anima e costituisce così un’«esperienza». Pure questa esperienza o<br />
senso di pace resta sempre un accidente della contemplazione, e l’assenza di questo<br />
«senso» non significa <strong>qui</strong>ndi che il nostro contatto con Dio sia cessato.<br />
Legarsi a questa «esperienza» di pace significa minacciare la vera, essenziale e vitale<br />
unione della nostra anima con<br />
Dio, al disopra del senso e dell’esperienza, nella tenebra di un amore puro e perfetto.<br />
Per quanto possa essere un segno della nostra unione con Dio, questo senso di pace<br />
rimane soltanto un segno — un accidente. La sostanza dell’unione non è necessariamente<br />
vincolata a tale senso, e qualche volta, quando non abbiamo in noi senso di pace<br />
o della presenza di Dio, Egli è più veramente presente in noi di quanto non lo sia<br />
mai stato prima.<br />
Se attribuiremo troppa importanza a questi accidenti, correremo il rischio di perdere<br />
ciò che è essenziale, cioè la perfetta accettazione della volontà di Dio, quali che possano<br />
essere i nostri sentimenti.<br />
Ma se credo che la cosa più importante nella vita sia un senso di pace interiore, sarò<br />
sempre più turbato quando mi accorgerò di non provarlo. E poiché non posso produrre<br />
in me questo stato ogni volta che lo voglio, il turbamento aumenterà con il fallire dei