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Leggi - I Cistercensi

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non più che agli usi tradizionali dell'Ordine. Pertanto Don Andrea<br />

Malet ha ragione di scrivere che l'attaccamento dei nostri Padri alla<br />

tradizione non era un atteggiamento statico, ma una virtù radicata nella<br />

saggezza nella pietà filiale e derivata dal loro spirito di fede. Il culto dei<br />

Santi fa parte del culto di Dio, e quindi della Liturgia. In ogni epoca<br />

della storia della Chiesa ci sono stati dei Santi, si comprende quindi come<br />

il culto dei Santi sia soggetto alla legge del progresso. È ciò che compresero<br />

i nostri Padri» (La Liturgìa cistercense, Westmalle, 191, p. 17).<br />

Arricchimento del calendario<br />

In una sintesi che riepiloga l'articolo del canonico Trilhe (« Citeaux<br />

» nel Dizionario d'Archeologia cristiana e di Liturgia) Don<br />

Andrea Malet dimostra che il secolo XIII è quello che vide le più numerose<br />

aggiunte di feste al calendario dell'Ordine. D'altronde bisogna<br />

distinguere fra le feste prescritte per tutto l'Ordine, e quelle concesse<br />

unicamente alla tale abbazia o al tale paese. In linea di principio il<br />

Capitolo Generale non era favorevole all'introduzione di nuove feste.<br />

Esso voleva mantenere alla lettera la consuetudine degli usi antichi<br />

ed ordinari, base dell'uniformità nell'Ordine; intendeva di evitare di<br />

sopraccaricare il coro con la molteplicità delle ufficiature di XII lezioni,<br />

che allora erano le uniche conosciute; infine si preoccupava di non privare<br />

i defunti dei suffragi in uso nell'Ordine, dato che quelle feste di XII<br />

lezioni comportavano la soppressione dell'ufficio funebre. Tuttavia<br />

sussisteva un modo di soddisfare la pietà dei religiosi senza accrescere<br />

il loro « pensum servitu tis » (onere del servizio liturgico): vale a dire<br />

l'uso delle commemorazioni. Ma il Capitolo Generale del 1200 vietò<br />

di fare perfino una semplice commemorazione senza la sua autorizzazione.<br />

Ciononostante il Capitolo dovette in parecchi casi cedere a delle sollecitazioni<br />

venute dall'esterno. Eccone alcuni esempi. Nel 1217 l'Arcivescovo<br />

di Colonia chiese la celebrazione della Festa delle «Undicimila<br />

Vergini ». A questa stessa data, i Vescovi della Polonia domandarono<br />

la festa dei SS. Alberto e Venceslao per le abbazie delle loro diocesi.<br />

L'anno successivo, la solennità dei SS. Giovanni e Paolo fu decretata<br />

« de mandato Domini Papae ». Nel 1231 il re d'Inghilterra domandò<br />

la festa di San Edoardo per le abbazie del suo regno. Nel 1246 il<br />

Cardinale-Vescovo di Porto insistette per l'introduzione della festa di<br />

San Giovanni a Porta Latina ed il Cardinale d'Albano, unitamente al<br />

Vescovo di Liegi, chiesero la festa di San Lamberto. Nel 1255 i Frati<br />

Predicatori ottennero, grazie ad una Bolla di Innocenza IV, la celebra-<br />

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