qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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esse. Egli è solo conosciuto ed amato da coloro cui Egli ha donato liberamente una<br />
partecipazione alla conoscenza e all’amore che Egli ha di Se stesso.<br />
Per conoscere ed amare Dio quale Egli è, occorre che Dio dimori in noi in un modo<br />
nuovo non solo con la Sua potenza creatrice, ma con la Sua misericordia; non solo<br />
con la Sua immensità, ma con la Sua piccolezza con la quale Egli svuota Se stesso e<br />
scende giù fino a noi per essere vuoto del nostro vuoto e così riempirci della Sua pienezza.<br />
Così Dio getta un ponte tra Se stesso e gli spiriti creati per amarLo per mezzo<br />
delle missioni soprannaturali della Sua stessa vita. Il Padre, dimorando nell’intimo di<br />
tutte le cose e di me stesso, mi comunica il Suo Verbo e il Suo Spirito. Ricevendoli<br />
sono attirato nella Sua stessa vita e conosco Dio nel Suo stesso amore, essendo uno<br />
con Lui nel Suo Figlio.<br />
La scoperta della mia identità incomincia e si compie in queste missioni, perché in<br />
esse Dio stesso, portando in Sé il segreto di chi sono io, comincia a vivere in me non<br />
solo come mio Creatore, ma anche come il mio altro e vero io. Vivo, iam non ego, vivit<br />
vero in me Christus.<br />
Queste missioni hanno inizio con il Battesimo. Ma esse non assumono alcun significato<br />
pratico nella vita delle nostre facoltà fintanto che non diventiamo capaci di consapevoli<br />
atti d’amore. Da allora la speciale presenza di Dio in noi dipende completamente<br />
dalla nostra elezione. Da allora la nostra vita diventa una serie di atti di scelta<br />
tra la finzione del nostro falso io, che noi nutriamo con le illusioni della passione e<br />
dell’appetito egoistico, e un amoroso consenso alla gratuita misericordia di Dio.<br />
Quando acconsento alla volontà e alla misericordia di Dio come si presentano a me<br />
negli avvenimenti della vita, facendo appello al mio io interiore e risvegliando la mia<br />
fede, io mi apro un varco attraverso le apparenze esteriori, superficiali, che formano la<br />
visione abituale che ho del mondo e di me stesso e mi trovo alla presenza di una maestà<br />
nascosta. Mi potrà sembrare che questa maestà e questa presenza siano qualche<br />
cosa di oggettivo, al di fuori di me stesso. Infatti i santi primitivi e i profeti videro<br />
questa presenza divina in una visione come di luce, di angelo, di uomo o di fuoco ardente...<br />
o come un alone di gloria risplendente sostenuto da un cherubino. Solo così il<br />
loro intelletto poteva rendere giustizia alla suprema realtà di quello che stavano sperimentando.<br />
Eppure questa è una maestà che noi non vediamo con i nostri occhi, è tutta<br />
dentro di noi stessi. È la missione voluta dal Padre e svolta dal Verbo e dallo Spirito<br />
nell’intimo del nostro essere. È una maestà che ci viene comunicata, che viene condivisa<br />
con noi, così che tutto il nostro essere è ripieno del dono della gloria e risponde<br />
con l’adorazione.<br />
Questa è la «misericordia di Dio» rivelataci dalle missioni segrete nelle quali Egli dà<br />
Se stesso a noi, e risveglia la nostra identità quali figli ed eredi del Suo Regno. Questo<br />
è il Regno di Dio in noi, e per la venuta di questo Regno noi preghiamo ogni volta che<br />
recitiamo il «Padre nostro». Nella rivelazione della misericordia e della maestà giungiamo<br />
ad una oscura intuizione del nostro segreto personale, della nostra vera identità.<br />
Il nostro io intimo si risveglia, in un lampo momentaneo, in un istante di riconoscimento<br />
quando diciamo «Sì» alle Tre Persone Divine che abitano in noi. Siamo solo<br />
veramente noi stessi quando consentiamo totalmente a «ricevere» la gloria di Dio in<br />
noi stessi. Il nostro vero io è, allora, l’io che riceve liberamente e gioiosamente quelle<br />
missioni che sono il dono supremo di Dio ai Suoi figli. Qualsiasi altro io è solo illusione.<br />
Fintanto che io sono sulla terra, la mia mente e la mia volontà ostacolano più o meno<br />
le missioni del Verbo di Dio e del Suo Spirito. Io non accolgo facilmente la Sua luce.