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Segreti: i racconti finalisti - Comune di Trichiana

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Venivano anche da fuori per guardare quelle foto e per parlare <strong>di</strong> boxe. E la domenica arrivavano le ragazze perfino da<br />

Parma per vedere, <strong>di</strong>cevano loro, le foto <strong>di</strong> quel Carlos Cansino, che era <strong>di</strong>ventato campione dei pesi me<strong>di</strong>, o <strong>di</strong> quel<br />

Louis Gonzaga che si era preso il titolo dei pesi massimi. Ma si sapeva che invece venivano per lui, per vedere il mitico<br />

Pilade, per veder che faccia aveva uno che era scappato a cercar fortuna in America e che la fortuna, in America, l’aveva<br />

trovata davvero.<br />

- Diavolo <strong>di</strong> un Pilade!- <strong>di</strong>ceva Pietro Strozzi mentre ritagliava un articolo della gazzetta che parlava dell’ultimo<br />

combattimento <strong>di</strong> Libero Delano su un ring <strong>di</strong> Boston. – L’è mica giusto, però, che si parla solo del boxeur e non<br />

dell’allenatore: il ragazzo ci avrà anche avuto il pugno buono ma se il nostro Pilade Baiocchi non ci insegnava a usarlo…<br />

del suo pugno non se ne faceva proprio niente!-<br />

E Mario :- Mè son sicuro che il Pilade se ne frega. Lui è andato n’America per far sol<strong>di</strong> mica per farsi pubblizità! –<br />

E allora la parola passava all’Otello che sparava la sua cazzata:- L’è furb chel lè! A noi manda le foto ma i dollar s’el ten<br />

chel-<br />

- Va n’America anche tè, Otello, e poi ve<strong>di</strong>amo se zi man<strong>di</strong> i dollari!- Gli aveva urlato Dante prima <strong>di</strong> buttare là le carte<br />

che non gli avevano regalato il punto del settebello.<br />

Quel <strong>di</strong>avolo <strong>di</strong> un Pilade! Ormai non si parlava d’altro al Centrale <strong>di</strong> Cordezzo! Solo del Pilade e <strong>di</strong> boxe.<br />

****<br />

L’ultima lettera arrivò nel Luglio del ’75. Il Pilade <strong>di</strong>ceva che tutto andava bene e che, <strong>di</strong> lì ad un mese, si sarebbe<br />

trasferito a Filadelfia per il match <strong>di</strong> campionato del mondo <strong>di</strong> massimi tra un certo Luky Tarantino che sfidava il campione<br />

uscente Mike Bukasky detto Balbuzie. Pilade aveva preparato Luky Tarantino, un italo-americano che i brokers davano<br />

vincente: un bel ragazzone alto, moro, dalla mascella quadrata ed il naso schiacciato, cosa normale in un boxeur. La foto<br />

li ritraeva nello spogliatoio della palestra, il Tarantino con i guantoni e i calzoncini azzurri, il Pilade elegante come sempre,<br />

con una sciarpa bianca al collo e la punta del fazzolettino che usciva dalla tasca della giacca. Sciccoso più che mai quel<br />

Pilade, con quelle tempie ormai brizzolate, quelle rughe che invece <strong>di</strong> invecchiarlo lo avevano reso ancora più<br />

interessante e quello sguardo da Italiano che ce l’aveva fatta, che s’era bevuto l’America, che s’era riempito le tasche <strong>di</strong><br />

bigliettoni ver<strong>di</strong>, che non ricordava più l’odore della bassa, della nebbia, della miseria.<br />

Dopo quella <strong>di</strong> Luglio non arrivò più nessuna lettera fino quasi a Dicembre, poi, quando mancavano pochi giorni a Natale,<br />

ne arrivò una da New Orleans e notammo subito che la grafia non era quella del Pilade.<br />

Un tale Jonny Potenza, amico del Pilade, <strong>di</strong>ceva che, per un accidenti al fegato, il Pilade era morto nell’ospedale <strong>di</strong> New<br />

