Introduzione Molti libri narrano storie di re, dei loro regni e degli ...
Introduzione Molti libri narrano storie di re, dei loro regni e degli ...
Introduzione Molti libri narrano storie di re, dei loro regni e degli ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
sciano persuade<strong>re</strong> né dalle punizioni, né<br />
dalle liberazioni, infatti, è giusto che siano<br />
rigettati, come argento <strong>di</strong> rifiuto perché<br />
invano si cerca <strong>di</strong> raffina<strong>re</strong> (Gr 6:29, 30).<br />
(d) Esdra <strong>di</strong>mostrò grande sicu<strong>re</strong>zza<br />
nella giustizia <strong>di</strong> Dio, e decise <strong>di</strong> affidarcisi<br />
lasciando la questione nelle mani <strong>di</strong><br />
colui il cui giu<strong>di</strong>zio è conforme alla verità<br />
(Ro 2:2): «Tu sei giusto (v. 15), saggio,<br />
cor<strong>re</strong>tto e buono. Tu non ci farai né un<br />
torto, né sarai duro con noi, perciò eccoci<br />
<strong>di</strong>nanzi a te (v. 15), siamo ai tuoi pie<strong>di</strong>, e<br />
atten<strong>di</strong>amo il tuo giu<strong>di</strong>zio. Noi non pot<strong>re</strong>mmo<br />
sussiste<strong>re</strong> nel tuo cospetto (v. 15),<br />
insistendo sulla nostra giustizia senza<br />
ave<strong>re</strong> delle prove a nostro favo<strong>re</strong> che ci<br />
scagionino, perciò ca<strong>di</strong>amo ai tuoi pie<strong>di</strong>,<br />
nel nostro peccato, e ci rimettiamo alla tua<br />
misericor<strong>di</strong>a. Facci tutto quello che a te<br />
piace (Gc 10:15). Non abbiamo nulla da<br />
<strong>di</strong><strong>re</strong>, non c’è niente da fa<strong>re</strong>, tranne che<br />
chiede<strong>re</strong> mercé al mio giu<strong>di</strong>ce (Gb 9:15)».<br />
Cosí il buon Esdra p<strong>re</strong>sentò il proprio dolo<strong>re</strong><br />
a Dio e lo lasciò nelle sue mani.<br />
CAPITOLO 10<br />
In questo capitolo si pone rime<strong>di</strong>o all’ingiustizia<br />
<strong>di</strong> cui ci si lamentava e ci si doleva nel capitolo<br />
p<strong>re</strong>cedente. Si osservi:<br />
I. Il modo in cui i cuori <strong>degli</strong> uomini furono<br />
p<strong>re</strong>parati per esse<strong>re</strong> cor<strong>re</strong>tti me<strong>di</strong>ante una profonda<br />
umiliazione a causa <strong>dei</strong> <strong>loro</strong> peccati (v. 1).<br />
II. La proposta <strong>di</strong> Scecania a Esdra (vv. 2-4).<br />
III. Il modo in cui fu messa in pratica la proposta.<br />
1. I gran<strong>di</strong> uomini dovettero giura<strong>re</strong> <strong>di</strong> attenercisi<br />
(v. 5).<br />
2. Esdra fu il primo a metterla in atto (v. 6).<br />
3. Fu indetta un’assemblea generale (vv. 7-9).<br />
4. In conformità alle esortazioni <strong>di</strong> Esdra, tutti<br />
aderirono alla riforma (vv. 10-14).<br />
5. Furono nominati <strong>dei</strong> commissari affinché, de<br />
<strong>di</strong>e in <strong>di</strong>em – giorno dopo giorno, si informassero<br />
su chi aveva sposato donne stranie<strong>re</strong> e lo obbligassero<br />
a ripu<strong>di</strong>arle. Cosí avvenne (vv. 15-17), e furono<br />
trovate molte persone colpevoli <strong>di</strong> questo<br />
peccato (vv. 18-44).<br />
10:1-5<br />
Qui si riferisce:<br />
I. La buona imp<strong>re</strong>ssione che l’umiliazione<br />
