10.06.2013 Views

qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

poter constatare che hai.<br />

un’esperienza o da giudicare ciò che sta accadendo, se si può dire che accada qualcosa<br />

che non sia eterno e immutabile, che non sia un’attività così tremenda da essere infinitamente<br />

tran<strong>qui</strong>lla.<br />

E <strong>qui</strong> tutti gli aggettivi si sbriciolano fra le mani. Le parole sono sciocche. Tutto ciò<br />

che tu dici è erroneo — a meno che tu non elenchi ogni esperienza possibile e dica:<br />

«Non è questo», «Non è ciò di cui sto parlando».<br />

La metafora diventa ora assolutamente inutile. Parla di «tenebra», se vuoi, ma il pensiero<br />

della tenebra è già troppo denso e troppo rozzo. E poi non è neppure tenebra.<br />

Puoi parlare di «vuoto», ma ti richiama l’idea di spazio: ed essa non è nulla di spaziale.<br />

Libertà, ecco che cosa è. È amore perfetto. È pura rinuncia. È il godimento di Dio.<br />

Non è libertà inerente a un soggetto; non è amore come azione dominata da un impulso<br />

consono alla propria essenza; non è rinuncia che si pone e si effettua secondo il<br />

modo di una virtù.<br />

È libertà che vive e circola in Dio, che è Libertà. È amore che ama nell’Amore. È la<br />

purezza di Dio che si rallegra nella Sua propria libertà.<br />

E <strong>qui</strong>, dove diventa ciò che è realmente destinata ad essere, la contemplazione non è<br />

tanto qualcosa di infuso da Dio in un soggetto creato, quanto Dio che vive in Dio ed<br />

identifica una vita creata con la Sua stessa Vita, così che in essa non rimane altro significato<br />

sperimentale che quello di Dio che vive in Dio.<br />

Se un uomo così affrancato e liberato e realizzato e annientato potesse pensare e parlare,<br />

non penserebbe e non parlerebbe certo di sé come di qualcosa di separato, o come<br />

del soggetto di una esperienza.<br />

Ecco perché non ha significato alcuno parlare di tutto ciò come del punto più alto di<br />

una serie di gradi, come di qualcosa di grande a paragone di altre esperienze meno<br />

grandi. Tutto ciò é al di là del limite entro il quale i paragoni hanno significato: è oltre<br />

le «vie» che corrispondono a qualsiasi nostra nozione di viaggio, è oltre i gradi che<br />

corrispondono alle nostre idee di progressione.<br />

Pure anche questo è un principio. È il livello più basso di un nuovo ordine in cui tutti i<br />

livelli sono incommensurabili e inconcepibili. Non è ancora la perfezione della vita<br />

interiore.<br />

La cosa più importante che rimane da dire di questa perfetta contemplazione in cui<br />

l’anima si annulla nella perfetta rinuncia di ogni desiderio e di ogni cosa è che ciò può<br />

non aver nulla a che fare con le nostre idee di grandezza e di esaltazione, e non è<br />

<strong>qui</strong>ndi qualcosa che sia soggetta al peccato d’orgoglio.<br />

Infatti questa perfetta contemplazione implica, per la sua stessa essenza, la perfezione<br />

di ogni umiltà. L’orgoglio è assolutamente incompatibile con essa. Soltanto quando<br />

viene fraintesa e presa per quello che non è e non può essere, diventa qualcosa di cui<br />

si può essere orgogliosi, qualcosa che si può desiderare smodatamente o può in altro<br />

modo diventare materia di peccato.<br />

Perché l’orgoglio, che è l’attribuzione disordinata di beni, valori e glorie al proprio io<br />

contingente, non può esistere quando si è incapaci di pensare al proprio «io» come a<br />

qualche cosa che vive del tutto indipendente da Dio.<br />

Come si può essere orgogliosi di qualcosa quando non si può riflettere su se stessi,<br />

comprendersi, conoscersi? Moralmente parlando, si è annientati, perché la sorgente,<br />

l’agente, il termine di ogni atto è Dio. E l’essenza di questa contemplazione è la gioia<br />

pura ed eterna che è in Dio perché Dio è Dio: la serena ed interminabile esultanza nel-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!