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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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sull’altare dinanzi a voi; ma allora almeno, oscuramente, riconoscerete allo spezzare<br />

del Pane lo Straniero che era vostro compagno ieri e ieri l’altro. E, come i discepoli di<br />

Emmaus, comprenderete con quanta ragione il cuore vi bruciasse in petto quando gli<br />

incidenti del vostro lavoro giornaliero vi parlavano del Cristo che continuamente in<br />

voi viveva e operava e offriva la Sua Messa.<br />

Vita in Cristo è vita nel mistero della Croce. Non è soltanto una nascosta partecipazione<br />

soprannaturale alla vita divina nell’eternità, ma partecipazione ad un mistero<br />

divino; è un’azione sacra nella quale Dio stesso entra nel tempo e, con la cooperazione<br />

degli uomini che hanno risposto al Suo appello e sono stati uniti in una santa assemblea,<br />

la Chiesa, effettua l’opera della redenzione dell’uomo.<br />

Noi abbiamo perso in grande misura il senso del sacrificio. Oggi se mai si ricorda il<br />

concetto di sacrificio, esso sembra ritenere solo una piccola parte del suo vero significato.<br />

Abitualmente, anche tra i cristiani, il sacrificio è considerato solo come atto morale,<br />

atto di pietà o di virtù, caratterizzato da qualche difficoltà particolare. Il sacrificio<br />

è allora un «atto buono», che è anche gravoso e che ci «costa qualche cosa». Questo<br />

sembrerebbe implicare l’idea che il sacrificio è qualcosa di soggettivo e di gravoso.<br />

Invece la nozione esatta di sacrificio è assolutamente oggettiva e l’idea di difficoltà o<br />

di dolore non gli è essenziale, eccetto per quanto riguarda la nostra natura debole e<br />

decaduta, che viene a conflitto con la volontà divina. Per sé non vi è nessuna ragione<br />

perché un sacrificio perfetto non sia anche indolore: un puro atto di adorazione, un<br />

inno alla gloria divina cantato in un’estasi di pace.<br />

Il sacrificio è un atto oggettivamente sacro, ed è principalmente di carattere sociale;<br />

quello che importa non è tanto il dolore o la difficoltà con lui connessi, quanto il significato,<br />

la significazione sacra, che non solo contiene un’idea, ma effettua una trasformazione<br />

divina e religiosa nell’offerente, consacrandolo ed unendolo più intimamente<br />

a Dio.<br />

Il mistero della Croce, della morte redentrice e della resurrezione del Salvatore è rinnovato<br />

ogni giorno nel Sacrificio Eucaristico, più comunemente detto «la Messa». Qui<br />

abbiamo un atto che è oggettivamente sacro come nessun altro mai: l’atto sacrificale<br />

per il quale il Figlio di Dio offri Se stesso come vittima per i peccati dell’uomo sulla<br />

Croce. Questo atto è veramente, seppure misticamente, compiuto dalla Chiesa per<br />

mezzo dei suoi sacerdoti ordinati, assistiti da altri ministri e dai fedeli. Di solito non vi<br />

è nulla nella Messa che possa essere causa di sofferenza, sia al sacerdote che ai ministri<br />

o a chiunque sia presente. Può darsi che qualcuno debba forse alzarsi più presto<br />

del solito al mattino, o debba percorrere un bel po’ di strada o sormontare altri ostacoli<br />

per poter assistere alla Messa; queste difficoltà soggettive potranno essere occasione<br />

di una partecipazione spirituale più pura al sacrificio, ma rimarranno sempre esteriori<br />

ed accidentali al sacrificio stesso.<br />

Ogni Messa ha un carattere sociale, anche se vi assiste solamente il chierico. Idealmente,<br />

il carattere sociale della Messa dovrebbe essere posto in evidenza dall’attiva<br />

partecipazione liturgica dei fedeli presenti; la forma più normale di questa partecipazione<br />

si ha nella Messa solenne, durante la quale i fedeli stessi cantano e comprendono<br />

una parte notevole della liturgia, e ascoltano attentamente quello che viene recitato<br />

o cantato dal coro e dai sacri ministri. La Comunione costituisce normalmente la piena<br />

partecipazione al sacrificio.<br />

Quindi, il cristiano che ascolta la Messa intelligentemente, partecipa ad un atto sacro,<br />

oggettivo, sociale nel quale Cristo è invisibilmente presente come Primo Offerente e<br />

Sommo Sacerdote, rappresentato all’altare dal suo ministro visibile: Egli è, però, an-

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