e la confessione <strong>di</strong> peccato <strong>di</strong> Esdra<br />
35<br />
Esdra 10<br />
fecero sul popolo. Non appena in città si<br />
sentí <strong>di</strong><strong>re</strong> che il <strong>loro</strong> nuovo governato<strong>re</strong>,<br />
del quale si erano rallegrati, era cosí tanto<br />
addolorato a causa <strong>loro</strong> e del <strong>loro</strong> peccato,<br />
si radunò intorno a lui una gran<strong>di</strong>ssima<br />
moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> gente d’Israele per vede<strong>re</strong><br />
cosa stava succedendo e piange<strong>re</strong> insieme<br />
a lui (v. 1). Forse piange<strong>re</strong> per i peccati<br />
delle alt<strong>re</strong> persone può far piange<strong>re</strong> per sé<br />
quelli che altrimenti continue<strong>re</strong>bbero in<br />
modo insensibile e senza rimorsi. Si osservi<br />
l’influenza benefica che i buoni<br />
esempi delle persone importanti possono<br />
ave<strong>re</strong> sui <strong>loro</strong> inferiori. Quando Esdra, che<br />
era uno scriba, uno stu<strong>di</strong>oso, un uomo auto<strong>re</strong>vole<br />
al servizio del <strong>re</strong>, si addolorò cosí<br />
profondamente per la corruzione della comunità,<br />
<strong>loro</strong> si <strong>re</strong>sero conto <strong>di</strong> esse<strong>re</strong> veramente<br />
molto deplo<strong>re</strong>voli, altrimenti lui<br />
non si sa<strong>re</strong>bbe <strong>di</strong>spiaciuto cosí tanto per<br />
<strong>loro</strong>. Questo, inolt<strong>re</strong>, fece piange<strong>re</strong> tutti:<br />
vede<strong>re</strong> Esdra cosí affranto, uomini, donne<br />
e fanciulli; e il popolo piangeva <strong>di</strong>rottamente<br />
(v. 1).<br />
II. La mossa positiva che fece Scecania<br />
in quest’occasione. Il luogo era Bochim, il<br />
posto <strong>di</strong> chi piange. Tuttavia, a quanto<br />
sembra, tra <strong>loro</strong> c’era un profondo silenzio,<br />
come tra gli amici <strong>di</strong> Giobbe quando<br />
nessuno <strong>di</strong> <strong>loro</strong> gli <strong>di</strong>sse verbo, perché vedevano<br />
che il suo dolo<strong>re</strong> era molto grande<br />
(Gb 2:13); finché Scecania - uno <strong>dei</strong> compagni<br />
<strong>di</strong> Esdra a Babilonia (Ed 8:3, 5) -<br />
non si alzò e pronunciò un <strong>di</strong>scorso rivolto<br />
a Esdra in cui:<br />
1. Riconobbe la colpa del popolo riassumendo<br />
in una frase l’intera confessione<br />
<strong>di</strong> Esdra e confermando che aveva ragione:<br />
Noi siamo stati infedeli al nostro<br />
Dio, sposando donne stranie<strong>re</strong> (v. 2). «La<br />
cosa è troppo ovvia per esse<strong>re</strong> negata e<br />
troppo malvagia per esse<strong>re</strong> giustificata».<br />
Non sembra che lo stesso Scecania fosse<br />
colpevole <strong>di</strong> questo peccato (se nel suo occhio<br />
ci fosse stato il bruscolo, non sa<strong>re</strong>bbe<br />
stato in grado <strong>di</strong> trarlo dall’occhio <strong>di</strong> suo<br />
fratello), ma suo pad<strong>re</strong>, e alcuni <strong>di</strong> quelli<br />
che appartenevano alla sua casa, lo erano<br />
(v. 26), perciò si annoverò tra i trasg<strong>re</strong>ssori.<br />
Scecania, inolt<strong>re</strong>, non cercò neppu<strong>re</strong>