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vialattea magazine 2007-2008

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uova, lievito, sostanze lievitanti, polvere di latte<br />

scremato, farina di soia, sale vaniglia o cannella<br />

ed è consigliata una presentazione in tavola su un<br />

piatto guarnito di gelato alla crema al centro e di<br />

crema chantilly alle estremità, nulla di più distante<br />

dai nostrani gofri.<br />

Anche tornando tra i confini italiani possiamo<br />

trovare un prodotto che dell’originale mantiene<br />

l’utensile per la cottura ma molto si allontana in<br />

merito ai contenuti gastronomici ed assume le più<br />

svariate denominazioni in base alla zona di produzione:<br />

ferratelle, pizzelle, nevole, ciarancelle, cancellette,<br />

catarrette o, in Piemonte, canestrelli.<br />

dove invece si possono trovare gli ingredienti<br />

poveri iniziali e la caratteristica dell’immediato<br />

consumo, così come per i gofri, ma per contro si<br />

è perso l’uso del ferro, è nell’Appennino emiliano<br />

romagnolo, in particolare nella zona fra il Reno e<br />

il Panaro, dove si confeziona il borlengo. Basato<br />

su una ricetta molto semplice, prevede una preparazione<br />

spettacolare: sì ottiene cuocendo per<br />

5-7 minuti una pasta liquida di farina, acqua e sale<br />

(anche qui “inquinate” dalla recente aggiunta di<br />

latte e uova) in un recipiente di rame stagnato,<br />

unto con una cotenna di prosciutto e lavorando<br />

con maestria l’impasto fino a farlo diventare una<br />

sottilissima sfoglia croccante. Tolto dal fuoco, si<br />

condisce con un trito di lardo aromatizzato con<br />

aglio, rosmarino e sale, poi con una spruzzata<br />

di parmigiano grattugiato. Ripiegato in quattro,<br />

va consumato immediatamente, proprio come i<br />

gofri.<br />

Altro prodotto che ha la stessa base povera ma si<br />

è riusciti ad industrializzare è la tigella. Sapiente<br />

impasto di farina, acqua, sale e lievito, era l’antico<br />

pane montanaro del modenese e deve il suo<br />

nome agli stampi di terra refrattaria usati per la<br />

sua cottura nel camino. Servita nella maggioranza<br />

delle trattorie modenesi, la tigella farcita col<br />

classico battuto di lardo aromatizzato, dai salumi<br />

o formaggi, si presta a sostituire degnamente il<br />

secondo e vi è chi la predilige con la Nutella, altro<br />

elemento comune coi gofri. questo prodotto<br />

rustico tipicamente modenese è stato oggetto in<br />

questi ultimi anni di una campagna di promozione<br />

industriale ed oggi può essere reperito nei negozi<br />

alimentari di tutta Europa. Come si può vedere,<br />

l’evoluzione delle antiche cialde da ostia ha preso<br />

strade diverse ben distanti tra loro: da un lato ha<br />

conservato il classico ferro per il confezionamento<br />

ma si è arricchita di ingredienti diventando spesso<br />

un dolce ipercalorico, dall’altro ha mantenuto la<br />

connotazione di cibo povero perdendo però l’uso<br />

del ferro tipico ed in alcuni casi ha trovato vie per<br />

un’affermazione industriale.<br />

I GOFRI<br />

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