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vialattea magazine 2007-2008

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I GOFRI<br />

94<br />

La ricetta<br />

Ingredienti per 6 persone:<br />

700 gr di farina / 1 litro di acqua / sale<br />

1 bustina di lievito / lardo<br />

Preparazione:<br />

è uso cuocerli su piastre di ghisa (le gofriere)<br />

scaldate direttamente sul fuoco e strofinate<br />

con un pezzo di lardo. Preparare una pastella<br />

con farina, acqua, sale e lievito e lasciarla lievitare<br />

almeno due ore. Per non far appiccicare il<br />

gofri alla piastra, occorre ungerla con del lardo.<br />

Versare circa un mestolo di pastella sulla piastra<br />

di ghisa calda rigirandola velocemente ed<br />

estrarre il gofri dopo alcuni minuti. A piacere<br />

farcire il gofri con marmellata, miele o cioccolata.<br />

Se lo si preferisce salato, lo si può farcire<br />

con prosciutto, salame o formaggio.<br />

con la quale si confezionano i gofri sono “acqua, la<br />

farina, il lievito ed il sale” arricchiti in tempi recenti<br />

dall’aggiunta di latte e uova. A questo proposito i<br />

puristi hanno storto il naso di fronte alla presenza<br />

di latte ed ancor più delle uova, ma analizzando<br />

gli ingredienti utilizzati dai concorrenti meglio<br />

piazzati in classifica, si può tranquillamente affermare<br />

che i gofri più apprezzati dalla giuria e dal<br />

pubblico prevedevano l’utilizzo di entrambi gli<br />

ingredienti, pur in quantità limitate. questa che<br />

può essere vista come una mancanza di rispetto<br />

nei confronti della tradizione, dimostra per contro<br />

che i gofri sono un prodotto vivo e, pur mantenendo<br />

solide basi tradizionali, si adattano al gusto<br />

dei tempi senza perdere le loro caratteristiche di<br />

unicità. Ma, tornando agli ingredienti base, è necessaria<br />

qualche altra precisazione: la farina utilizzata,<br />

ad esempio, pare che in un primo tempo<br />

fosse quella d’orzo e questo dato limita notevolmente<br />

la zona d’origine del prodotto, infatti l’orzo<br />

era coltivato nella fascia alpina oltre i 600 m di<br />

quota, dove per ragioni climatiche non si poteva<br />

coltivare il grano. Era naturale quindi che la farina<br />

d’orzo fosse la materia prima per le cialde. Soltanto<br />

quando gli scambi commerciali con la pianura<br />

non furono più occasionali ma divennero regolari<br />

la farina di grano si affiancò a quella d’orzo. i gofri<br />

si cucinano e si consumano seduta stante, non<br />

si possono conservare e già pochi minuti dopo la<br />

cottura iniziano a perdere gusto e fragranza. Se<br />

ciò può rappresentare un limite per il quale mai<br />

sarà possibile trovare i gofri -quelli veri- nei negozi<br />

alimentari o sui banchi del supermercato, nel contempo<br />

può essere visto come un fattore positivo<br />

se adeguatamente sfruttato: diffondiamo il prodotto,<br />

creiamo curiosità intorno ad esso, faremo<br />

in modo che la gente abbia voglia di conoscerlo e<br />

per conoscerlo non avrà che un modo, venire nelle<br />

zone di produzione.<br />

Parenti stretti dei gofri sono le cialde prodotte in<br />

varie zone d’Europa. Le cialde hanno denominazioni<br />

diverse ma sono riconducibili ad un unico<br />

ceppo evolutivo: i bricelets tipicamente elvetici,<br />

i waffel del nord Europa, i gaufres dei paesi francofoni.<br />

Ad esempio la ricetta dei gaufres di Liegi<br />

al burro prevede: farina di frumento, zucchero,<br />

burro, materie grasse animali e vegetali, acqua,

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