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n. 2 aprile-giugno 2010 - inComunione

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Nel Documento si compie lo sforzo di declinare la nozione<br />

di bene comune con specifi co riferimento alla situazione del<br />

nostro Paese; questo sforzo riguarda tutti e non soltanto alcuni<br />

settori della pastorale oppure coloro che ricoprono cariche<br />

pubbliche.<br />

A livello internazionale il fenomeno di maggiore impatto<br />

è quello dell’interdipendenza planetaria nota come globalizzazione,<br />

che fu già intuita dal Concilio Vaticano II ed è in atto<br />

da alcuni decenni in virtù di dinamiche intrinseche alla stessa<br />

economia di mercato; tuttavia, si constata che ciò che è andato<br />

oltre ogni previsione è la violenta accelerazione di tale fenomeno,<br />

il quale ha segnato profondamente il tempo e lo spazio in<br />

cui viviamo.<br />

Il fenomeno della globalizzazione che ha assunto una di-<br />

mensione planetaria, se da un lato offre straordinarie prospettive<br />

di sviluppo per le aree depresse del<br />

mondo e per le stanche società ‘occidentali’,<br />

il cui dinamismo economico e demografi<br />

co, la cui leadership scientifi ca<br />

e tecnologica e soprattutto la coscienza<br />

della propria identità e l’intensità del<br />

proprio patrimonio spirituale conoscono<br />

affi evolimenti e attenuazioni, dall’altro<br />

comporta anche crisi economiche mondiali<br />

come quella attuale causate - fra<br />

l’altro - anche da una cattiva gestione<br />

della globalizzazione stessa.<br />

Ecco allora che appaiono illuminanti<br />

le parole di Sua Santità Benedetto XVI,<br />

il quale nell’Enciclica Caritas in veritate<br />

rileva come il processo di globalizzazione<br />

non mini la possibilità di continuare a<br />

pensare e perseguire lo sviluppo umano<br />

in tutte le sue dimensioni, ma anzi offre<br />

condizioni favorevoli che rendono più<br />

stringente la responsabilità; la nuova situazione<br />

non rende desueto, ma anzi esalta<br />

il riferimento al bene comune, purché<br />

esso sia perseguito in una prospettiva che<br />

dia il respiro necessario alle articolazioni<br />

della sussidiarietà e alle dinamiche della<br />

solidarietà e purché esso regga all’im- all’impatto<br />

col ‘fronte’ ’ su cui si combatte quotidianamente<br />

la lotta al disagio sociale,<br />

alle nuove e antiche povertà soprattutto<br />

nella realtà quotidiana delle parrocchie<br />

(specie ‘di frontiera’), nelle periferie diffi<br />

cili, nelle carceri e ovunque le diffi coltà<br />

della vita induriscono i cuori e li rendono<br />

incapaci di riconoscere l’amore e la mi- misericordia<br />

del Padre.<br />

Viene allora in rilievo più che mai la<br />

questione relativa alla dignità della persona<br />

umana, che comincia con il rispetto<br />

della vita dal suo sorgere alla morte<br />

naturale e che si concretizza nel riconoscimento<br />

e nel sostegno della famiglia<br />

fondata sul matrimonio fra un uomo e<br />

una donna, istituzione fondamentale per<br />

crescere e svi-<br />

CITTADINANZA<br />

lupparsi, come del resto avevano ben compreso i padri della<br />

nostra Costituzione.<br />

La responsabilità per il bene comune non pone la comunità<br />

cristiana fuori o contro il processo di globalizzazione, ma la<br />

colloca al suo interno e le propone l’orientamento enunciato<br />

nella Caritas in veritate: «La carità e la verità ci pongono davanti<br />

a un impegno inedito e creativo, certamente molto vasto<br />

e complesso. Si tratta di dilatare la ragione e di renderla capace<br />

di conoscere e di orientare queste imponenti nuove dinamiche».<br />

Siamo così chiamati a «produrre un nuovo pensiero»<br />

e a «esprimere nuove energie», a intraprendere un «discernimento»<br />

caratterizzato da «realismo», a immaginare «soluzioni<br />

nuove». [prima parte]<br />

Piero Cervellera<br />

componente Commissione laicato<br />

ogni società che voglia crescere e svi- apr.giu <strong>2010</strong> 21<br />

apr.giu <strong>2010</strong> 21

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