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Segreti: i racconti finalisti - Comune di Trichiana

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"Nanni, non voglio mentire, né far finta <strong>di</strong> essere migliore <strong>di</strong> quella che sono. C'è stato anche un certo compiacimento, in<br />

tutto questo. E spirito <strong>di</strong> vendetta. Volevo fartela pagare per tutti gli anni in cui mi ero sentita sbagliata e negata come<br />

donna. Volevo farti soffrire e rifiutarti, come tu avevi fatto soffrire e rifiutato me".<br />

Antonietta respirò a fondo, sempre stringendo quella mano morbida.<br />

"Alberto, dopo, mi ha chiarito tante cose, ma ad una domanda non ha potuto dare risposta: mi hai amato davvero, Nanni,<br />

almeno un poco? O sono stata soltanto una copertura, per te? Sono stati solo menzogna gli anni trascorsi insieme o c'era<br />

anche un po' <strong>di</strong> verità? Tante volte, sveglia nel letto, dolorosamente consapevole della tua assenza, me lo sono chiesta".<br />

Antonietta gli accarezzò ancora una volta la mano.<br />

"Domanda inutile, lo so. Sai, ho ripensato spesso a quel giorno. La cosa che mi ha ferito <strong>di</strong> più è che non mi hai seguito.<br />

Tu mi hai lasciato andare, Nanni".<br />

Il dolore, seppure dopo tanto tempo, ancora trasudava dalle sue parole, accentuato dal tono piano e sommesso della sua<br />

voce.<br />

"Hai accettato il mio verdetto <strong>di</strong> quella sera e sei sparito dalla nostra vita senza un gesto, senza una parola. Tante volte<br />

ho sperato, malgrado tutto, che tu tornassi, che tu lottassi per riaverci... Ma tu non lo hai fatto. Significa che non ci hai<br />

amato, non ci hai amato abbastanza. E non hai mai cercato <strong>di</strong> riavvicinarti a tuo figlio, nemmeno quando è <strong>di</strong>ventato<br />

adulto. Non avevi il coraggio? Pensavi che gli avrei detto la verità e te ne vergognavi? Sai, Nanni, con l'età si acquista<br />

una certa, non <strong>di</strong>co saggezza, ma tolleranza, per le debolezze ed i peccati altrui. Siamo tutti così fragili, così in<strong>di</strong>fesi <strong>di</strong><br />

fronte al male, alle tentazioni".<br />

Antonietta lasciò la mano <strong>di</strong> Nanni, prese la borsa, la aprì.<br />

"Sono venuta a chiederti perdono, Nanni, e sono anche venuta a fare quello che mi hai chiesto <strong>di</strong> fare. E' un grande<br />

sacrificio, quello che mi hai chiesto, ma credo che sia giusto. Ti ho già ucciso una volta, e adesso sto per farlo una<br />

seconda volta, anche se stavolta è <strong>di</strong>etro tua specifica richiesta: non lo trovi assurdo? Credo <strong>di</strong> no. Anzi, credo che tu<br />

abbia pensato che fosse il giusto prezzo che io dovessi pagare. Una specie <strong>di</strong> risarcimento, o forse una punizione. Sono<br />

d'accordo, te lo devo questo, Nanni. E poi sono d'accordo anche su un'altra cosa: non è giusto costringerti a soffrire<br />

inutilmente ed hai il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> decidere della tua vita".<br />

Antonietta prese la siringa dalla borsa, aprì la confezione con mani ferme, lo guardò un ultima volta.<br />

"Da quando ho letto la lettera ho sperato che questo momento non giungesse mai, ma è arrivato, è arrivato. Sei pronto?"<br />

Al suo cenno <strong>di</strong> assenso, voltò la mano <strong>di</strong> Nanni, cercò a fatica nel polso l’arteria ra<strong>di</strong>ale e inserì l’ago, con forza.<br />

Infine, premette lo stantuffo fino in fondo spingendogli nel sangue la bolla d'aria mortale.<br />

"Ad<strong>di</strong>o Nanni", mormorò.<br />

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