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Scarica l'itinerario di Terracina - Cultura Lazio

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Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Terracina</strong> Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma<br />

“La Sapienza”<br />

Itinerari culturali<br />

Tirocini e valorizzazione del territorio<br />

9. Arredo urbano<br />

La ricchezza storico-artistica <strong>di</strong> <strong>Terracina</strong> è testimoniata, oltre che dai più importanti<br />

monumenti ecclesiastici e civili ancora esistenti, dalla conservazione in vari punti del contesto<br />

urbano <strong>di</strong> arre<strong>di</strong> e sculture me<strong>di</strong>evali, spesso <strong>di</strong> provenienza ignota, o <strong>di</strong> e<strong>di</strong>cole<br />

moderne murate negli e<strong>di</strong>fici e <strong>di</strong>sseminate per la città e il territorio.<br />

Alcuni reperti interessanti sono stati sistemati agli inizi del Novecento in Piazza Santa<br />

Domitilla, una volta giar<strong>di</strong>no del Palazzo della Bonifica Pontina, addossati al muro che ne<br />

delimita il lato meri<strong>di</strong>onale. Si tratta <strong>di</strong> un pastiche composto da tre frammenti marmorei,<br />

assemblati in modo da costituire la cornice <strong>di</strong> una porta, e da una<br />

lastra quadrangolare conservati almeno fino alla fine del XIX secolo in<br />

un magazzino del Palazzo della Bonifica. Solo l’elemento orizzontale,<br />

sul quale poggia una cornice modanata non pertinente, è<br />

decorato da una banda a <strong>di</strong>segni geometrici ottenuti con tessere<br />

musive rosse, blu, oro e avorio.<br />

I due frammenti verticali, invece, identici tra loro, conservano<br />

solo l’alloggiamento per una decorazione simile,<br />

oggi perduta. La partitura musiva, un <strong>di</strong>segno molto <strong>di</strong>ffuso,<br />

non consente che una generica datazione alla produzione<br />

più matura dei marmorari romani, operanti nel<br />

<strong>Lazio</strong> meri<strong>di</strong>onale, e in particolare nella cattedrale <strong>di</strong><br />

<strong>Terracina</strong> 1 , nella prima metà del XIII secolo.<br />

Del tutto estranea alle cornici deve invece ritenersi la lastra<br />

in pietra da esse inquadrata e accostata al muro. Questa è delimitata<br />

ai margini da un bordo liscio leggermente sguinciato e decorata<br />

all’interno da una rete <strong>di</strong> cerchi annodati e intrecci a losanghe, tessuti<br />

da un nastro bisolcato, con terminazione a doppia punta sui lati. Si tratta del<br />

frammento <strong>di</strong> un pluteo, con una decorazione dalla stesura regolare e spaziata che<br />

rimanda ad esempi <strong>di</strong> transenne romane e laziali tra la fine dell’VIII secolo e la prima<br />

metà del IX. Per questo motivo, non è escluso che fosse originariamente pertinente<br />

all’arredo liturgico dei maggiori e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto terracinesi, per i quali è ben documentata<br />

una fase <strong>di</strong> VIII-IX secolo.<br />

Su Via dell’Annunziata, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Via Roma, si incontrano due leoni marmorei<br />

posti ai lati <strong>di</strong> quella che era un tempo la Porta Albina, abbattuta nel 1822 insieme ad<br />

©BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA. C. LABRUZZI ©BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA. C. LABRUZZI<br />

1. Duomo<br />

2. Chiesa <strong>di</strong> San Giovanni<br />

3. Chiesa del Purgatorio<br />

4. Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria<br />

delle Grazie<br />

5. Chiesa della Madonna<br />

della Delibera<br />

6. Chiesa <strong>di</strong> San Domenico<br />

7. Cimitero<br />

8. Chiesa <strong>di</strong> San Francesco<br />

9. Arredo urbano<br />

10. Chiesa dell’Annunziata<br />

11. Chiesa del Santissimo<br />

Salvatore<br />

12. Monumento ai Caduti<br />

13. Chiesa dell’Istituto<br />

Antonelli<br />

un gruppo <strong>di</strong> case, per allentare la fitta trama del tessuto urbano e favorire una migliore<br />

circolazione dell’aria in città. I due leoni si <strong>di</strong>fferenziano per tipologia e <strong>di</strong>mensioni,<br />

al punto da doversi ritenere originariamente appartenenti a contesti separati. Il<br />

leone <strong>di</strong> sinistra, per chi proviene da Piazza Santa Domitilla, accovacciato sulle quattro<br />

zampe, era forse sistemato presso una delle porte d’ingresso alla città, in coppia<br />

con quello ancora oggi conservato alla sinistra <strong>di</strong> Porta Romana (a e d), raffigurato<br />

nella stessa posizione. Per il leone <strong>di</strong> destra, seduto sulle zampe posteriori, non<br />

esistono in<strong>di</strong>cazioni; non si può escludere che si trovasse già nell’attuale<br />

collocazione, presso l’antica porta, oppure che provenga dal cantiere<br />

del duomo 1 .<br />

Infatti, nonostante la scarsa leggibilità delle tre sculture, fortemente<br />

segnate dalla secolare esposizione all’aperto, sono<br />

comunque riconoscibili i caratteri propri della produzione<br />

romana cosmatesca - posizione dei felini, definizione<br />

delle criniere, influenze classiche ed egiziane - ripresa<br />

anche dalle maestranze attive nella cattedrale nella<br />

prima metà del XIII secolo.<br />

Perfettamente integrata tra i pezzi dell’arredo urbano, è l’e<strong>di</strong>cola<br />

votiva collocata nella sostruzione settentrionale del<br />

duomo, all’incrocio tra Corso Anita Garibal<strong>di</strong> e la Contrada<br />

Posterula. L’opera, appartenente ad una <strong>di</strong>ffusa tipologia <strong>di</strong> e<strong>di</strong>cole<br />

votive tardo settecentesche, si compone <strong>di</strong> una cornice ovale<br />

riccamente modellata e contenente l’immagine <strong>di</strong>pinta a olio<br />

dell’Immacolata, inquadrata da quattro lesene che sostengono un architrave,<br />

a sua volta sormontato da una piccola cupola a protezione dell’immagine sacra.<br />

L’e<strong>di</strong>cola appariva in forme completamente <strong>di</strong>verse in un’acquatinta <strong>di</strong> Carlo Labruzzi del<br />

1788 (b): una cornice ovale, con volute a cartoccio, racchiudeva un’immagine della<br />

Madonna Immacolata circondata da angeli. L’ipotesi <strong>di</strong> un rifacimento successivo al<br />

1789, che ha interessato sia la struttura architettonica che l’immagine <strong>di</strong>pinta, ha trovato<br />

conferma con il restauro compiuto da Giulio Poggiali nel 1997, nell’ambito del quale è<br />

emerso che l’o<strong>di</strong>erno <strong>di</strong>pinto su tela ne ha sostituito uno murale precedente, ormai completamente<br />

perduto, e raffigurante con qualche variante lo stesso soggetto (c).<br />

a b<br />

c<br />

d<br />

13<br />

Regione <strong>Lazio</strong>, CTR, Volo 1990, 1:10.000<br />

NN. 414070 - 414080 - 414110 - 414120<br />

Foto ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNE DI TERRACINA<br />

4<br />

3<br />

2<br />

5<br />

1<br />

9<br />

6<br />

10<br />

8<br />

12<br />

11<br />

Foto da ROCCI 1996<br />

7<br />

Diocesi <strong>di</strong> Latina,<br />

<strong>Terracina</strong>, Sezze, Priverno

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