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Leggi - I Cistercensi

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nome che merita una speciale menzione, perché è poco conosciuto: quello<br />

di Filippo di Rathsamhausen (c. c. 1245-1320), monaco di Pairis-en-<br />

Alsace, studioso e Maestro di Teologìa del Collegio San Bernardo di<br />

Parigi, Abbate di Pairis nel 1310 ed infine vescovo di Eichstatt nel<br />

1306, autore di alcune « Vite» di santi, nonché di opere teologiche ed<br />

ascetiche permeate di tenera pietà, delle quali, purtroppo, numerose<br />

sono andate perdute. Citiamo con piacere il suo «Commentario sul<br />

Magnificat », composto fra il 1280 ed il 1306, cioè durante il suo soggiorno<br />

a Pairis, un «Commento al Salmo 4 «Cum invocarem », un<br />

«Trattato sulla preghiera », due «Esposizioni sul Pater noster »,<br />

un'« Omelìa sul Vangelo intravit Jesus in quoddam castellum », ed<br />

infine un « Trattato sull'Eucarestia» che non ebbe il tempo di comporre,<br />

ma del quale ci lasciò la trama. Scrive infatti: «Di conseguenza come<br />

abbiamo promesso e fiduciosi del divino aiuto, tratteremo i seguenti<br />

argomenti: della sua possibilità, delle meraviglie in Esso contenute,<br />

delle qualità che devono possedere i comunicandi, dell'utilità di ricevere<br />

il Cristo Eucaristico, del modo di assumerlo e della sprezzante sazietà<br />

che accusano certuni che trascurano questo Cibo ». (Dokt. Andreas Bach<br />

in «Das Theologisch-aszetische Schrifttum des Eichstatter Bischofs<br />

Philipp von Rathsamhausen. Eichstatt, 1948 (Untersuchung und Text ..<br />

ausgabe), pp. 507). In queste due «Esposizioni sul Pater Noster»<br />

egli aveva a più riprese parlato dell'Eucarestia con un fervore comunicativo<br />

ed in un modo notevolmente chiaro e metodico. La devozione<br />

a Maria poi non tiene nei cuori dei cistercensi del secolo XIII un posto<br />

meno cospicuo di quello che ebbe nel precedente secolo XII. Oltre a<br />

Cesario d'Heisterbach, il cui «Dialogus miraculorum» è già stato<br />

citato, merita di essere particolarmente messo in evidenza; egli vive<br />

con la Santa Vergine, si onora di essere in sua compagnia e, come egli<br />

dice, « di balbettare le sue lodi» (J. B. Auniord e R. Thomas, « Citeaux<br />

e Nostra Signora », in «Maria », voI. II, p. 617). Ogero di Locedio<br />

(t1214) non è meno affettuoso nelle sua tenerezza per Maria, come pure<br />

Stefano di Salley (1252) nelle sue «Meditazioni» sulle quindici allegrezze<br />

di Maria. Degni di menzione anche Alano di Lille (t 1202-1203),<br />

Elinando di Froidmont (1212), ecc. Fra gli autori spirituali dell'Ordine<br />

cistercense, un posto di riguardo lo meritano le sante monache del<br />

monastero di Helfta, S.ta Mechtilde (t1298) e S.ta Gertrude (t 1302).<br />

Per la verità, queste sante possono rivendicarle tanto i benedettini che<br />

i cistercensi, e dicevano di appartenere all'Ordine di Citeaux (« Nos<br />

Gertrudis-si tratta di Gertrude di Hackeborn, sorella di San Mechtilde,<br />

- Dei gratia Abbatissa in Helpede totusque conventus Cisterciensis<br />

Ordinis ...) (vds. Dokt. P. Marco Dombi in « Waren die heilige Gertrud<br />

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