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sere che un’illusione.<br />

Riconoscere le illusioni non è il nostro forte, specie quelle illusioni che abbiamo su di<br />

noi, quelle che sono nate con il peccato e ne alimentano le radici. Per quasi tutti coloro<br />

che sono al mondo non vi è realtà soggettiva più grande di questo loro falso io, che<br />

non può esistere. Una vita dedicata al culto di questa ombra è ciò che si chiama una<br />

vita di peccato.<br />

Ogni peccato parte dal presupposto che il mio falso io, l’io che esiste solo nei miei<br />

desideri egocentrici, sia la realtà fondamentale della vita, cui si ricollega ogni altra<br />

cosa nell’universo. Così io consumo la mia vita nel tentativo di accumulare piaceri ed<br />

esperienze, potere ed onore, sapere ed amore, di rivestire questo falso io e fare della<br />

sua nullità qualcosa di obiettivamente reale. E mi circondo di esperienze, mi copro di<br />

piaceri e di gloria come di bende, per rendermi percettibile a me stesso e al mondo,<br />

quasi fossi un corpo invisibile che può diventare visibile solo quando qualcosa di visibile<br />

ne copra la superficie.<br />

Ma non vi è sostanza sotto alle cose delle quali mi sono rivestito. Sono vuoto, la mia<br />

struttura di piaceri e di ambizioni non ha fondamenta. Mi sono obiettivato in esse. Ma<br />

esse sono tutte destinate per la loro stessa contingenza ad essere distrutte. E quando<br />

saranno distrutte, di me resteranno soltanto la mia nudità, la mia nullità, il mio vuoto,<br />

a dirmi che io sono una cosa sbagliata.<br />

Il segreto della mia identità si nasconde nell’amore e nella misericordia di Dio.<br />

Ma tutto ciò che è in Dio è realmente identico a Lui, perché la Sua infinita semplicità<br />

non ammette divisione o distinzione. Non posso <strong>qui</strong>ndi sperare di trovare me stesso se<br />

non in Lui.<br />

In ultima analisi il solo mezzo per essere me stesso è di identificarmi con Lui, perché<br />

in Lui si nascondono la ragione e la realizzazione piena della mia esistenza.<br />

Quindi la mia esistenza, la mia pace e la mia felicità dipendono da un solo problema:<br />

quello di scoprire me stesso scoprendo Dio. Se lo trovo, troverò me stesso, e se trovo<br />

il mio vero io, troverò Lui.<br />

Per quanto sembri facile, ciò è in realtà immensamente difficile. Se vengo lasciato a<br />

me stesso, infatti, la cosa sarà assolutamente impossibile. Per quanto, con la ragione,<br />

io possa conoscere qualcosa dell’esistenza e della natura di Dio, non v’è mezzo umano<br />

e razionale con cui mi sia possibile giungere a quel contatto, a quel possesso di Lui<br />

che mi scoprirà Chi Egli e realmente e chi io sono in Lui.<br />

Ciò è qualcosa che nessun uomo può fare da solo.<br />

Né possono in ciò essergli di aiuto tutti gli uomini e tutte le cose dell’universo.<br />

L’Unico che possa insegnarmi a trovare Dio è Dio, Lui stesso, Lui solo.<br />

6. Prega per trovare te stesso<br />

Esiste un punto in cui io posso incontrare Dio in un reale e sperimentale contatto con<br />

la sua infinita realtà. Questo è il «posto» di Dio, il Suo santuario: il punto in cui il mio<br />

essere contingente dipende dal Suo amore. Esiste in me un apice metaforico di esistenza<br />

nel quale io sono in dipendenza essenziale dal mio Creatore.<br />

Dio mi pronuncia come una parola che contiene un pensiero parziale di Sé.<br />

Una parola non sarà mai in grado di contenere la voce che la pronuncia.<br />

Ma se io rimango fedele alla parola che Dio pronuncia in me, se rimango fedele al<br />

pensiero di Lui che devo incarnare, sarò pieno della Sua realtà, Lo troverò dovunque<br />

in me stesso, e non troverò me stesso in alcun luogo. Sarò perduto in Lui: mi troverò e

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