Scarica l'itinerario di Terracina - Cultura Lazio
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Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Terracina</strong> Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma<br />
“La Sapienza”<br />
Itinerari culturali<br />
Tirocini e valorizzazione del territorio<br />
1.1 Duomo<br />
La prima colonna a sinistra del varco d’ingresso al portico ha incisa un’iscrizione<br />
in greco, recante la formula rituale del Polychrónion, cerimonia civile<br />
bizantina che comportava la presenza dell’imperatore, circostanza che è stata<br />
messa in relazione al passaggio <strong>di</strong> Costante II nel 662. Sulla stessa colonna si<br />
trova anche un’iscrizione in latino, che ricorda un intervento <strong>di</strong> risanamento del<br />
Foro: MUNDIFICATUS EST FORUS ISTE TEMPORE DOMINI GEORGI CONSUL ET DUX.<br />
Quest’ultima oscillerebbe tra il VII e il IX secolo, ed è stata datata<br />
all’VIII secolo da chi vi vede un riferimento al duca <strong>di</strong> Napoli<br />
Giorgio (720-740).<br />
Lungo l’architrave è incassato un fregio a mosaico, ben<br />
conservatosi nella parte destra, mentre nella metà<br />
sinistra è visibile solo il rincasso per l’alloggiamento<br />
della malta e delle tessere. La tecnica musiva<br />
impiega tessere marmoree minute e bianche sullo<br />
sfondo, in contrasto cromatico con i più gran<strong>di</strong> inserti<br />
in pasta vitrea delle figurazioni.<br />
Grazie alle iscrizioni che corrono sulla trabeazione è<br />
possibile ipotizzare che nella parte sinistra del fregio fossero<br />
narrati episo<strong>di</strong> della vita <strong>di</strong> san Cesareo e <strong>di</strong> altri martiri<br />
<strong>di</strong> <strong>Terracina</strong>, le cui reliquie sono custo<strong>di</strong>te nella chiesa:<br />
PALATIUM TRAI IMPR VALES SILVINIAN. EPS […] SILVI [TERRA]CINA LEON-<br />
TIUS S. CESARIUS S. CES […] LEONI.<br />
Sul lato destro sono invece rappresentati animali fantastici, demoni e scene belliche,<br />
che dovevano costituire un unico contesto narrativo assieme alle perdute<br />
figurazioni, probabilmente allusivo ad un episo<strong>di</strong>o leggendario avvenuto a<br />
<strong>Terracina</strong> e legato alle Crociate e alla caduta <strong>di</strong> Gerusalemme (1187).<br />
All’interno del portico due portali immettono nell’e<strong>di</strong>ficio. Quello centrale è costituito<br />
da elementi <strong>di</strong> una trabeazione antica, quello laterale reca frammenti classici rilavorati.<br />
Due lapi<strong>di</strong> in corrispondenza ricordano i lavori patrocinati da Benedetto XIII<br />
(1729) e la visita compiuta da Pio VI (1785) alla loro ultimazione.<br />
Attualmente inglobata nella fronte sinistra del portico, ad essa successivo, la torre<br />
campanaria (f) sorgeva in origine isolata dall’e<strong>di</strong>ficio, comunicando con questo<br />
probabilmente grazie ad un ballatoio, che dava accesso al primo piano.<br />
Il basamento, praticabile, insiste sul po<strong>di</strong>o del tempio antico e sulla sua gra<strong>di</strong>nata e si<br />
articola in quattro pilastri in pietra calcarea su cui si impostano archi ogivali e una copertura<br />
voltata a crociera. I quattro piani superiori, in cortina laterizia, sono movimentati da<br />
archeggiature cieche incrociate e finestre bifore e trifore ad arco a tutto sesto o acuto. Le<br />
originali ceramiche invetriate sono state sostituite durante il restauro del 1926.<br />
e<br />
Il coronamento a spioventi della cella campanaria non risponde verosimilmente<br />
al progetto originario, che doveva prevedere il passaggio dalla pianta quadrata a<br />
quella ottagona, similmente a quanto avviene nel campanile <strong>di</strong> Sant’Erasmo a<br />
Gaeta (g), opera realizzata tra il XII e il XIII secolo, che può considerarsi<br />
l’esemplare più vicino a quello terracinese. Anche qui, infatti, lo stacco tra base<br />
e alzato <strong>di</strong> materiali e tecniche costruttive mostra il connubio tra il tipo <strong>di</strong><br />
basamento <strong>di</strong> matrice campana - ma che trova episo<strong>di</strong> significativi<br />
anche in area laziale - e il rivestimento in laterizio, proprio<br />
degli esemplari romani.<br />
Nonostante ciò, il campanile <strong>di</strong> San Cesareo si <strong>di</strong>fferenza da<br />
quello <strong>di</strong> Sant’Erasmo, innanzitutto per i caratteri formali,<br />
che derivano dalle in<strong>di</strong>cazioni mutuate dal vicino cantiere<br />
cistercense <strong>di</strong> Fossanova, da cui trae la tecnica muraria e<br />
i particolari tipologici e costruttivi delle volte del piano<br />
terreno. La realizzazione della struttura va quin<strong>di</strong> collocata<br />
tra la fine del XII secolo (probabilmente all’epoca dell’episcopato<br />
<strong>di</strong> Tedelgario, 1192-96) e la metà del XIII<br />
(documento del 1257 da cui si evince che la cella campanaria<br />
era stata portata a termine).<br />
f<br />
Foto da DI GIOIA 1982<br />
g<br />
Foto da DI GIOIA 1982<br />
Diocesi <strong>di</strong> Latina,<br />
<strong>Terracina</strong>, Sezze, Priverno<br />
Foto da DI GIOIA 1982