Orleans il primo Novembre e che prima <strong>di</strong> andarsene lo aveva pregato, in caso non ce l’avesse fatta, <strong>di</strong> avvisare i suoi<br />

amici del Centrale <strong>di</strong> Cordezzo. Cosa che lui faceva.<br />

Nessuna foto c’era in quella lettera e nessun’altra ne sarebbe più arrivata. La storia del Pilade finiva lì, in America: tra<br />

grattacieli, dollari, bionde platinate, successo e campioni.<br />

Già, finiva lì la storia Americana, perché c’era un’altra storia del Pilade, quella del bar Centrale <strong>di</strong> Cordezzo e quella non<br />

finiva certo lì. Nella bassa può accadere <strong>di</strong> tutto, anche che le storie non trovino una fine perché, la nebbia che le<br />

avviluppa, le nasconde, facendo in modo che sfuggano a qualsiasi epilogo il destino avrebbe voluto darle.<br />

Eh sì, può succedere anche questo nella bassa.<br />

****<br />

Dopo la scomparsa del Pilade il suo mito, invece <strong>di</strong> sfumare nell’oblio, cominciò ad ingigantirsi, tanto che il bar Centrale si<br />

cominciò a chiamare il bar del Pilade e <strong>di</strong>venne il tempio sacro della boxe. Prima <strong>di</strong> ogni incontro per qualche importante<br />

titolo, arrivano ad<strong>di</strong>rittura i pullman da Gorzegno, da Parma e anche da più lontano per vedere le foto del Pilade e sentire<br />

la sua storia. E si fermavano a parlare col Dante, col Gino, con Pietro Strozzi, con l’Otello e con tutti gli altri che ormai del<br />

pugilato erano veri esperti. Come se niente fosse, parlavano <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a raccolta, chiusa o schivata, <strong>di</strong> falsa guar<strong>di</strong>a o<br />

guar<strong>di</strong>a destra: <strong>di</strong> schivata bassa, in<strong>di</strong>etro, laterale. E quello che una volta chiamavano sacco ora era punching-bag o<br />

punching- ball, come certamente lo chiamava il Pilade che la palestra in America ce l’aveva avuta davvero. E che<br />

palestra! Una vera fabbrica <strong>di</strong> campioni la palestra del Pilade, altro che bazzecole!<br />

E tutti quelli che con Cordezzo non c’entravano niente rimanevano ammaliati dai <strong>racconti</strong> <strong>di</strong> quelli del Centrale: sembrava<br />

davvero che il Dante avesse assistito personalmente a quel memorabile incontro tra Tarantino e Ramon Jairo, come<br />

l’Otello a quello tra Ober Factorius contro Jhon La Sorte, o Pietro Strozzi a quello <strong>di</strong> Carlos Cansino contro Louis Gordon.<br />

Sapevano tutto quei tre: a quale minuto del terzo round Jairo era caduto a tappeto, quale velocità aveva il gancio che<br />

aveva steso Factorius, quanto pesava Tarantino al primo incontro e quanto pesava nell’ultimo della sua carriera.<br />

Avrebbero potuto andare al quiz in televisione quei tre, tanto erano <strong>di</strong>ventati esperti. Avrebbero potuto, sì, ma, anche se<br />

ne parlavano sempre, non lo fecero mai. Non avevano il coraggio del Pilade quei tre, no, non lo avevano. Lui, il Pilade, <strong>di</strong><br />

coraggio ne aveva avuto da vendere.<br />

****<br />

Può succedere <strong>di</strong> tutto nella nebbia della bassa, anche che il Bar della piazza, all’improvviso, chiuda.<br />

Pioveva quel mattino nella bassa. Pioveva e faceva un freddo della Madonna.<br />

Al Centrale, gli amici, c’erano già tutti, ma c’era anche uno strano silenzio quel mattino al Centrale almeno finché Mario,<br />

buttando sul banco lo straccio che teneva sempre al collo e col quale asciugava la macchina dell’espresso, <strong>di</strong>sse a voce<br />

alta:<br />

- Ades basta! Mè a vag dal scin<strong>di</strong>c, il Pilade lo dobbiamo andare a prendere e portarcelo qui, a casa sua, a Cordezzo!<br />

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