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La paternità del disegno non è però mai stata provata e secondo alcuni<br />

studiosi l’opera non è riconducibile a Leonardo, ma ad uno dei suoi<br />

allievi 8 .<br />

Figura 1.1 Schizzo di veicolo reperito nel Codice Atlantico di Leonardo<br />

da Vinci, (in rete<br />

www.erewhon.ticonuno.it/2002/società/bici/storia.htm#1880)<br />

Mentre l'Europa è travolta dalla Rivoluzione Francese, il giovane Conte<br />

Mede de Sivrac, nel 1791, trovava il tempo per progettare e costruire un<br />

veicolo a due ruote, che battezzerà “velocifero”, o “celerifero”. Si<br />

trattava di un attrezzo a due ruote fissate su un telaio di legno ma privo<br />

di sterzo, con il controllo della direzione limitato a ciò che era ottenibile<br />

dall’inclinazione del corpo. Salendo in sella del “velocifero”, si<br />

imprimeva il movimento con la spinta dei piedi a terra, camminando<br />

perciò da seduti. Venne presentato ai giardini di Palais Royal e divenne<br />

ben presto un lussuoso giocattolo per adulti, dando vita a forme<br />

fantasiose e bizzarre che ricordavano il corpo del cavallo, del serpente o<br />

del leone (vedi Fig. 1.2 pagina seguente). Questo strano strumento<br />

nacque perciò più come passatempo alla moda che come mezzo di<br />

locomozione.<br />

8 Informazione rilevata in rete, www.erewhon.ticonuno.it.<br />

This paper is published in the<br />

<strong>Trento</strong> Law and Technology Research Group - Student Paper Series<br />

Electronic copy available at: http://eprints.biblio.unitn.it/<strong>archive</strong>/4150/<br />

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