Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano
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3. Art. 40, comma 3 del<br />
D.Lgs. n. 165 del 2001.<br />
Vi sono infatti situazioni <strong>nelle</strong> quali la vali<strong>di</strong>tà sociale entra in<br />
conflitto con la vali<strong>di</strong>tà giuri<strong>di</strong>ca. Gli esempi sono molteplici. Capita<br />
spesso che regole interne concepite, nel pieno rispetto delle norme<br />
<strong>di</strong> legge, determinino “problemi” e “rallentamenti” dell’attività decisionale.<br />
Quin<strong>di</strong>, pur se pienamente legittime, vengono sostanzialmente<br />
aggirate (o ignorate) da chi sarebbe chiamato ad applicarle.<br />
Problemi analoghi si verificano anche nella definizione delle regole<br />
dei contratti collettivi <strong>di</strong> lavoro del personale, nella sede locale. Nel<br />
pubblico, esiste una regola generale (stabilita da una legge 3 ) che sancisce<br />
la nullità delle clausole <strong>di</strong>fformi o in contrasto con le regole<br />
definite nel contratto collettivo nazionale <strong>di</strong> lavoro. Quin<strong>di</strong>: una<br />
regola del contratto locale gode <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà giuri<strong>di</strong>ca solo se non si<br />
pone in contrasto con le regole nazionali. Spesso accade, tuttavia,<br />
che per “far passare” una regola localmente, cioè per acquisire tutti i<br />
consensi necessari (del sindacato, della politica, dei <strong>di</strong>retti interessati),<br />
sia necessario “mettere a repentaglio” la vali<strong>di</strong>tà giuri<strong>di</strong>ca (o,<br />
comunque, correre il rischio che la regola sia <strong>di</strong>chiarata nulla o non<br />
applicabile).<br />
Più nello specifico, sono <strong>di</strong>versi gli aspetti e le criticità a cui il<br />
manager delle regole deve porre particolare attenzione.<br />
Il manager delle regole deve porre attenzione all’ambivalenza<br />
della regola<br />
La regola si presenta infatti come “strumento ambivalente”: il manager<br />
se ne può servire per promuovere il cambiamento o per intervenire<br />
su situazioni <strong>di</strong> scarsa chiarezza organizzativa, ma deve porre<br />
molta attenzione agli effetti <strong>di</strong> rigetto ed all’inevitabile “confusione”<br />
che produce l’overdose <strong>di</strong> regole, la se<strong>di</strong>mentazione <strong>di</strong> regole formulate<br />
in tempi <strong>di</strong>versi, la sollecitazione continua attraverso lo strumento<br />
normativo.<br />
Soprattutto, è necessario percepire la regola come parte <strong>di</strong> una<br />
strategia più complessiva <strong>di</strong> cambiamento. Infatti:<br />
• essa non è l’unico strumento da mettere in campo;<br />
• accanto al problema della vali<strong>di</strong>tà giuri<strong>di</strong>ca, va affrontato e gestito<br />
anche il problema della vali<strong>di</strong>tà sociale;<br />
• non è affatto scontato che la regola produca automaticamente il<br />
cambiamento auspicato.<br />
L’ambivalenza delle regole è particolarmente evidente nei casi,<br />
ampiamente stu<strong>di</strong>ati in letteratura, <strong>di</strong> circoli viziosi derivanti dall’utilizzo<br />
incauto dello strumento normativo.<br />
Lo schema base dei <strong>di</strong>versi circoli viziosi derivanti dall’applicazione<br />
<strong>di</strong> regole si può sintetizzare nei termini seguenti (ve<strong>di</strong> fig. 4):<br />
• c’è un problema organizzativo da affrontare e risolvere: ad esempio,<br />
il problema <strong>di</strong> due uffici che non collaborano o il problema <strong>di</strong><br />
26 REGOLE E REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE