qui - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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templativo maturo è molto più semplice d’un fanciullo o di un novizio, perché la semplicità<br />
di questi è più o meno negativa — la semplicità di coloro in cui le complicazioni<br />
potenziali non hanno ancora avuto modo di svilupparsi. Ma nel contemplativo<br />
tutte le complessità hanno già cominciato ad emergere e poi a dissolversi nell’unità,<br />
nel vuoto e nella pace interiore.<br />
Il contemplativo, nutrito di vuoto, dotato di povertà e liberato da ogni dolore mediante<br />
la semplice obbedienza, beve fortezza e gioia dalla volontà di Dio in ogni cosa.<br />
Senza bisogno di ragionamenti complicati, di sforzi mentali o di atti particolari, la sua<br />
vita è un’immersione prolungata nei fiumi di tran<strong>qui</strong>llità che scorrono da Dio in tutto<br />
l’universo e riportano ogni cosa in Dio.<br />
Perché l’amore di Dio è come un fiume che nasce nelle profondità della Divina Sostanza<br />
e scorre incessantemente per il Suo creato, riempiendo ogni cosa di vita, di<br />
bontà e di forza.<br />
Tutto, fuorché i nostri peccati, viene trasportato e recato a noi nelle acque di questa<br />
pura ed irresistibile corrente.<br />
Se le accettiamo in tran<strong>qui</strong>llità, abbandonandoci alla spinta delle acque con una fede<br />
pura e fiduciosa, con un amore perfetto che rinuncia ad ogni resistenza, la volontà di<br />
Dio entra nel profondo della nostra libertà e trasporta la nostra vita, i nostri atti c i nostri<br />
desideri nel flusso della Sua gioia. E trovano la vera pace solo coloro che hanno<br />
imparato a muoversi e a nuotare nella corrente irresistibile di questo fiume. Per loro la<br />
vita diventa semplice e facile. Ogni momento è ricco di felicità. Ogni evento è intelligibile,<br />
se non nei particolari, almeno in relazione alla totalità della vita.<br />
Ma se rifiutiamo di accettare la Sua volontà (e questo è il peccato) non per questo eviteremo<br />
di essere travolti da questa corrente cui nulla può resistere.<br />
Ogni dolore, ogni durezza, ogni difficoltà, ogni lotta, ogni pena, ogni infelicità ed infine<br />
la morte stessa si possono far risalire alla ribellione contro l’amore di Dio per noi.<br />
Quando il dono dell’intelletto ha aperto i nostri occhi alla contemplazione, non dobbiamo<br />
disturbare Dio, nelle nostre anime, con il chiasso della nostra attività temporale.<br />
Dobbiamo ricevere la Sua luce in silenzio, in tran<strong>qui</strong>llità e riconoscenza profonda,<br />
rendendoci conto che in quel momento la più alta lode che possiamo offrirGli è quella<br />
di sacrificare ogni tentativo di lodarLo in linguaggio umano e di resistere alla tentazione<br />
di ridurLo al livello dei nostri concetti e della nostra intelligenza. Non che le<br />
nostre parole e la nostra mente non possano lodarLo: ma su un altro piano. Dovremmo<br />
allontanarci da Lui ed emergere da queste profondità prima che parole ed idee possano<br />
staccarsi e prendere forma nella nostra mente. Perché nelle profondità della preghiera<br />
contemplativa sembra non esservi divisione tra soggetto e oggetto, e non vi è<br />
ragione di asserire nulla sia riguardo a Dio che riguardo a noi stessi. Egli è, e questa<br />
realtà assorbe ogni altra cosa.<br />
Così è grande lode a Dio restare nel Suo silenzio e nella Sua tenebra, e quando riceviamo<br />
questo dono da Lui sarebbe davvero un povero ringraziamento preferire la nostra<br />
luce incerta e desiderare di percepirlo in un modo che ci darebbe una idea falsa ed<br />
umana del Suo essere.<br />
37. Contemplata aliis tradere<br />
Nella contemplazione non vediamo Dio — Lo conosciamo attraverso l’amore; perché<br />
Egli è puro Amore, e quando sperimentiamo che cosa sia amare Dio per puro amore di<br />
Dio, allora conosciamo per esperienza Chi e che cosa Egli è.