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Leggi - I Cistercensi

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La povertà affettiva ed effettiva diventa visibile partecipazione<br />

« alla povertà di Cristo, il quale da ricco che egli era si fece povero pet<br />

amore nostro, allo scopo di farci ricchi con la sua povertà (cfr. 2 Cor<br />

8, 9; Mt. 8, 20) »28.<br />

Il monaco a cui, secondo San Benedetto, « non è lecito avere in<br />

suo potere neppure il proprio corpo e la propria volontà» 29, dà nella<br />

Chiesa testimonianza di una povertà operosa quando sostiene sé e i<br />

propri fratelli per mezzo del lavoro manuale, anzi, « allora sono veri<br />

monaci quando vivono del lavoro delle loro mani, come i Padri nostri<br />

e gli stessi Apostoli (cfr. 1 Cor 4, 13)>>30.<br />

«I religiosi con la professione di obbedienza offrono a Dio la<br />

completa rinuncia della propria volontà come sacrificio di se stessi, e<br />

per mezzo di esso in una maniera più salda e sicura si uniscono alla<br />

volontà salvifica di Dio» 31 imitando, in ciò, maggiormente Cristo, fatto<br />

obbediente fino alla morte (Fil. 2, 8).<br />

Senza l'amore obbediente non esiste comunità, ma anche il singolo<br />

religioso senza di esso non può essere sicuro del suo progresso spirituale,<br />

tanto che i Padri del Deserto. arrivarono a dire: « Se vedi un<br />

giovane che sale al cielo con la propria volontà, prendilo per i piedi e<br />

tiralo giù, gli fa bene» 32, perché «chi vive, nella sottomissione a un<br />

padre spirituale ha più grande ricompensa di colui che si ritira da solo<br />

nel deserto » 33.<br />

Tutti i religiosi cercano di conformarsi a Gesù ma «le virtù di<br />

Cristo che a noi appaiono le più intime: l'umiltà, l'obbedienza, la rinuncia,<br />

la preghiera segreta, nell'imitazione di Cristo nel deserto, hanno<br />

il sopravvento sulle virtù apostoliche propriamente dette e sono maggiormente<br />

ricercate dagli asceti e dalle comunità che hanno scelto di<br />

vivere in solitudine, realizzando le parole del profeta: - Ecco, io<br />

l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore - (Os 2, 13) »J4<br />

Il silenzio è l'ambiente del monaco. Il contemplativo, e ancor più la<br />

comunità monastica nel suo insieme, annuncia il Vangelo non tanto predicandolo<br />

quanto attuandolo. Il monaco si sforza più di essere che di fare.<br />

Egli è nella Chiesa il più povero di tutti, perché la vita contemplativa è<br />

l'assoluta recettività che non può preoccuparsi di dare, che sa che di<br />

28 Perjectae Caritatis, n. 13.<br />

29 Regola, cap. XXXIII.<br />

30 Id., cap. XLVIII.<br />

31 Perjectae Caritatis, n. 13.<br />

32 Apoftegmi, Nau 244.<br />

33 Id., Rufo 2.<br />

34 O. ROUSSEAu, Communauté ecclésiale et communauté monastique. In LMD<br />

(1957), 51, p. 23.<br />

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