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un filmdi yann arthus-bertrand un strumento didattico per decodificare

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I movimenti migratori non sono soltanto collegati alle migrazioni storiche e sono difficili da<br />

definire. Le cause includono fattori economici, politici, famigliari, etnici, religiosi, individuali<br />

e collettivi oppure legati ai cambiamenti climatici. Il XXI secolo vedrà <strong>un</strong>’accelerazione dei<br />

flussi migratori, a causa del cambiamento climatico.<br />

Non tutte le migrazioni sono rivolte ai paesi OCSE (solo 2 migranti du 5). Molti vanno nei<br />

nuovi paesi benestanti e il 47% della migrazione dai paesi poveri è verso altri paesi poveri.<br />

Nuovi centri <strong>per</strong> i poveri sorgono nella maggior parte dei paesi sviluppati, lontani<br />

dall’opposizione nord/sud. Nel 2007, il mondo aveva più cittadini che rurali, con <strong>un</strong>a<br />

conseguente segregazione sociale.<br />

Estratti da Hommes et Migrations no. 1272, Marzo-Aprile 2008 (“Mondialisation et<br />

migrations internationales”):<br />

“La globalizzazione sta creando nuove forme di migrazione internazionale. […] [che] porta<br />

benefici ai paesi che attraversano crisi <strong>per</strong> carenza di manodo<strong>per</strong>a in certi settori della loro<br />

economia, senza <strong>per</strong>ò che questi paesi garantiscano ai migranti condizioni di lavoro e di<br />

vita accettabili.” Gli stati tendono a reagire in modo diverso di fronte ai migranti. O<br />

incoraggiano l’arrivo di forza lavoro, sulla base della domanda dei datori di lavoro, oppure<br />

applicano restrizioni. “Idee di sovranità nazionale, confini e cittadinanza vengono messi in<br />

discussione dai migranti […]. A livello planetario, sta emergendo <strong>un</strong>a nuova dimensione di<br />

divisione internazionale del lavoro […].” Oggi, i flussi migratori sono più spesso<br />

conseguenza di disastri naturali che di motivazioni economiche.<br />

L’immigrazione ha conseguenze positive <strong>per</strong> l’economia, la cultura e la demografia del<br />

paese accogliente. Per il paese d’origine, rappresenta <strong>un</strong>a “fuga di cervelli”, ma porta<br />

denaro grazie ai trasferimenti monetari inviati dai migranti, che spesso possono<br />

rappresentare <strong>un</strong> contributo significativo <strong>per</strong> l’ammontare totale degli introiti nazionali.<br />

I diritti dei migranti:<br />

Estratti dalla rivista Migrations Société no. 102, Nov-Dic 2005, pp. 52-56 (Articolo: De<br />

l’émigration à l’immigration en Europe et ailleurs. La migration du XXIe siècle comme défi<br />

à la sociologie”):<br />

I diritti dei migranti sono condizionati dalle politiche che antepongono lo status dei cittadini<br />

nazionali a quello dei migranti, nonostante i benefici economici riconosciuti all’<strong>un</strong>animità<br />

dovuti ai migranti e la questione del rispetto di certi valori etici. Dovremmo vedere la<br />

questione dell’immigrazione in modo diverso: “se vogliamo limitare l’immigrazione sulla<br />

base di argomentazioni etiche, dovremmo chiarire quale o quali libertà vogliamo<br />

proteggere, quali di queste sono minacciate, <strong>per</strong>ché questa e quest’altra minaccia sono<br />

vere e come <strong>un</strong>a restrizione aiuterebbe a proteggere <strong>un</strong>a libertà particolare.”<br />

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