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ge acqua alla dora e attraversa le distese di prati,<br />
che si estendono dalla strada statale fin verso i<br />
luoghi ora occupati dall’autostrada Torino-Bardonecchia;<br />
fu scavato per rifornire la fabbrica del<br />
gesso, la fabriqquë dou Jîp, attiva tra il 1883 e i<br />
primi anni Sessanta del Novecento. Gli edifici della<br />
fabbrica, posta lungo la statale ad est dell’abitato<br />
di Signols, sono stati trasformati in abitati civili, ma<br />
tra le acque fangose del canale si nasconde ancora<br />
la temibile Chaptourtë, un mostro a metà tra un<br />
enorme gatto nero e una viscida rana. Agilissima<br />
nello spiccare balzi per acchiappare le sue prede,<br />
la Chaptourtë è sempre in agguato in attesa<br />
di qualche bimbo che osi avvicinarsi al bordo del<br />
canale senza la protezione di un adulto. È proprio<br />
di bambini che la Chaptourtë è ghiotta e li aspetta<br />
pazientemente, capace di appostarsi per mesi, o<br />
addirittura per anni, per poter tendere la sua imboscata<br />
ed acchiappare le tenere prede, con un<br />
balzo anfibio-felino, per trascinarle poi nelle acque<br />
dove consumerà il suo pasto. Non mancano<br />
le storie di fanciulli scomparsi e presumibilmente<br />
inghiottiti dal mostro del canale. Anche il letto<br />
del fiume, nei pressi di Melezet, è abitato da un<br />
mostro, stretto parente della Chaptourtë: si tratta<br />
della famigerata Cianpelo. i bambini vengono<br />
messi in guardia dall’avvicinarsi alle acque turbolente<br />
del fiume dove corrono il rischio del pauroso<br />
e fatale incontro.<br />
Tutt’altro che un mostro, invece, è l’omonima<br />
cianpelo delle Ramats di Chiomonte; si tratta infatti<br />
di un gioco per bambini che i nonni insegnavano<br />
ai piccoli durante le veglie invernali nelle<br />
stalle. il gioco consiste nell’abilità di intrecciare<br />
cinque ramoscelli o canapuli (frammenti di stelo<br />
della pianta della canapa residuo dell’operazione<br />
di stigliatura che veniva eseguita dagli uomini durante<br />
le veglie invernali), in modo da formare una<br />
struttura che ricorda molto vagamente una paletta<br />
o una padella, ma anche la tela di un ragno e<br />
forse questo è il contatto con la Cianpelo di Melezet<br />
anche se non abbiamo sufficienti informazioni<br />
per dire se quest’ultima tessa tele per catturare le<br />
prede. Un gioco innocente quello delle Ramats<br />
che lascia però libero sfogo alla fantasia sull’oggetto<br />
e insegna ai piccoli le primissime nozioni<br />
per impratichirsi nell’intreccio di rami di castagno<br />
e di salice con i quali vengono confezionati cestini<br />
e gerle.<br />
A Salbertrand i piccoli che si avventurano da soli<br />
lungo il corso della dora Riparia, possono imbattersi<br />
in un’altra creatura dell’acqua, forse meno<br />
orrenda della Chaptourtë o della Cianpelo, ma altrettanto<br />
pericolosa: è la Mař ‘d duiřä. questa creatura<br />
è capace di ammaliare i pargoli e di condurli<br />
con sé nel letto del fiume, cullandoli tra vortici e<br />
IL POPOLO DELL’INCANTO<br />
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