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Leggi - I Cistercensi

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a ciò che la scienza della cavalleria aveva di più nobile ed eroico che il<br />

poeta ha dato mano a questo romanzo, che, a giusto titolo, è detto<br />

«romanzo educativo », ed in ciò è riuscito in maniera superlativa. Il<br />

« Perceval » è la narrazione della nascita di un cavaliere, e del suo addestramento<br />

a tutto ciò che è grande e nobile. Questa genesi si realizza<br />

attraverso ogni sorta di avventura, ed il poeta moltiplica le peripezie che<br />

tengono il lettore col fiato sospeso. Ma ecco che al verso 2994, Perceval<br />

giunge al castello del « Re Peccatore» ed assiste alla straordinaria apparizione<br />

del « Graal »: «Vennero allora due altr, valletti, che tenevano<br />

nelle loro mani dei candelabri di oro zecchino, cesellati artisticamente;<br />

questi valletti erano bellissimi; sopra ciascun candeliere bruciavano<br />

almeno dieci candele. Con i valletti incedeca una fanciulla, che recava<br />

nelle due mani un « graal », essa era bella, nobile e ben agghindata.<br />

Quando la fanciulla entrò con il « graal », rifulse una luce cosi intensa,<br />

che le candele perdettero la loro, come perdono la luminosità le stelle<br />

al sorgere del sole o della luna. Al seguito di questa fanciulla ne veniva<br />

un'altra che recava una patena d'argento. Il «graal» che precedeva<br />

era di oro finiss.1mo, e su di esso erano poste delle pietre preziose di<br />

ogni genere, le più pregiate e rare che si possono trovare nel mare o<br />

sulla terra: senza il minimo dubbio queste pietre del « graal » sorpassavano<br />

in bellezza tutte le altre. Al pari della lancia (che stava passando,<br />

portata da un valletto, una lancia bianca al cui vertice brillava una goccia<br />

di sangue vermiglio) anche ilcorteo si trovò davanti alletto del Re Peccatore<br />

e passava da una stanza all'altra; il giovane lo vide ma non ebbe l'ardire<br />

di chiedere chi veniva servito con il «graal», perché teneva fissa nella<br />

memoria la parola del sapiente probiviro (che gli aveva insegnato a<br />

diffidare dell'eccessivo parlare) ». (« Perceval » ed. A. Hilka). Il « Perceval<br />

», ultimo romanzo di Cristiano di Troyes, e suo capolavoro, restò<br />

incompiuto. La penna cadde dalla mano dell'Autore al verso 10601.<br />

Forse si riservava di dare alla fine la chiave del mistero. Tuttavia al verso<br />

6422 il velo che copre il « Graal » si solleva un poco; un eremita fa<br />

sapere a Perceval che il «Graal» racchiude un'« Ostia », nutrimento<br />

affatto spirituale sufficiente per conservare la vita. La « conquista di questo<br />

santissimo vaso» assicura i più grandi benefici spirituali e diventa<br />

in qualche maniera il simbolo della perfezione cristiana perché essa<br />

non può realizzarsi se non con la purezza dei costumi, il coraggio a<br />

tutta prova e la fede. Cristiano di Troyes afferma di aver rintracciato<br />

la fonte di questa storia in un libro prestatogli dal suo protettore,<br />

Filippo di Alsazia, conte di Fiandra (quale libro?), ciò che lo indusse a<br />

dare alla sua opera il titolo di « Perceval» o « Il Conte del Graal ».<br />

Una volta creato il tema del « graal » ebbe un successo prodigioso in<br />

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