Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano
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Altra soluzione possibile è quella che non rinuncia ad un assetto<br />
forte ed unitario, ma lo “tempera” attraverso una serie <strong>di</strong> meccanismi<br />
correttivi e <strong>di</strong> aggiustamento, finalizzati da un lato a dare al politico<br />
concreti strumenti <strong>di</strong> intervento (ad esempio, la previsione esplicita e<br />
rafforzata <strong>di</strong> un potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettiva; si veda, al riguardo, il box 11) e<br />
dall’altro a favorire la partecipazione dei <strong>di</strong>rigenti alle scelte del <strong>di</strong>rettore<br />
generale: ad esempio, attraverso un comitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione chiamato<br />
ad esprimersi con pareri obbligatori, ancorché non vincolanti,<br />
su tutte le più importanti scelte in materia <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong> (si veda,<br />
nel box 19, un esempio <strong>di</strong> articolo <strong>di</strong> regolamento de<strong>di</strong>cato ad un<br />
organismo <strong>di</strong> questo tipo).<br />
La terza questione da affrontare, in tema <strong>di</strong> funzione <strong>di</strong>rezionale,<br />
<strong>di</strong>rettamente legata alle prime due, è la definizione dei rapporti tra i<br />
<strong>di</strong>rigenti lungo la catena <strong>di</strong> comando dell’ente.<br />
Anche per questo aspetto, sono possibili <strong>di</strong>verse scelte e sarà,per<br />
l’appunto il regolamento, a tracciare la strada e ad in<strong>di</strong>care un modello<br />
<strong>di</strong> riferimento.<br />
In enti me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong>, una possibile scelta è quella <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />
<strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong>rigenziale, i cui rapporti <strong>di</strong><br />
sovraor<strong>di</strong>nazione sono definiti non attraverso il principio <strong>di</strong> gerarchia<br />
classico, ma attraverso il rapporto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione.<br />
Il rapporto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione implica che il <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> primo livello<br />
assegni obiettivi e risorse al <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> secondo livello, che viene così<br />
“delegato” a gestire con autonomia e responsabilità; al <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong><br />
primo livello competono poteri <strong>di</strong> sostituzione in caso <strong>di</strong> inerzia e<br />
poteri <strong>di</strong> controllo dei risultati. Lo stesso schema – con eventuali<br />
adattamenti e variazioni – potrebbe governare anche i rapporti tra<br />
<strong>di</strong>rigenti e responsabili <strong>di</strong> posizione organizzativa.<br />
In questo modello sembra coerente ipotizzare che i <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong><br />
primo livello conferiscano l’incarico ai <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> secondo livello e,<br />
questi ultimi, ai responsabili <strong>di</strong> posizione organizzativa.<br />
Le soluzioni regolamentari che traducono l’impostazione delineata,<br />
sono riportate nei successivi box 20, e 21.<br />
I REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE 57