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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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con chiarezza la natura dell’unione ipostatica per essere un contemplativo. Ma se si<br />

vogliono introdurre formule dogmatiche nella spiegazione della propria esperienza<br />

interiore, sarebbe cosa buona e savia che queste formule fossero quelle esatte, altrimenti<br />

l’esperienza interiore stessa ne risulterebbe falsata e illusoria.<br />

L’eresia nestoriana sorse dalla incapacità di concepire le due nature di Cristo, l’umana<br />

e la divina, diversamente, da due esseri sussistenti separatamente. Per cui i Nestoriani<br />

ritengono che Cristo non è Una Persona divina ed umana, ma due esseri, Dio e «un<br />

uomo unito a Dio».<br />

Se nella nostra contemplazione separiamo l’umanità e la divinità di Cristo al punto di<br />

«passare oltre l’umanità» per «fissarci nella. divinità», avremo tendenza a dividere<br />

Cristo in «Un Uomo» e «Una Persona Divina», mentre di fatto Dio e l’uomo in Lui<br />

sono assolutamente indivisibili ed inseparabili nella Unità della Sua Persona.<br />

Il punto debole del nestorianesimo è che esso fa natura uguale a persona. Ma la contemplazione<br />

cristiana è qualcosa di altamente personale. Il nostro amore e la nostra<br />

conoscenza di Cristo non si fermano alla Sua natura umana o alla Sua natura divina,<br />

ma alla Sua Persona. Amarlo semplicemente come natura sarebbe come amare un<br />

amico per il suo denaro o per la sua giovialità. Noi non amiamo Cristo per quello che<br />

ha, ma per quello che è.<br />

«Che cosa» è Cristo, è assai meno importante di «Chi Egli è». «Che cosa» Egli sia,<br />

possiamo sì e no immaginarcelo; ma raggiungiamo il «Chi Egli è» — la Sua misteriosa<br />

e ineffabile Persona divina — direttamente ed immediatamente per mezzo della<br />

grazia e dell’amore, senza immagini (o anche con immagini, se volete; seppur questa<br />

sia una via meno diretta) e senza raziocinare. Il vero mistero dell’agape (carità) cristiana<br />

è questa capacità che la Persona del Verbo ci ha dato venendo a noi; cioè la capacità<br />

di giungere semplicemente e direttamente a contatto con Lui, non come un<br />

semplice oggetto, come una cosa vista o immaginata, ma in un’unione di amore transoggettiva,<br />

che non unisce un oggetto a un soggetto, ma due soggetti in una unione<br />

affettiva. Quindi nell’amore noi possiamo, per così dire, sperimentare nei nostri stessi<br />

cuori l’intimo personale segreto dell’Amato. E Cristo ci ha concesso la Sua Amicizia<br />

per potere così penetrare nei nostri cuori e dimorarvi di presenza, non come oggetto,<br />

non come un «che cosa» ma come un «Chi». Così, Colui che è, è presente nella profondità<br />

del nostro stesso essere come nostro Amico e come un altro nostro io. Questo<br />

è il mistero del Verbo, che abita in noi in virtù della Sua Incarnazione e della nostra<br />

inserzione nel Suo Corpo Mistico, la Chiesa.<br />

Questa presenza personale di Cristo, Verbo di Dio, nelle nostre anime è ciò a cui alludevo<br />

più sopra, parlando della Sua «Missione».<br />

Ma è la fede e non l’immaginazione a darci la vita soprannaturale, è la fede a giustificarci,<br />

è la fede a condurci alla contemplazione. «Il mio giusto vive per fede», non per<br />

immaginazione. L’immaginazione vi ha parte solo accidentalmente. Se hai bisogno<br />

dell’immaginazione per ricordarti di Cristo in Cui credi, continua pure ad usarla. Ma<br />

se puoi esercitare la tua fede in Lui senza la noia di evocare sempre un’immagine di<br />

Lui, tanto meglio; la tua fede sarà più semplice e più pura.<br />

Per alcuni è facile scendere in se stessi e trovare nella propria immaginazione una<br />

semplice immagine di Cristo; ed è un modo facile di cominciare a pregare. Ma ad altri<br />

ciò non riesce. Al contrario, lo sforzo richiesto può riempire la loro testa di problemi e<br />

di turbamenti che rendono impossibile la preghiera. Ma nello stesso tempo il puro<br />

nome di Gesù o la nozione vaga, indistinta di Cristo è sufficiente a dare alla loro fede<br />

una semplice e amorosa consapevolezza di Colui che è realmente presente nella loro

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