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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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È la cosa più facile del mondo possedere questa vita e questa gioia: devi soltanto credere<br />

ed amare; eppure c’è gente che consuma la propria vita in immani fatiche, difficoltà<br />

e sacrifici per raggiungere delle cose che rendono impossibile una vera vita.<br />

Questa è una delle principali contraddizioni che il peccato ha portato nelle anime nostre:<br />

dobbiamo fare violenza a noi stessi per non affaticarci inutilmente per ciò che è<br />

amaro e senza gioia e dobbiamo fare uno sforzo per prendere ciò che è facile e pieno<br />

di felicità, quasi fosse contro il nostro interesse, perché per noi la linea di minor resistenza<br />

conduce sulla via della maggiore difficoltà, e qualche volta, per noi, fare ciò<br />

che è, in se, estremamente facile può rappresentare la cosa più difficile di questo<br />

mondo.<br />

Le anime sono come cera in attesa di un sigillo. Per se esse non hanno una speciale<br />

identità. Il loro destino e quello di essere plasmate e preparate in questa vita, dalla volontà<br />

di Dio, a ricevere, alla loro morte, il sigillo del loro grado di somiglianza a Dio<br />

in Cristo.<br />

È ciò che significa, fra l’altro, essere giudicato da Cristo.<br />

La cera che è diventata molle nella volontà di Dio può ricevere facilmente lo stampo<br />

della propria identità, e può in verità divenire ciò che era destinata ad essere. Ma la<br />

cera che secca, fragile e senza amore non prende il sigillo, perché questo, cadendovi<br />

sopra, la riduce in polvere.<br />

Quindi se trascorrete la vita nel tentativo di sfuggire al calore del fuoco che deve ammorbidirvi<br />

e prepararvi a diventare il vostro vero io, se cercherete di impedire alla vostra<br />

sostanza di fondersi nel fuoco — come se la vostra vera identità dovesse essere<br />

cera dura — il sigillo cadrà alla fine su di voi e vi frantumerà. Non potrete ricevere il<br />

vostro vero nome e il vostro vero aspetto, e sarete distrutti dall’evento che avrebbe<br />

dovuto darvi la vostra perfezione.<br />

Un sacerdote contemplativo avrà un profondo ed insistente senso di unione con Cristo<br />

come sacerdote e come offerente nel Sacrificio Eucaristico — tanto che la sua Messa<br />

continuerà a celebrarsi in lui non soltanto quando egli è all’altare, ma anche quando<br />

ne è lontano, e in molti momenti diversi della giornata.<br />

Scrivo questo senza essere ancora sacerdote, perché l’ho appreso in una certa misura<br />

inginocchiandomi all’altare come chierico. L’Ostia spezzata giace sulla patena. Ma il<br />

fatto di essere in possesso del segreto vi identifica con il Salvatore e con ciò che sta<br />

accadendo. E senza parole o espliciti atti di pensiero voi assentite a ciò in voi stessi,<br />

semplicemente col restare dove siete e con l’osservare.<br />

Ed ecco, Cristo sviluppa la vostra vita in Se stesso, come un fotografo.<br />

Allora una Messa continua, un senso profondo ed impellente di identificazione con un<br />

atto d’una grandezza e d’una finalità incomprensibili, che ha in certo modo il suo punto<br />

focale nel centro della vostra anima, vi segue dovunque andiate; e, in ogni situazione<br />

della vostra vita quotidiana, esso fa segreto e insistente appello al vostro assenso e<br />

al vostro consenso.<br />

Questa verità è tanto tremenda da essere in certo modo neutra. Non può essere espressa.<br />

È assolutamente personale. E non avete alcun particolare desiderio di parlarne a<br />

qualcuno. Non è cosa che riguardi gli altri.<br />

Né obblighi né lavori assorbenti riusciranno ad interferire con essa. Continuerete a<br />

trovare in voi questo Complice anonimo che arde come un fuoco profondo e tran<strong>qui</strong>llo.<br />

Forse non vi riuscirà del tutto di identificare questa presenza, quest’azione continua<br />

che si svolge in voi, a meno che in quel momento essa si svolga formalmente

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