Leggi - I Cistercensi
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per Gesù Cristo, sono pnssimamente offerti al Padre assieme all'oblazione del Corpo del Signore » 48. La partecipazione al sacerdozio di Cristo si arricchisce ancor più quando un battezzato accetta di essere assimilato al Cristo anche mediante i consigli evangelici, per i quali offre a Dio, in olocausto, se stesso, nella totalità degli affetti (castità), dei beni (povertà), e del volere (obbedienza). Per questa «mortificazione» il consacrato, assieme al Cristo e ad imitazione di Lui, diventa « Sacerdos et Victima» (cfr Eb 9, 14), ed efficacemente, nella liturgia, nella vita di preghiera, nell'esercizio delle virtù, ottiene che Dio sia glorificato e gli uomini siano salvati. a) Vita sacramentale-liturgica. « Ufficio principale dei monaci è quello di prestare umile e insieme nobile servizio alla divina Maestà entro le mura del monastero ... dedicandosi interamente al culto divino» 49. Una comunità che si rifà alla primitiva Chiesa di Gerusalemme non può che essere « assidua all'insegnamento degli Apostoli, alle riunioni comuni, alla frazione del pane e alle preghiere» (At 2, 42). Una assiduità che è proficua, perché nessun'altra azione della Chiesa eguaglia, in eccellenza ed efficacia, l'attività liturgica so. Conseguentemente i Padri Conciliari hanno riconosciuto che « gli istituti dediti interamente alla contemplazione ... i cui membri si occupano solo di Dio ... conservano un posto assai eminente nel Corpo mistico di Cristo, pur nell'urgente necessità di apostolato attivo»» 51, perché «con le loro preghiere, penitenze e tribolazioni hanno la più grande importanza ai' fini della conversione delle anime » 52. E « poiché la vita contemplativa interessa la presenza della Chiesa nella sua forma più piena, è necessario che sia costituita dappertutto in tutte le nuove Chiese » 53. Le Chiese locali trovano nella comunità monastica, oltre all'aiuto fecondo, un segno eminente della Chiesa quale continua comunità di 48 Id. n. 34. 49 Perjectae Caritatis, n. 9. soSacrosanctum Concilium, n. 7. 51 Perfectae Caritatis, n. 7; cfr. Christus Dominus, n. 35. 52 Ad Gentes, n. 40. S3 Id., n. 18. - 226-
amore che manifesta l'avvento di Cristo (cfr. Gv 13, 35; 17, 21). La vita cenobitica, -la « santa koinonia », come la chiamava Pacomio - vissuta integralmente, è la perpetuazione continua e visibile - nella piccola Chiesa locale che è il monastero - della Eucarestia: sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità 54. Nella sinassi eucaristica, nella liturgia delle ore, ma anche nei pasti comuni, nel comune lavoro manuale, come in ogni altra attività conventuale, « la comunità, come una famiglia unita nel nome del Signore, gode della Sua presenza (cfr. Mt 18, 20) »55. b) Vita di preghiera « La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola Liturgia. Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, è sempre tenuto a entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto (cfr. Mt 6, 6); anzi, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, è tenuto a pregare incessantemente (cfr. ITs 5, 17)>>56. Fin dagli inizi della vita religiosa, il monaco è stato l'orante nella Chiesa, colui che più di ogni altro è chiamato a imitare « Cristo, che nei giorni della sua carne, offrì preghiere e suppliche ... insieme a forte grido e lacrime» (Eb 5, 7), e che, anche glorificato, «è sempre vivo per intercedere a nostro favore» (Eb 7, 25; IGv 2, 1 ss.). Il silenzio, le veglie, i digiuni e tutte le altre austerità della vita monastica, sono il crogiolo nel quale il contemplativo purifica il suo cuore per poter incontrare Dio nella preghiera. «E non si tratta di pregare fino a che Dio ascolti quello che gli domandiamo, ma fino a che noi riusciamo a capire quello che Dio vuole da noi» 57. La preghiera, infatti, nella sua essenza più profonda, è il gemito stesso dello Spirito che in noi grida: Abba, Padre! (Gal 4, 7), e che per noi sospira la piena realizzazione della redenzione che va attuando finché non giungiamo tutti alla pienezza del Cristo (cfr. Rom 8, 23-27). A noi è chiesto di « non contristare lo Spirito Santo d'Iddio» (Ef 4, 30), è chiesto di «acconsentire al disegno della salvezza compiuto nel Cristo, di domandare che esso si realizzi sempre più pienamente e, 54 Cfr. S. CIRILLO ALES., Commento su Giovanni, PG 74, 557-564. 55 Periectae Caritatis, n. 15. 56 Sacrosanctum Concilium, n. 12. 57S. KIERKEGAARD. - 227-
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per Gesù Cristo, sono pnssimamente offerti al Padre assieme all'oblazione<br />
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La partecipazione al sacerdozio di Cristo si arricchisce ancor più<br />
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Per questa «mortificazione» il consacrato, assieme al Cristo e<br />
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a) Vita sacramentale-liturgica.<br />
« Ufficio principale dei monaci è quello di prestare umile e insieme<br />
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Una comunità che si rifà alla primitiva Chiesa di Gerusalemme non<br />
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che è proficua, perché nessun'altra azione della Chiesa eguaglia, in eccellenza<br />
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Conseguentemente i Padri Conciliari hanno riconosciuto che « gli<br />
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solo di Dio ... conservano un posto assai eminente nel Corpo mistico<br />
di Cristo, pur nell'urgente necessità di apostolato attivo»» 51,<br />
perché «con le loro preghiere, penitenze e tribolazioni hanno la più<br />
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Chiese » 53.<br />
Le Chiese locali trovano nella comunità monastica, oltre all'aiuto<br />
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