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Leggi - I Cistercensi

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Cerimonie di culto<br />

Si sa con quale severità, allo scopo di prevenire ogni pericolo di<br />

rilassamento ed al fine di mantenere i religiosi nello spirito di semplicità<br />

e di povertà che si addice ai monaci, Santo Stefano Harding aveva<br />

bandito dalle chiese e dalle cerimonie liturgiche tutto ciò che sapeva<br />

di fasto e di vanità mondana. Ciò che è degno di rilievo è la fedeltà<br />

con la quale i cistercensi hanno osservato queste prescrizioni così austere.<br />

Tuttavia, nel periodo che noi stiamo studiando, si verificarono delle<br />

attenuazioni. Agli albori era vietato a chiunque l'uso di ornamenti di<br />

seta, perfino nelle grandi cerimonie. Ma nel 1152 fu accansentito agli<br />

abbati di fare uso di piviali di seta, peraltro solo per la cerimonia della<br />

loro benedizione (prescrizione rammentata nel 1195).<br />

L'uso delle dalmatiche però era escluso, anche se la Messa era<br />

cantata da un vescovo. Il divieto di indossare piane te di pura seta fu<br />

rinnovato nel 1183. Tale divieto fu conservato nel 1226 riguardo alle<br />

pianete acquistate, invece fu acconsentito l'uso delle pianete di pura<br />

seta derivanti da donazioni (infatti sembra che l'abituale generosità<br />

dei benefattori dovesse ammettere questa eccezione). Nel 1256 il<br />

Capitolo Generale permise l'uso del canopeo di seta per ornare il<br />

tabernacolo nelle solennità maggiori. L'anno successivo, 1257, con<br />

una Bolla del 20 giugno Papa Alessandro IV concesse agli Abbati<br />

cistercensi la facoltà di fare uso di piviali di seta per le processioni, e<br />

ai diaconi e suddiaconi quella di indossare dalmatica e tunicella nelle<br />

feste principali, sempreché gli Abbati accettino tale favore « dummodo<br />

hujusmodi specialis gratia sit vobis placita et accepta» (testo riferito da<br />

Mahn in «L'Ordine cistercense::: » p. 270). È interessante notare<br />

la risposta del Capitolo Generale: «Ad preces et admonitionem sanctissimi<br />

patris nostri Summi Pontificis qui super hoc scripsit Capitulo<br />

Generali », fu deciso che gli Abbati potevano fare uso di piviale, per<br />

tutte le processioni, come pure per la professione dei novizi, e che i<br />

ministri assistenti all'altare potevano indossare dalmatiche e tunicelle<br />

ma limitatamente alle Messe celebrate dall'Abbate (1257, n. 3). L'anno<br />

successivo la prescrizione fu confermata (con l'autorizzazione di portare<br />

dalmatiche e tunicelle anche se l'Abbate, che avrebbe dovuto presiedere<br />

alla celebrazione, fosse stato assente, tuttavia il Capitolo aggiungeva<br />

prudentemente: ... « ma dato che le novità si devono ammettere più in<br />

senso restrittivo che estensivo, il Capitolo vieta nel modo più assoluto<br />

di acquistare, ed a qualsiasi membro dell'Ordine, di indossare piviali,<br />

dalmatiche e tunicelle che siano comunque ornati con decorazioni strane,<br />

preziose o di colori vivaci» (1258, n. 5).<br />

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