n. 2 aprile-giugno 2010 - inComunione

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L’Amore che… “dura oltre la carne” uor Maria Lucia Prezio- S sa, sorella povera di S. Chiara, ha emesso la Professione Temporanea il 25 marzo scorso nella Concattedrale di Bisceglie. È stato un momento di bilancio spirituale per tutti. Partecipare alla celebrazione eucaristica, all’interno della quale si è svolto il rito per la Professione temporanea di suor Maria Lucia Preziosa, ha provocato nei laici credenti e cattolici tante domande. Suor Maria Lucia, conosciuta prima come “Luciana che sta a S. Pietro”, “la nipote di Teo della pizzeria” e, come ha sottolineato lei stessa a conclusione della celebrazione eucaristica, “la figlia del falegname”, è una nostra figlia e sorella, ha 35 anni e dopo 3 anni di discernimento nel monastero delle Clarisse di S. Luigi, ha emesso la Professione Temporanea nel giorno dell’Annunciazione di nostro Signore. Abbiamo domandato a suor Maria Lucia. In un mondo che sembra essere sordo all’aspetto spirituale individuale, che ha chiuso le orecchie al messaggio evangelico di Cristo “Il Regno di Dio è vicino”, come mai una ragazza decide di ascoltare la sua Voce e diventa educatrice, animatrice in una parrocchia? Cosa l’ha spinta in questa scelta nella sua adolescenza? Tutto è cominciato grazie a dei volti, a delle persone che mi hanno indicato il suo Volto, un Volto da ri-conoscere, ri-cercare, ritrovare; infatti all’età di 17 anni è stato bello accogliere il grande dono di riscoprirmi alla ricerca di quell’Oltre, di quell’Altro che mi mancava e questa mancanza mi faceva sentire incompleta. La spinta è stata il desiderio di un gruppo di amici, i miei amici della parrocchia, che voleva sentirsi utile, importante per la collettività; inoltre, a me ha fatto scorgere una Presenza che ha dato pienezza ai miei giorni. C’è stato un evento, un sentimento che ha fatto scattare quella molla che l’ha spinta nella decisione verso la vita religiosa e quindi la clausura? Quello che per molto tempo è stata la parte migliore di me (parrocchia, volontariato ed altro) non mi bastava più, c’era dentro di me una inquietudine che non riuscivo a capire, non era semplice insoddisfazione di una vita che mi stava stretta, era il desiderio di scoprire “quel di più” che nessuno mi avrebbe tolto. Era voglia di un’esperienza grande: esperienza di Dio, del Suo grande Amore. Fare esperienza dell’Amore di Dio, concretamente e semplicemente ha significato riconoscermi: peccatrice, ma perdonata; figlia amata e protagonista di un progetto particolare d’amore. Mi sono ritrovata, ancora una volta, a chiedere al Padre nella mia preghiera personale, ogni giorno, ogni momento, di indicarmi la Sua nuova via per il Suo progetto su di me; e siccome la mia volontà aveva sempre più bi- Suor Maria Lucia Preziosa VITa EccLeSIaLe sogno di sostegno, di confronto, di purificazione, la mia preghiera arrivava sempre a una richiesta: sia fatta la Tua volontà! Non posso dire che c’è stato un evento che mi abbia spinto, c’è stato piuttosto un luogo: il monastero che oggi mi accoglie. La partecipazione quotidiana alla Liturgia Eucaristica, in questo luogo, mi è stata sostegno, forza e infine dono immenso per farmi decidere di seguire la Sua Volontà. Nella sera del 24 marzo ci siamo trovati tutti insieme per partecipare all’incontro di preghiera pensato per accompagnarla nella decisione del giorno dopo. Durante questa preghiera, a noi ha colpito la domanda che suor Ludovica le ha rivolto, forse interpretando le nostre domande silenziose: perché? perché questa scelta religiosa? e perché proprio la clausura? Potrei riassumere dicendo che ho trovato il “tesoro”, la “perla preziosa” e non potevo far altro che “vendere tutto per acquistar- 41 apr.giu 2010 41

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