Leggi - I Cistercensi
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C'è si tra i monaci e il mondo una separazione molto netta, perché<br />
« in un mondo che non li tratta più da nemici essi si sentono obbligati<br />
a vivere come nemici del mondo. Essi avvertono troppo bene che, in<br />
mancanza di questo, finirebbero presto per diventarne gli schiavi» !3.<br />
La separazione dal mondo non è però separazione dalla comunità<br />
ecclesiale ma piuttosto visibilizzazione della estraneità della Chiesa al<br />
mondo peccatore. Perciò « non è tanto la vita monastica alla fine del III<br />
secolo e all'inizio del IV, ad essere una novità, ma la vita adeguata<br />
a questo mondo della massa dei cristiani, nel momento in cui cessano<br />
le persecuzioni. I Monaci dal canto loro, non fanno altro che conservare,<br />
in mezzo a circostanze mutate, l'ideale intatto della vita cristiana dei<br />
primi giorni » 14, Essi sono nella Chiesa « coloro che realizzano in comune<br />
la forma della vita apostolica», dichiara Gregorio di Nissa nelle' sue<br />
Hypotypose, riassumendo cosi la primitiva e ininterrotta tradizione.<br />
« La vita monastica è semplicemente il luogo ove la Chiesa è maggiormente<br />
se stessa, perché tutto vi è organizzato affinché l'opera della<br />
salvezza affidatale porti tutti i suoi frutti. La sua ragion d'essere è quella<br />
di essere una scuola del servizio di Dio, una scuola di santità» 15, In<br />
questo contesto appare meno assurda l'affermazione attribuita a San<br />
Bernardo che « Extra claustrum nulla salus », perché - come dice un<br />
altro grande cistercense - nella professione monastica si realizza di<br />
nuovo « veritate » ciò che si è già compiuto « specie» nel Battesimo 16.<br />
II. Carattere battesimale vissuto dal monaco<br />
Il religioso « già col battesimo è morto al peccato e consacrato a<br />
Dio; ma per poter raccogliere più copiosi i frutti della grazia battesimale,<br />
con la professione dei consigli evangelici nella Chiesa, intende liberarsi<br />
dagli impedimenti che potrebbero distoglierlo dal fervore della carità<br />
e dalla perfezione del culto divino'» 17, Egli è chiamato ad essere uno<br />
scelto operatore del Regno e un segno della sua attuazione; per mezzo<br />
suo, infatti, la Chiesa ogni giorno presenta « Cristo ai fedeli e agli infedeli,<br />
o mentre egli contempla sul monte, o annuncia il Regno di Dio alla<br />
turbe, o risana i malati e i feriti e converte a miglior vita i peccatori, o<br />
13 L. BOUYER, Spiritualità dei Padri, Bologna 1968, p. 219.<br />
14 L. BoUYER, Spiritualità ..., op. cit., p. 216.<br />
15 P. DESEILLE in AA. VV., Tbeol. monast., op. cit., p. 522.<br />
16 GUERRICO D'IGNY, Serm. Epiph., 4, 7.<br />
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