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Dio, dinanzi al Quale nessun potere umano ha significato e per il Quale tutto questo<br />

non costituisce un ostacolo.<br />

L’umiltà è il segno più sicuro di forza.<br />

26. Libertà nell’obbedienza<br />

Pochissimi uomini si santificano nell’isolamento. Pochissimi diventano perfetti in solitudine<br />

assoluta.<br />

Vivere con gli altri ed imparare a perdersi nella comprensione delle loro debolezze e<br />

delle loro deficienze ci aiuta a diventare veri contemplativi. Non vi è infatti mezzo<br />

migliore per liberarsi dalla rigidità, dalla durezza, dalla volgarità del nostro egoismo<br />

congenito, ostacolo insuperabile alla luce infusa e all’azione dello Spirito di Dio.<br />

Anche la coraggiosa accettazione delle prove interiori in perfetta solitudine non può<br />

sostituire completamente l’opera di purificazione che si compie in noi attraverso la<br />

pazienza e l’umiltà, amando il prossimo e simpatizzando con le sue richieste più irragionevoli.<br />

C’è sempre pericolo che gli eremiti non facciano che inaridirsi e indurirsi nella loro<br />

eccentricità. Vivendo lungi dal contatto con gli altri, essi tendono a perdere quel profondo<br />

senso delle realtà spirituali che solo il puro amore può dare.<br />

Credi che la via alla santità sia quella di chiuderti fra i tuoi libri, le tue preghiere e le<br />

meditazioni che ti piacciono, ti interessano, ti proteggono, con molteplici barriere,<br />

contro chi tu consideri sciocco? Credi forse che la via alla contemplazione si trovi nel<br />

rifiutare attività e opere che sono necessarie al bene altrui ma che forse ti annoiano e ti<br />

distraggono? Credi forse di trovare Dio col chiuderti in un bozzolo di piaceri estetici e<br />

spirituali, invece di rinunciare a tutti i tuoi gusti, desideri, ambizioni, soddisfazioni per<br />

amore di Cristo, che non vivrà in te fino a quando tu non Lo troverai negli altri?<br />

Lungi dall’essere opposte per loro natura, la contemplazione interiore e l’attività<br />

esterna sono due aspetti dello stesso amore di Dio.<br />

Ma l’attività di un contemplativo deve nascere dalla sua contemplazione e deve: rassomigliarle.<br />

Tutto ciò che egli fa al di fuori della contemplazione deve riflettere la luminosa<br />

tran<strong>qui</strong>llità della sua vita interiore.<br />

A questo fine, egli deve cercare nella sua attività ciò che trova nella sua contemplazione:<br />

il contatto e l’unione con Dio.<br />

Per quanto poco tu abbia appreso di Dio nella preghiera mentale, commisura i tuoi atti<br />

a questo poco: regolali su questo metro. Fa’ si che tutta la tua attività fruttifichi nello<br />

stesso vuoto, nello stesso silenzio e nello stesso distacco che hai trovato nella contemplazione.<br />

In ultima analisi il segreto di tutto ciò è un perfetto abbandono alla volontà<br />

di Dio nelle cose che non dipendono da te, una perfetta obbedienza a Lui in tutto quello<br />

che dipende dalla volontà tua, così che in tutto, nella tua vita interiore e nelle tue<br />

opere esterne per Dio, tu desideri una cosa soltanto: l’adempimento della Sua volontà.<br />

Se farai ciò, la tua attività parteciperà a quella pace disinteressata che sai trovare nella<br />

preghiera e nella semplicità delle cose che fai gli uomini riconosceranno la tua pace e<br />

daranno gloria a Dio.<br />

soprattutto in questa silenziosa e inconscia testimonianza all’amore di Dio che i contemplativi<br />

esercitano il loro apostolato. Perché il santo predica con il suo modo di<br />

camminare, di fermarsi, di sedere, di raccogliere qualcosa e di stringerla fra le mani.<br />

Coloro che sono perfetti non hanno bisogno di riflettere sui particolari delle proprie<br />

azioni.

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