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Leggi - I Cistercensi

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Queste innovazioni liturgiche non andarono più oltre. È solo nel<br />

secolo seguente che entrarono in scena i «pontificali », il diritto di<br />

conferire certi ordini sacri ed altre usanze. Quanto ai libri liturgici, a<br />

parte l'aggiunta di alcuni nuovi uffici, (ad esempio quello del SS. Sacramento),<br />

essi non subirono pressoché alcun cambiamento, e tali si manterranno<br />

fino al secolo XVII. Don Andrea Malet ha ragione di scrivere:<br />

«Dunque per la durata di cinque secoli l'Ordine conservò intatta la<br />

sua liturgìa. Quale vitalità! Durante questo tempo la Liturgia Romana fu<br />

soggetta ad ogni sorta di vicende. D'onde veniva questo vigore così<br />

tenace? Dalla venerazione che i nostri Padri nutrivano per la tradizione<br />

ed inoltre dalla vigilanza dei Capitali Generali» (op. cito p. 16). Quanto<br />

spesso i Capitali Generali ricordano agli Abbati ed ai monaci di mantenersi<br />

nell'alveo della tradizione tracciata dai loro Padri: «quod antiqua<br />

forma cantandi a Beato Padre nostro Bernardo tradita, simpliciter observetur<br />

», 1320 n. 9! Il suggerimento conserva tutta la sua attualità e<br />

non si può che sottoscrivere alle assennate riflessioni del Reverendo<br />

Padre (Don Andrea Malet), che, dopo aver esposte le vicende della<br />

Liturgia Romana, sempre incostante, si rammarica della predilezione di<br />

certi spiriti « amanti delle novità e carenti di stima per la tradizione »,<br />

che sollecitano l'abbandono delle formule liturgiche cistercensi per<br />

adottare le novità romane» (id. p. 18).<br />

IL FIORIRE DELL'ARCHITETTURA<br />

La storia dell'architettura cistercense, come quella delle ongmi<br />

dell'Ordine, deve essere divisa in periodi. Si è detto che Santo Stefano<br />

o San Bernardo si sarebbero di molto sorpresi se si fossero trovati in<br />

certe abbazie del loro Ordine nel secolo XIII o XIV. Esiste dunque<br />

un'architettura cistercense « del secondo periodo », della quale vale la<br />

pena di saggiare ed apprezzare il valore.<br />

Il primitivo spirito si è evoluto, tuttavia sarebbe ingiusto parlare<br />

di cedimento o di decadenza dell'arte. Le opere architettoniche cistercensi<br />

del secolo XIII sono dei capolavori. Tuttavia è doveroso rilevare<br />

che spesso esse non hanno più quel carattere di semplicità e di contenutezza<br />

delle opere primitive. Questo particolare è cospicuo e controllabile<br />

soprattutto nella planirnetrìa delle chiese e nelle dimensioni degli edifici.<br />

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