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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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di mantenersi in pace, attenti al lavorio segreto che Egli ha iniziato nelle loro anime.<br />

Pure, se cercate di spiegare loro che può esservi molta imperfezione in quello zelo per<br />

attività che Dio da loro non desidera, essi vi trattano come un eretico. Sono convinti<br />

che voi avete torto, tanto intensa è la brama che provano per i risultati che immaginano<br />

di poter ottenere.<br />

Il segreto della pace interiore è il distacco. Il raccoglimento è impossibile per chi è<br />

dominato dai desideri confusi e mutevoli della propria volontà. E anche se questi desideri<br />

tendono ai beni della vita interiore, al raccoglimento, alla pace, ai piaceri della<br />

preghiera, se non sono altro che desideri naturali ed egoistici, renderanno il raccoglimento<br />

difficile ed anche impossibile.<br />

Non potrai mai trovare la perfetta pace interiore e il raccoglimento se non ti staccherai<br />

anche dal desiderio di pace e di raccoglimento. Non potrai mai pregare perfettamente<br />

se non ti staccherai dai piaceri della preghiera.<br />

Se abbandonerai tutti questi desideri e cercherai una cosa sola, la volontà di Dio, Egli,<br />

in mezzo agli affanni, ai conflitti e alle prove, ti darà raccoglimento e pace.<br />

Nella vita religiosa esiste una specie di crudo materialismo che induce uomini sinceramente<br />

santi a credere che abnegazione significhi semplicemente rinuncia a tutto ciò<br />

che soddisfa i cinque sensi esterni.<br />

Ma questo è appena il principio dell’abnegazione.<br />

Naturalmente, prima che la vita interiore possa anche solo iniziarsi, noi dobbiamo essere<br />

staccati da tutto ciò che è grossolano e sensuale. Ma, una volta iniziata, la vita<br />

interiore farà ben pochi progressi se non ci staccheremo sempre più anche dai beni<br />

razionali, intellettuali e spirituali.<br />

Chi spera di diventare contemplativo distaccandosi solo da ciò che gli è vietato dalla<br />

ragione non giungerà mai nemmeno a conoscere il significato di contemplazione. Perché<br />

la via che conduce a Dio passa attraverso una tenebra profonda, nella quale ogni<br />

conoscenza, ogni sapienza creata, ogni piacere e prudenza, ogni speranza ed ogni<br />

gioia umane vengono distrutte e annullate dalla soverchiante purezza della luce e della<br />

presenza di Dio. Non basta possedere e godere i beni materiali e spirituali entro i limiti<br />

di una ragionevole moderazione: dobbiamo essere capaci di elevarci al disopra di<br />

ogni gioia e di passare oltre ogni possesso, se vogliamo giungere al puro possesso e<br />

godimento di Dio.<br />

Questa distinzione è molto importante, eppure è spesso dimenticata anche da autori<br />

spirituali. È certamente vero che tutte le creature di Dio sono buone, e che l’uso moderato<br />

e prudente di queste ci porta ad una più intima unione con Lui. Ed è anche vero<br />

che coloro, che sono più uniti a Lui e più distaccati dal loro io esteriore, sono capaci<br />

di gustare la gioia più pura nella bellezza delle cose create, che non è più un ostacolo<br />

alla luce di Dio.<br />

Ma tra l’uso moderato delle cose create, tra una vita virtuosa e ragionevolmente moderata,<br />

e la purezza totalmente spiritualizzata del santo, che è come la ricon<strong>qui</strong>sta<br />

dell’innocenza originale all’alba della creazione, vi è un abisso che può solo essere<br />

superato con un salto cieco di distacco ascetico.<br />

Al di là della ragionevole temperanza sta la morte sacrificale, che si trova ad un livello<br />

più alto della semplice virtù o della pratica della disciplina. La croce di Cristo fa<br />

<strong>qui</strong> il suo ingresso nella vita del contemplativo. Senza la morte mistica che lo separa<br />

completamente dalle cose create, non vi è per lui perfetta libertà e non può avanzare<br />

nella terra promessa dell’unione mistica.<br />

Ma questa «morte» dei sensi e dello spirito, che porta alla liberazione finale da ogni

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