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qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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un santo non possa essere che una lotta continua contro il senso di colpevolezza, che<br />

un santo non possa bere neppure un bicchiere d’acqua fresca senza fare un atto di contrizione<br />

per essersi dissetato, quasi che questo fosse un peccato mortale. Come se per i<br />

santi l’esser sensibile alla bellezza, alla bontà, a ciò che è piacevole, fosse offesa a<br />

Dio. Come se il santo non potesse mai permettersi di godere di qualche altra cosa<br />

all’infuori della preghiera e dei suoi atti di pietà interiori.<br />

Un santo è capace di amare le cose create, di goderne e di servirsene con semplicità e<br />

naturalezza, senza nessun accenno ufficiale a Dio, senza attirare l’attenzione sulla<br />

propria pietà, senza rigidità artificiale. La sua mansuetudine e la sua dolcezza non<br />

vengono spremute attraverso i pori mediante la costrizione di una camicia di forza spirituale.<br />

Queste derivano dalla sua docilità immediata alla luce della verità e alla volontà<br />

di Dio. Un santo, <strong>qui</strong>ndi, è capace di parlare delle cose del mondo senza fare<br />

esplicito riferimento a Dio; ma il modo in cui ne parla dà maggiore gloria a Dio e suscita<br />

un maggiore amore per Dio, di quanto non farebbero le osservazioni di una persona<br />

meno santa che deve fare uno sforzo per stabilire un collegamento tra le creature<br />

e Dio attraverso analogie trite e metafore logore, che si rivelano così deboli da gettare<br />

un velo di sospetto sulla religione.<br />

Il santo sa che il mondo e tutto ciò che è stato creato da Dio è buono; mentre coloro<br />

che non sono santi, pensano che le cose create non siano sante, oppure non si curano<br />

di ciò né in un senso né nell’altro, perché si interessano unicamente di se stessi.<br />

Gli occhi del santo rendono santa ogni bellezza, e le mani del santo consacrano alla<br />

gloria di Dio tutto ciò che toccano, e nulla può offendere il santo, nessun peccato<br />

umano lo può scandalizzare perché egli non conosce peccato: Egli conosce soltanto la<br />

misericordia di Dio, ed è sulla terra per portare questa misericordia a tutti gli uomini.<br />

Quando siamo una sola cosa con l’amore di Dio, tutte le cose ci appartengono in Lui.<br />

Sono nostre per offrirle a Lui in Cristo Suo Figlio. Perché tutte le cose appartengono<br />

ai figli di Dio e noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio. Cercando la Sua gloria al disopra<br />

di ogni piacere e pena, gioia o dolore, al disopra di ogni bene o di ogni male, noi<br />

amiamo in ogni cosa la Sua volontà più che le cose in se stesse, e in questo modo facciamo<br />

del creato un sacrificio in lode di Dio.<br />

Questo è il fine per cui tutte le cose furono fatte da Dio.<br />

La sola, vera gioia sulla terra consiste nell’evadere dalla prigione del nostro falso io e<br />

di unirci, mediante l’amore, alla Vita che dimora e canta nell’essenza di ogni creatura<br />

e nell’intimo della nostra stessa anima. Nel Suo amore possediamo ogni cosa, godiamo<br />

di ogni cosa, perché in ogni cosa troviamo Lui. Così, mentre siamo nel mondo,<br />

tutto ciò che incontriamo, tutto ciò che vediamo, sentiamo e tocchiamo, lungi dal contaminarci<br />

ci purifica e semina in noi un po’ più di contemplazione e di cielo.<br />

Mancando questa perfezione, le cose create non ci danno gioia, ma dolore. Fino a<br />

quando non amiamo Dio in modo perfetto, tutto ciò che è al mondo sarà in grado di<br />

recarci dolore. E la più grande sciagura è quella di essere morti al dolore che le cose ci<br />

infliggono, e di non comprendere che cosa esso sia.<br />

Perché fino a quando non giungiamo ad amare Dio in modo perfetto, il Suo mondo è<br />

pieno di contraddizione. Le cose che Egli ha creato ci attirano a Lui, eppure ci tengono<br />

lontani da Lui. Esse ci attraggono e ci uccidono. E noi Lo troviamo in esse sino ad<br />

un certo punto, poi non Lo troviamo affatto.<br />

Proprio quando crediamo di aver trovato qualche gioia nelle cose, la gioia si tramuta<br />

in dolore; e quando le cose cominciano a darci piacere, il piacere si tramuta in pena.<br />

In tutte le cose create, noi, che non amiamo ancora Dio perfettamente, possiamo tro-

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