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Leggi - I Cistercensi

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S'immerse nello studio dei veggenti calabresi e dalle loro idee<br />

attinse la luce rischiaratrice dell'avvenire. Codici, manoscritti, cartari<br />

passarono sotto l'indagine profonda, l'interpretazione sottile, l'acuta<br />

sintesi della sua eccezionale intelligenza. Scrisse l'opera che lo rese<br />

celebre: «De magnis tribulationibus [uturis Ecclesiae » 35, volume di<br />

tanta risonanza da indurre, nel 1392, Enrico Laingstein, dotto teologo<br />

dell'Università di Parigi, a pubblicare una soda confutazione. Visse<br />

santamente e carico d'anni volò al premio, circa l'anno 1365. Il Martirologo<br />

Calabrese di Giovanni Fiore pone il trapasso di Telesforo Eremita<br />

al sei di settembre 36.<br />

Antesignani del Progresso<br />

Nel 1398 venne mandato dalla Santa Sede, per riordinare e ristabilire<br />

il fervore degli antichi Cenobiti, Stefano de Roma. Dopo otto<br />

anni, tra molti sforzi e pochi risultati, morì nel 1406, in odore di<br />

santità.<br />

L'ultimo degli Abati regolari della Sambucina fu Nicola Bugliotta<br />

nel 1410: un nome legato ad opere di bonifica spirituale e materiale.<br />

Due fatti importanti lo classificano tra gli antesignani dei miglioramenti<br />

sociali: la costruzione dell'acquedotto, di cui si vedono ancora ruderi<br />

dei tubi di argilla, ed i contratti agrari col sistema ideale della mezzadria,<br />

ispirata al nobile sentimento di protezione delle classi rurali 37.<br />

Il Bugliotta passò « in sanctitate » l'anno 1432.<br />

Seguirono Arnoldo Sarnionis, religioso di preclare virtù (1462);<br />

Lorenzo Giminianus, pio e profeta (t 1491); il beato Vittorio Gilius<br />

(t 1516), sepolto per la sua santità coi santi della Sambucina; Iosepbus<br />

Maurolis (t 1537), dotto consigliere dei Commendatari Sambucinesi.<br />

Il 5 marzo 1569, un tremendo uragano produsse avvallamento del<br />

terreno e rovina dell' Abbazia.<br />

Lucerne sul candelabro<br />

Degli Abati di « Sambucina-Requisita » sono stati già mensionati i<br />

Beati Sigismondo, Luca Campano, Bernardo, Domenico Flimùre, Nicola<br />

de Fellone, Gualterio Negen.<br />

35 L'opera fu pubblicata a Venezia nel 1516 e largamente diffusa (Encicl. Treccani,<br />

voI. 33, p. 437).<br />

36 Tomo 2 0 , 2 a , p. 477.<br />

37 Esiste nella Biblioteca Vivacqua un contratto su pergamena sambucinese del 1412.<br />

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