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Segreti: i racconti finalisti - Comune di Trichiana

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Alberto arrossisce. Parla malvolentieri <strong>di</strong> ragazze, con lei. Da quando lo conosce ne ha cambiate <strong>di</strong>verse. Sembra che<br />

non riesca a trovare la donna giusta. Sarà presunzione, ma ha la netta sensazione che Alberto cerchi una come lei e<br />

continui a non trovarla. Ma chissà, forse Giovanna è quella buona ... lo spera per lui.<br />

All'impulso decide <strong>di</strong> seguirlo alla stazione e <strong>di</strong> fare una sorpresa a Nanni. E' tanto che non trascorrono una serata da<br />

soli, anzi, a ripensarci c'è sempre stato qualcun altro con loro, tra loro: Federico e, fino a due anni prima, la suocera.<br />

Guarda fuori dalla finestra. E' un pomeriggio <strong>di</strong> luglio così splen<strong>di</strong>do che stare in casa è veramente un peccato. Una cena<br />

dal Guercio, perché no?, e poi una passeggiata sui lungarni, a braccetto, come due fidanzati.<br />

"Aspettami, Alberto. Ti accompagno alla stazione", <strong>di</strong>ce, interrompendone i saluti.<br />

Spegne il fuoco sotto la pentola della trippa, che è ormai quasi cotta. Meglio, sarà più buona domani.<br />

Alberto l'aspetta paziente, mentre lei si cambia d'abito, si infila i sandali, prende la borsetta. Un'ultima spazzolata ai<br />

capelli, un ultimo sguardo allo specchio poi escono insieme. Con la Vespa <strong>di</strong> Alberto in cinque minuti sono alla stazione.<br />

Si stupisce pensando che, in tanti anni, sono veramente poche le volte che vi si è recata. Entrano nell'atrio affollato,<br />

chiacchierando animatamente. E' finalmente riuscita a far confessare ad Alberto che sì, in verità è a cena dai genitori <strong>di</strong><br />

Giovanna, che forse stavolta è innamorato sul serio. Lo prende in giro, ma <strong>di</strong>ce che è contenta per lui: Giovanna sembra<br />

proprio una brava ragazza, si vede che gli vuole bene ed è ora che lui si faccia, finalmente, una famiglia.<br />

E’ talmente immersa nel <strong>di</strong>scorso che non si accorge <strong>di</strong> averlo seguito fino alla toilette degli uomini.<br />

Alberto si ferma un attimo, imbarazzato.<br />

"Ti aspetto qui fuori", <strong>di</strong>ce lei, scoccandogli uno sguardo <strong>di</strong>vertito. A volte sembra proprio un ragazzino ...<br />

Lui apre la porta, ma si ferma impietrito sulla soglia. Nell'inutile tentativo <strong>di</strong> proteggerla richiude <strong>di</strong> scatto la porta,<br />

appoggiandovisi contro.<br />

Ma a lei quell'attimo è bastato per vedere quello che sta succedendo all’interno del bagno illuminato dalla luce cruda <strong>di</strong><br />

una lampa<strong>di</strong>na: Nanni con un ragazzo, entrambi con i pantaloni calati ... il ragazzo aggrappato al lavan<strong>di</strong>no sbreccato e<br />

rugginoso, e Nanni <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui. Il ragazzo non si è nemmeno girato, ma Nanni si è voltato abbastanza per riconoscerli. Il<br />

suo sguardo terrorizzato esprime dolore, e <strong>di</strong>sperazione, e vergogna, ma anche un barlume <strong>di</strong> sollievo.<br />

Alberto la guarda inorri<strong>di</strong>to, e lei scappa, corre veloce, senza pensare, senza vedere niente attorno a sé, con l'unica<br />

voglia <strong>di</strong> scomparire per sempre.<br />

Alberto la rincorre, la prende per un braccio, la stringe a sé. Poi la obbliga a salire sulla Vespa e l'accompagna a casa.<br />

Resta a farle compagnia, in silenzio, mentre lei siede sul <strong>di</strong>vano, nella sala buia, torcendosi le mani, troppo sconvolta per<br />

pensare e persino per piangere.<br />

IX<br />

Antonietta sospirò, un profondo sospiro.<br />

Nanni si mosse, aprì gli occhi, la fissò, poi accennò un sorriso.<br />

Antonietta lo guardò a sua volta.<br />

"Sono venuta, Nanni, a fare quello che mi hai chiesto <strong>di</strong> fare".<br />

Nanni agitò appena le <strong>di</strong>ta della mano destra. Antonietta prese tra le sue quella mano, così fragile, ormai, e martoriata<br />

dagli aghi.<br />

O Signore, non ce la faccio, gridò in cuor suo. Ma ce l'avrebbe fatta, era una donna forte, aveva dovuto <strong>di</strong>ventarlo. Vide il<br />

suo sguardo avvolgerla, ci lesse gratitu<strong>di</strong>ne, e amore.<br />

"Nanni, sono qui anche per chiederti <strong>di</strong> perdonarmi. Sono stata dura con te, troppo dura. Con te e soprattutto con<br />

Federico. Gli ho tolto un padre affettuoso, e a te un figlio che amavi con tutto il cuore. Ma allora pensavo <strong>di</strong> fare la cosa<br />

giusta. La cosa giusta per lui. La cosa giusta anche per me. Te lo confesso, non ho pensato a te. Non ho pensato affatto<br />

a te".<br />

Sentì la mano <strong>di</strong> lui stringere la sua.<br />

"Cosa credevi, Nanni? Che avrei taciuto, accettato la situazione? All'epoca le donne subivano molto più <strong>di</strong> adesso, ed<br />

una donna separata era uno scandalo. E poi c'era Federico. Pensavi forse che avrei taciuto per lui? Ma è appunto per lui,<br />

soprattutto per lui, che non ho accettato la situazione. Ti ho stupito vero Nanni? Non ti aspettavi che quella ragazzina <strong>di</strong><br />

campagna, timida ed introversa, tirasse fuori artigli da tigre per <strong>di</strong>fendere il suo cucciolo dalla <strong>di</strong>ssolutezza del padre".<br />

Antonietta tacque, riandando con la mente a quella sera.<br />

Alla fine si alza dal <strong>di</strong>vano ed ignorando Alberto comincia a fare la propria valigia. Fortunatamente Federico è già dai<br />

nonni in campagna.<br />

Poi si ferma, impietrita, in mezzo alla stanza.<br />

"No, non è giusto", <strong>di</strong>ce a sé stessa<br />

E comincia a fare la valigia <strong>di</strong> Nanni. E' Nanni che ha sbagliato, è Nanni che se ne deve andare. Non sopporta nemmeno<br />

il pensiero <strong>di</strong> rivederlo.<br />

Alberto è andato via, dopo mille proteste.<br />

Quando Nanni torna a casa vede per prima cosa la valigia accanto alla porta d'ingresso. Entra in cucina e la trova là,<br />

seduta al tavolo, <strong>di</strong>nanzi ai fornelli, con ancora l'odore <strong>di</strong> trippa che aleggia nell'aria.<br />

Resta sulla porta, senza nemmeno entrare, aspettandosi accuse, recriminazioni, lacrime.<br />

Lei lo guarda soltanto.<br />

Si fronteggiano in silenzio, un silenzio <strong>di</strong> domande senza risposte.<br />

"E Federico?", chiede lui alla fine, comprendendo lo sguardo <strong>di</strong> lei.<br />

"Da oggi sei morto, per lui e per me", risponde lei, spietata.<br />

Antonietta sospirò, continuando ad accarezzare quella mano ancora calda.<br />

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