qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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la pace nell’amore degli uomini.<br />
Che cos’è il «mondo» per il quale Cristo non prega, del quale Egli disse che i Suoi<br />
discepoli erano in esso ma non di esso? Il mondo è l’in<strong>qui</strong>eta città di coloro che vivono<br />
per se stessi e sono <strong>qui</strong>ndi divisi gli uni dagli altri in una lotta che non può aver fine,<br />
perché durerà eterna nell’inferno. E la città di coloro che combattono per il possesso<br />
di dose limitate e per il monopolio di beni e piaceri che non tutti possono condividere.<br />
Ma se voi cercherete di fuggire da questo mondo limitandovi a lasciare la città e a nascondervi<br />
in solitudine, non farete che portare con voi la città nella solitudine; potrete<br />
invece essere interamente fuori dal mondo pur vivendo in esso se lascerete che Dio vi<br />
liberi dal vostro egoismo e se vivrete soltanto per l’amore.<br />
Perché evadere dal mondo non è altro che evadere dall’egoismo. E colui che si chiude<br />
nel proprio egoismo si mette in una posizione per la quale il male che è in lui lo possederà<br />
come un demone o gli farà perdere la testa.<br />
Ecco perché è pericoloso ritirarsi in solitudine solamente perché si trova piacere a restare<br />
soli.<br />
11. Impara ad essere solo<br />
La solitudine fisica, il silenzio esteriore ed un reale raccoglimento sono tutti moralmente<br />
necessari a chi vuole condurre una vita contemplativa; ma, come ogni altra cosa<br />
del creato, questi non sono altro che mezzi per un fine, e se non comprendiamo il<br />
fine faremo un cattivo uso dei mezzi.<br />
Non ci ritiriamo nel deserto per fuggire gli altri, ma per imparare a trovarli; non lasciamo<br />
gli altri per non aver più nulla a che fare con loro, ma per trovare il modo di<br />
far loro un bene maggiore. Ma questo è sempre e soltanto un fine secondario.<br />
Il solo fine che comprende tutti gli altri è l’amore di Dio.<br />
Come può la gente agire e parlare come se la solitudine fosse cosa di nessuna importanza<br />
per la vita interiore? Solo coloro che non hanno mai sperimentato la vera solitudine<br />
possono asserire con leggerezza che questa non ha importanza e che solo la solitudine<br />
del cuore ha importanza! Una solitudine deve condurre all’altra!<br />
La vera solitudine non è qualcosa al di fuori di voi, non è l’assenza di uomini o di<br />
suoni intorno a voi: è un abisso che si apre nel centro della vostra anima.<br />
E questo abisso di solitudine interiore è creato da una fame che non sarà mai soddisfatta<br />
da cosa creata.<br />
Solo attraverso fame, sete, dolore, povertà e desiderio si trova la solitudine, e l’uomo<br />
che ha trovato la solitudine è vuoto, come se fosse stato vuotato dalla morte.<br />
Egli si è spinto oltre ogni orizzonte. Non rimangono direzioni in cui incamminarsi. È<br />
questo un paese il cui centro è dovunque e la cui circonferenza non è in alcun luogo.<br />
Non lo si trova viaggiando, ma restando fermi.<br />
Pure proprio in questa solitudine si iniziano le attività più profonde. Qui si scopre<br />
l’atto senza moto, la fatica che è profondo riposo, la visione nell’oscurità, e, al di là di<br />
ogni desiderio, un appagamento i cui limiti si estendono all’infinito.<br />
Sebbene sia vero che la solitudine è dovunque, per trovarla esiste un meccanismo che<br />
ha qualche relazione con lo spazio reale, con la geografia, con l’isolamento fisico dalle<br />
città e dai paesi degli uomini.<br />
Ci dev’essere almeno una stanza, o un angolo dove nessuno vi trovi, vi disturbi o vi<br />
noti. Dovete essere in grado di separarvi dal mondo, di rendervi liberi, sciogliendovi