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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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di pura santità, rimarremo separati gli uni dagli altri, opposti gli uni agli altri, e<br />

l’unione fra noi sarà una cosa precaria e penosa, piena di fatica e di dolore, priva di<br />

una coesione durevole.<br />

In tutto il mondo, in tutto il corso della storia, anche fra religiosi e santi, Cristo viene<br />

smembrato.<br />

Il Suo Corpo fisico fu crocifisso da Pilato e dai Farisei; il Suo Corpo mistico viene<br />

trascinato e fatto a pezzi in ogni età dai demoni nell’agonia di questa disunione che<br />

nasce e vegeta nelle nostre anime inclini all’egoismo e al peccato.<br />

Su tutta la faccia della terra l’avarizia e la lussuria degli uomini fomentano incessanti<br />

divisioni fra loro, e le ferite che impediscono agli uomini di unirsi si estendono ed<br />

erompono in terribili guerre. Assassinio, massacri, rivoluzione, odio, sterminio e tortura<br />

dei corpi e delle anime, distruzioni di città mediante il fuoco, estrema povertà di<br />

milioni di persone, annichilimento di intere popolazioni ed infine l’inumanità cosmica<br />

della guerra atomica: Cristo è massacrato nelle Sue membra, fatto a pezzi; Dio e assassinato<br />

negli uomini.<br />

La storia del mondo, con la distruzione materiale di città, di nazioni e di popoli,<br />

esprime la divisione interiore che tiranneggia le anime di tutti gli uomini, anche quelle<br />

dei santi.<br />

Anche gli innocenti, anche coloro in cui Cristo vive attraverso la carità, anche coloro<br />

che desiderano con tutto il loro cuore di amarsi vicendevolmente, rimangono divisi e<br />

separati. Anche se sono già un’unica cosa in Lui, tale unione rimane loro celata, perché<br />

essa possiede ancora soltanto la sostanza segreta della loro anima.<br />

Ma la loro mente e i loro giudizi e i loro desideri, i loro caratteri e le loro facoltà umane,<br />

i loro appetiti e i loro ideali sono tutti prigionieri nella scoria di un inevitabile<br />

egoismo che il puro amore non è ancora riuscito a raffinare.<br />

Fintanto che siamo sulla terra, l’amore che ci unisce ci procurerà sofferenze per lo<br />

stesso contatto reciproco, giacché questo amore è la ricomposizione di un Corpo dalle<br />

ossa infrante. Neppure i santi possono vivere con i santi su questa terra senza qualche<br />

angoscia, senza qualche dolore per le differenze che si manifestano fra loro.<br />

Due cose gli uomini possono fare di fronte alla sofferenza che proviene dalla mancanza<br />

di unione cogli altri uomini. Possono amare o possono odiare.<br />

L’odio indietreggia davanti al sacrificio e al dolore, che rappresentano il prezzo per<br />

poter ricomporre quelle ossa. Esso respinge la sofferenza richiesta per la ricostruzione.<br />

Vi è in ogni membro debole, sperduto, isolato della razza umana, un’agonia piena<br />

d’odio che nasce dalla propria debolezza, dal proprio isolamento. L’odio è il segno e<br />

l’espressione dell’isolamento, dell’indegnità, della insufficienza. Ed è proprio nella<br />

misura in cui ognuno di noi è solo ed indegno, che odia se stesso. Alcuni si rendono<br />

conto di questo odio di sé e a causa di esso si auto-accusano e si infliggono pene inutili.<br />

La punizione non può allontanare da noi il senso della nostra indegnità. Non possiamo<br />

farci nulla, fintanto che continuiamo a sentirci isolati, insufficienti, impotenti,<br />

soli. Altri, meno consci di questo odiò di sé, lo vedono più chiaramente in altro modo,<br />

cioè proiettandolo sul prossimo. Vi è un odio orgoglioso auto-sufficiente, potente e<br />

crudele, che gode nell’odiare, perché esce al di fuori prendendo di mira l’indegnità<br />

altrui. Ma questo odio potente e compiaciuto è ignaro che ogni forma di odio consuma<br />

e distrugge l’io che si abbandona ad odiare e non l’oggetto odiato. L’odio, di qualsiasi<br />

specie esso sia, è auto-distruttivo, e anche quando trionfa materialmente, trionfa nella<br />

propria rovina spirituale.

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