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Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano

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Il caso della Provincia <strong>di</strong> …<br />

Ancora una volta inserite nel tessuto relazionale esse evolvono e si<br />

sviluppano. In proposito Levitt e March hanno chiarito come le regole<br />

si adattano alla storia attraverso l’appren<strong>di</strong>mento empirico. Le<br />

regole <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>, come per esempio le routine, le procedure<br />

operative standard, le <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> intenti e i <strong>regolamenti</strong>, si<br />

mo<strong>di</strong>ficano in conseguenza <strong>di</strong> inferenze tratte dall’esperienza che si fa<br />

<strong>di</strong> loro. Le regole che portano risultati <strong>di</strong> successo vengono rafforzate,<br />

quelle che portano risultati fallimentari vengono cessate. Le organizzazioni<br />

sostituiscono le vecchie regole con quelle nuove sulla base dell’appren<strong>di</strong>mento<br />

empirico.<br />

Comunicare le regole significa quin<strong>di</strong> vedere l’attività regolamentativa<br />

come un processo da gestire e non come un’attività statica, cosa<br />

che purtroppo spesso attualmente accade.<br />

In definitiva comunicare le regole:<br />

• è un passaggio obbligato per “fare <strong>organizzazione</strong>” in quanto<br />

struttura e sistemi operativi agiscono solo attraverso le interazioni<br />

sociali;<br />

• è importante per creare l’appren<strong>di</strong>mento empirico delle regole,<br />

<strong>di</strong>stinguendo così le buone regole dalle cattive regole, ovvero<br />

facendo si che regole prescrittive <strong>di</strong>ventino patrimonio comune ed<br />

inducano quin<strong>di</strong> un effettivo cambiamento;<br />

• è importante per fare in modo che le regole agiscano effettivamente<br />

<strong>nelle</strong> interazioni sociali <strong>di</strong>ventando regolatori dei conflitti e<br />

dei processi negoziali.<br />

Nella illustrazione <strong>di</strong> questo caso portiamo una esperienza significativa riguardante il rapporto tra “regole” e cambiamento<br />

organizzativo nell’ambito della gestione del rapporto <strong>di</strong> lavoro del personale ed in particolare riguardante<br />

l’introduzione dell’orario <strong>di</strong> lavoro flessibile.<br />

Più precisamente, a seguito della ri<strong>organizzazione</strong> dell’ente, avvenuta nel 2000, gli organi decisionali hanno deciso<br />

<strong>di</strong> introdurre la mo<strong>di</strong>fica dell’orario <strong>di</strong> lavoro del personale nei servizi amministrativi, allineandolo approssimativamente<br />

al modello adottato e ormai rodato dalla Regione …, anche sulla scorta dei principi <strong>di</strong> flessibilità temporale<br />

sanciti nei contratti nazionali più recenti, riguardanti il pubblico impiego.<br />

Tenteremo, pertanto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le tappe del percorso che hanno portato all’adozione del nuovo orario e,<br />

soprattutto, che hanno determinato la attuale con<strong>di</strong>visione delle nuove “regole” da parte del personale e le relazioni<br />

con gli attori interessati: sindacati, <strong>di</strong>rigenza e amministratori in primo luogo.<br />

LE SPINTE AL CAMBIAMENTO<br />

Già all’inizio del 2001, subito dopo la ri<strong>organizzazione</strong> dei vertici <strong>di</strong>rigenziali dell’ente, si respirava aria <strong>di</strong> innovazione<br />

anche nell’<strong>organizzazione</strong> del tempo <strong>di</strong> lavoro, e già da tempo nella Direzione del Personale si elaboravano<br />

ipotesi <strong>di</strong> revisione dell’orario <strong>di</strong> lavoro del personale in particolare nei cosiddetti Servizi amministrativi.<br />

124 REGOLE E REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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